n nuovo studio americano sulle origini del Covid-19 collega il primo caso noto di infezione al mercato Huanan, il mercato di Wuhan dove venivano venduti anche animali selvatici, e posticipa di otto giorni la data in cui la malattia si è manifestata in quello che fino a oggi è considerato il "paziente zero", portandola dall'8 al 16 dicembre 2019. Secondo quanto scrive sulla rivista Science il virologo Michael Worobey, il primo caso noto di Covid-19 è quello di una venditrice del mercato di Wuhan, ammalatasi l'11 dicembre 2019, e non di un uomo senza legami con Huanan; fatto, quest'ultimo, che aveva alimentato le speculazioni sull'origine in laboratorio del virus.
Pur non essendoci prove definitive, le nuove informazioni sembrano collegare il virus a un'origine animale: già a maggio scorso, Worobey era tra i 15 esperti globali che avevano chiesto, sempre su Science, prove sulla possibilità che il virus potesse essere nato in un laboratorio. Worobey ha analizzato i casi riportati da due ospedali prima che fosse emanata l'allerta: le infezioni erano largamente collegate al mercato, e quelli che non lo erano, erano comunque concentrati nei suoi pressi.
«In una città di 11 milioni di abitanti, metà dei primi casi sono collegati a un posto che è grande quanto un campo di calcio», ha dichiarato Worobey al New York Times. «Diventa difficile spiegarne il modello, se il virus non è cominciato al mercato». A dare manforte alla tesi di Worobey è anche Peter Daszak, uno dei membri del team dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che ha visitato Wuhan a inizio 2021 per le indagini sull'origine del virus. «La data dell'8 dicembre», ha detto al New York Times, «era un errore».
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