Decine i ragazzi delle bande sudamericane finiti in cella
«Era il periodo della pazzia». Dicono così , locura : per descrivere il passaggio nel mondo della violenza, i giorni col coltello in tasca, le sbornie devastanti, l'obbedienza alle leggi della strada, la città straniera, Milano, che diventa campo di battaglia. Sono 531 i ragazzi latinoamericani sotto i 18 anni che tra 2006 e 2011 hanno pagato il loro periodo di locura con una denuncia al Tribunale per i minorenni, che spesso finisce con un processo, a volte anche con la reclusione. Sono sempre di più: dai 50 fascicoli d'indagine aperti nel 2006, ai 123 dell'anno scorso. L'aumento è in parte fisiologico, per la maggiore attenzione che le forze dell'ordine dedicano alle pandillas , le bande di strada. Soprattutto, però, quelle cifre identificano una frattura, confusa nel grande flusso dell'immigrazione dal Centro e Sud America, che attraversa gli adolescenti. Un passaggio stretto tra le mura del carcere e il rischio di una coltellata. «Transiti devianti», li definisce Massimo Conte, ricercatore che alterna da anni lo studio e la strada, fondatore dell'agenzia «Codici». I confini che ogni giorno i ragazzi rischiano di varcare, tra i parchi e le fermate del metrò.