Sono nato a Genova, nel 1951. Genova era uno dei vertici del triangolo industriale e attirava manodopera da tutta Italia. Non solo dal Sud. La famiglia di mia madre arrivò da un paesino della Garfagnana, Cascio. E così mio padre sposò una garfagnina. Suo fratello, lo zio Carletto, sposò una siciliana. Nel quartiere dove abitavo, un quartiere di portuali, avevano costruito lo Smistamento, dove venivano “smistate”, appunto, le famiglie che arrivavano a Genova, in attesa di una collocazione. I miei compagni di scuola erano sardi, siciliani, calabresi, campani, pugliesi. La città vecchia era popolata di prostitute, contrabbandieri che offrivano “pistole” a sprovveduti che compravano mattoni fasciati nella carta di giornale, venditrici di sigarette.