LONDRA - Il mio rock per un cavallo. O meglio, per una scuderia di stalloni arabi, una delle più belle e pregiate razze di cavalli. È la frase che riassume la vita privata di Charlie Watts, leggendario batterista dei Rolling Stones, morto nel 2021 a ottant'anni. Ma la passione per gli equini di uno dei più grandi interpreti della musica contemporanea nasceva da sua moglie Shirley, che ora se n'è andata anche lei: è mancata una settimana fa, il 27 dicembre, a ottantaquattro anni, e la sua fama di allevatrice di stalloni arabi non era inferiore, nel mondo dei cavalli, a quella del marito nel settore musicale.
Del resto, anche Charlie, quando non era impegnato in uno studio di registrazione insieme a Mick Jagger, Keith Richard e Ronnie Wood, o in tour con gli altri tre membri della band per una serie di concerti, preferiva passare il tempo nella sua splendida tenuta del Devon, 250 ettari di campagna inglese (pressappoco l'equivalente di 300 campi da calcio), in compagnia dei cavalli. Allevarli, cavalcarli, ammirarli, è stata la passione di tutta la vita per Charlie e Shirley, un amore condiviso e meno noto rispetto a quello di lui per la batteria, un po' insolito per un musicista che nell'immaginario popolare rappresenta lo stereotipo di sesso, droga e rock and roll.
Shirley Ann Shepherd era nata a Londra nel 1938. Studiava per fare la scultrice, al famoso Royal College of Art, quando nei primi anni Sessanta incontrò il suo futuro marito. Si sposarono l'anno seguente e già questo era fuori dalla norma: al tempo degli hippie, molti rockettari avevano vite anticonformiste, senza bisogno di formalizzare i rapporti con un atto legale. Infatti Charlie e Shirley non lo dissero nemmeno agli altri componenti del gruppo, il matrimonio fu festeggiato andando a pranzo in un pub, con solo qualche amico e parente.
Mentre Jagger e gli altri cambiavano donne frequentemente, sposandole o meno, Charlie e Shirley rimasero sempre insieme, anche questo un fatto fuori dalla norma per il loro ambiente e la loro epoca. Le crisi ci sono state anche, provocate dall'uso di droga da parte di lui e dall'alcolismo di lei, ma le hanno sempre superate. A Shirley, inoltre, pur andando d'accordo con Jagger e Richards, non piaceva il modo in cui le loro canzoni descrivevano le donne. Per uscire da un periodo di depressione, l'ex-studentessa d'arte si mise di nuovo a scolpire. E le figure che decise di ritrarre erano i cavalli.
Sia a lei che a Charlie quegli animali piacevano da sempre. Avevano cominciato collezionando figurine delle varie razze di cavalli. Poi, appena Watts cominciò a fare un po' di soldi, ne regalò uno in carne ed ossa a Shirley: un mezzo purosangue. E quello fu per entrambi il colpo di fulmine con gli stalloni provenienti dal Medio Oriente: quando acquistarono la tenuta nel Devon, una favolosa proprietà con un palazzo del sedicesimo secolo e tanto terreno intorno, decisero di investire tempo e denaro nell'allevamento. Un'attività che è andata avanti sino alla fine, per la quale Shirley non indietreggiava davanti a nulla: nel 2016 denunciò il governo polacco, accusandolo di maltrattare due stalloni arabi in una fattoria statale vicino a Varsavia.
"Ho amato la musica di Charlie, ma la mia vita preferita è sempre stata in mezzo ai cavalli", ha raccontato lei in un'intervista a Vanity Fair qualche anno fa. "Andare a cavallo soddisfa un istinto primordiale. È eccitante e pericoloso. Non c'è nulla che possa reggere il confronto. È un po' come... un concerto rock!"
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