A lezione contro l'omofobia. Sui banchi gli alunni del liceo Torquato Tasso di Roma. In cattedra c'è il 26enne americano Timothy Kurek: da cristiano conservatore ad attivista per i diritti civili dei gay. Per amore di un'amica, Elizabeth. "Un giorno ha pianto tra le mie braccia: i genitori l'avevano cacciata dopo il suo coming out", dice. "La reazione istintiva è stata cercare di convincerla a fare un passo indietro. Poi mi sono chiesto perché abbiamo così tanti pregiudizi nei confronti dei gay? C'era un solo modo per scoprirlo: puntare la pistola dei luoghi comuni contro me stesso e fingermi omosessuale. Attraverso l'esperienza diretta, ho capito la verità".
Un esperimento di vita da cui è nato il libro "The Cross in the Closet" ("La croce nel ripostiglio", ancora inedito in Italia). "Non è un saggio su ciò che vuol dire essere gay. Non lo sono e, quindi, non posso saperlo. Ciò che potevo fare da etero era sperimentare come la gente etichettasse la categoria e cosa significasse vivere da cittadino di seconda classe". Così parte l'operazione: gay per 364 giorni. Divisa in tappe: prima la confessione ai genitori. Poi ai contatti Twitter e Facebook. "Mia madre ha scritto sul suo diario che avrebbe preferito avere un tumore piuttosto che un figlio omosessuale. A farmi più male, invece, tra le reazioni degli amici, non sono stati i messaggi d'odio ma la totale ghettizzazione, mi hanno subito messo da parte, come se non esistessi".
Pochi giorni e la vita di Kurek cambia radicalmente. Via la fidanzata, via le vecchie conoscenze, benvenuti gay bar e partite di softball domenicale. Dalla panca della chiesa alla panchina a bordo campo. La prima sera in un locale è disastrosa. Con gli stereotipi che diventano carne e ossa. E la paura a paralizzare le gambe: "Inizialmente è stato uno shock, ma ho capito presto che il mondo omosessuale non ha nulla in comune con i cliché che la mia comunità religiosa mi aveva inculcato per anni". Parla di sé Timothy, ai ragazzi e ai genitori, racconta della sua educazione evangelica, della vita a Nashville, nel cuore della cosiddetta "Cintura della Bibbia" americana, e invita alle domande: "Chiedetemi tutte le curiosità che vi saltano in mente. La mia infanzia? Fino a sette anni ho studiato a casa, la scuola pubblica, dove non s'insegna la religione, è considerata il diavolo. E' un ambiente particolare, vero, ma i pregiudizi, di qualunque tipo, sono uguali ovunque".
"In occidente c'è un progressismo fatto di parole più che di fatti", è il monito di Tim quando mancano pochi giorni alla giornata internazionale contro l'omofobia, il 17 maggio. "Il movimento Lgbt è ancora oggi discriminato e la chiesa, sia cattolica sia protestante, dovrebbe dare delle risposte chiare perché per la prima volta nella storia i diritti civili di un grande gruppo sociale sono oggetto di discussione in tutto il mondo. Ciò che consiglio ai ragazzi è di cambiare prospettiva: passare dal bianco e nero al colore".
"Un'iniziativa positiva partita dagli studenti che noi abbiamo accolto con entusiasmo", commenta la preside del liceo Letizia Terrinoni. A dare il via al progetto: un'intervista di Simone Ramacci per il giornale scolastico Tassocrazia. Poi tre mesi di lavoro, una campagna fondi lanciata su internet, 800 euro raccolti e grande entusiasmo "che dimostra - spiega la direttrice di Tassocrazia, Laura Cardinale - come tra i ragazzi ci sia non solo un atteggiamento discriminatorio ma anche grande interesse e curiosità".
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