L a Twinkind di Berlino è una piccola azienda che utilizza la più sofisticata tecnologia digitale per produrre oggetti che hanno l’inconfondibile sapore della magia e della follia. Basta entrare negli studi di questa geniale start up, farsi fotografare simultaneamente da un centinaio di obiettivi, e dopo qualche giorno riceverete a casa una perfetta copia in miniatura di voi stessi. I prezzi variano a seconda della grandezza della copia che si desidera, ma sono tutto sommato accessibili: una statuetta di quindici centimetri costa poco più di duecento euro, quelle più grandi sono più care ma più ricche di particolari.
Il segreto delle fasi del processo
Come i vecchi alchimisti che tentavano di far crescere gli «homunculi» nelle loro ampolle di vetro, anche i loro eredi berlinesi tengono segrete alcune fasi del processo di lavorazione. Ma a noi interessa di più il prodotto finito, e le sue implicazioni filosofiche e psicologiche. Cosa accade quando, aperto il pacco, possiamo finalmente tenere in mano queste miniature di noi stessi? Ancora una volta, dobbiamo riconoscere che nulla come il narcisismo aguzza l’ingegno della nostra epoca. In tempi più romantici, era la miniatura dell’amato o dell’amata che ci si portava appesa al collo, o nel taschino del panciotto. E se ci si faceva confezionare la propria immagine, era per regalarla a qualcuno che ci ricordasse, aspettando il nostro ritorno. Al contrario, sospetto che queste bamboline, con la loro straordinaria verosimiglianza, rimangano per la maggior parte nelle mani dei loro proprietari. Come un materiale pornografico, sono destinate al desiderio, con tutti i suoi riti e i suoi fantasmi. Ma anche le più raffinate fantasie sessuali impallidiscono di fronte a questo, che forse è il più inconfessabile di tutti i desideri: il desiderio di essere se stessi.
Il mito di Narciso
È su questa potente e sottile leva psicologica che la Twinkind e le ditte che la imiteranno potranno basare le loro fortune. Perché quando si parla di narcisismo, si pensa sempre, troppo superficialmente, a qualcuno che si piace, che è appagato dal contemplarsi. Ma il mito racconta una storia ben diversa: Narciso è un uomo angosciato, perché non può afferrarsi, non può possedersi. Esistono molte forme di amore impossibile, ma non ce n’è una più impossibile dell’amore per noi stessi. Ovidio ci racconta un particolare tremendo: anche dopo la morte, il povero Narciso non riesce a rinsavire, e ancora cerca la sua immagine nelle scure acque dei fiumi infernali, condannato in eterno a una forma di demenza capace di perpetuarsi oltre i confini della vita.
Giocattoli tecnologici
E dunque, possiamo anche definire i prodotti della Twinkind dei semplici giocattoli tecnologici, ma solo a patto di ricordare che i giocattoli, da che mondo è mondo, possono trasformarsi negli oggetti più pericolosi che si possano maneggiare. La loro finta innocenza e la loro gratuità sono il calco perfetto delle mancanze che ci corrodono, scavando in noi gli abissi più incolmabili. Queste bamboline sono un diversivo, un sedativo. Ci permettono di tenerci in mano, come se fossimo dei giganti buoni che ci proteggeranno da tutti i pericoli. Ma questa è solo l’illusione che producono. La realtà è che le nostre immagini sono sempre più potenti di noi stessi, perché non ci ricambiano affatto dello stesso desiderio che riversiamo su di loro. E in amore, come si sa, vince sempre chi fugge. E a noi, Narcisi sconfitti, non resta che ripeterci l’amara verità: non siamo che le immagini delle nostre immagini, i riflessi dei nostri indifferenti riflessi. E non esiste, né mai esisterà, una tecnologia così raffinata da riscattarci .
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