Il paradigma della lotta per il riconoscimento è, a parere di Domenico Losurdo, la chiave di volta per comprendere la lotta di classe portata avanti da Marx ed Engels. Anche riguardo la lotta proletaria, i due filosofi prendono di mira in primo luogo i rapporti sociali vigenti nella società capitalistica che deumanizzano e schiavizzano i lavoratori salariati; la lotta per la redistribuzione è solo un aspetto, quindi, della più generale lotta per il riconoscimento. Il punto di partenza è così Hegel, che ha sviluppato il tema della lotta per il riconoscimento “facendo ricorso a due diversi linguaggi” [1]. Losurdo cita, a tale proposito, un paragrafo dei Lineamenti di filosofia del diritto (§ 127) a lui assai caro, dove Hegel sottolinea come l’uomo che rischia di morire di fame si trova in una condizione in cui qualsiasi diritto gli è negato, tanto che la sua condizione è come quella dello schiavo: entrambi non sono riconosciuti come uomini. È invece nella Scienza della logica che Hegel sviluppa il secondo tipo di linguaggio. Così Losurdo sintetizza l’argomentazione di Hegel: “occorre distinguere tra «giudizio negativo semplice», che in relazione a un soggetto nega un predicato determinato e limitato (questa rosa non è rossa), e «giudizio negativo infinito» il quale, piuttosto che un singolo o singoli predicati, nega il soggetto in quanto tale (questa non è una rosa). E cioè: se il giudizio negativo infinito nega il genere (la rosa in quanto tale), il giudizio negativo semplice nega soltanto la specie, la determinazione specifica (il colore rosso della rosa)” [2].