Cacciatori-raccoglitori
La scoperta suggerisce che i resti ritrovati apparterrebbero a un gruppo di cacciatori-raccoglitori, forse membri di una famiglia, che sono stati attaccati e uccisi da un gruppo rivale. I ricercatori sono convinti che questa sia la più antica prova di conflitto umano databile storicamente. «I morti di Nataruk testimoniano che la guerra e la violenza fra gruppi diversi sono sentimenti antichi», ha detto la dottoressa Marta Mirazon Lahr, del gruppo di ricerca di Cambridge, che dirige il progetto In-Africa e ha condotto lo studio su Nataruk, pubblicato sulla rivistaNature. «Questi resti umani mostrano l’uccisione intenzionale di un piccolo gruppo di raccoglitori, che non sono intenzionalmente stati seppelliti, e forniscono una prova unica che la guerra era parte del repertorio delle relazione infra-gruppo di alcuni cacciatori e raccoglitori preistorici» ha affermato Mirazon Lahr.
Il massacro di Nataruk
Il sito di Nataruk è stato scoperto nel 2012. A seguito di attenti scavi, i ricercatori hanno datato i resti, fra cui scheletri e campioni di conchiglie e i sedimenti intorno, grazie alle tecniche di datazione al radiocarbonio. Così si è riusciti a stimare che il massacro si sarebbe verificato circa 9.500-10.500 anni fa, intorno all’inizio dell’Olocene, l’era geologica che ha seguito l’ultima era glaciale. «Il massacro di Nataruk», continua la dottoressa Mirazon Lahr, «potrebbe essere il risultato di un tentativo di impadronirsi di risorse (territorio, donne, bambini, cibo conservato in vasi) il cui valore era simile a quello di alcune società di agricoltori produttori di cibo, tra i quali gli attacchi violenti contro gli insediamenti erano frequenti».
Morte violenta
Dieci scheletri mostrano i segni di gravi lesioni che sono state, probabilmente, letali. In altri cinque casi sono evidenti segni di colpi estremamente forti, causati forse da una mazza di legno. Altri traumi registrati includono ginocchia, mani e costole fratturate. All’interno di due corpi sono stati ritrovati tre reperti, probabilmente i resti di punte di freccia o di lancia: «Un uomo sembra stato colpito alla testa da almeno due punte di lancia e alle ginocchia da un corpo contundente» ha proseguito Mirazon Lahr. Per il co-autore dello studio, Robert Foley, docente del centro studi antropologici di Cambridge, i risultati a Nataruk sono l’eco antica della violenza umana: «Non ho dubbi che è nel nostro Dna essere aggressivi e letali, così come essere profondamente premurosi e amorevoli», conclude Foley. «Molto di ciò che abbiamo capito di biologia evolutiva umana suggerisce si tratti di due facce della stessa medaglia».
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