Roma. È morto all'età di 90 lo scrittore e critico letterario Piergiorgio Bellocchio, nella sua casa di Piacenza. Lascia la moglie Marisa e la figlia Letizia. Tra i maggiori intellettuali militanti della sinistra eterodossa, con la sua rivista "Quaderni piacentini" ha dato un contributo determinante al rinnovamento della cultura e della sinistra italiana.
Nato a Piacenza il 15 dicembre 1931, era il fratello maggiore del regista Marco ed aveva partecipato di recente assieme agli altri fratelli (Letizia, Alberto e Maria Luisa) al film Marx può aspettare (2021), dedicato proprio alla famiglia Bellocchio. Il 27 dicembre 1968 Camillo Bellocchio, fratello gemello del regista Marco, si tolse la vita, all'età di 29 anni: i fratelli superstiti ripercorrono nel documentario quella tragedia senza filtri o pudori.
Bellocchio ha collaborato con l'editore Garzanti scrivendo voci per l'Enciclopedia della letteratura (1972) e per l'Enciclopedia Europea (1976) e prefazioni a Stendhal, Dickens e Casanova. Dal 1977 all'80 ha diretto a Milano la piccola casa editrice Gulliver e - fra le tante altre cose - è stato il primo direttore responsabile di "Lotta continua" apparso per la prima volta come settimanale il 1º novembre del 1969 come organo ufficiale dell'omonima formazione extraparlamentare, non seguendone però l'evoluzione redazionale. Come direttore del giornale venne denunciato e fece tre mesi di carcere. Annunciando la sua scarcerazione, un editoriale non firmato sul giornale spiegava che le accuse contro Bellocchio erano dovute al fatto che avrebbe tradito la "corporazione degli iscritti all'Albo dei giornalisti" non avendo controllato chi voleva scrivere sul giornale e nell'essersi, lui intellettuale, immischiato con un'"azione politica rivoluzionaria" che stampava un giornale che finiva nelle mani di operai e proletari.
Con i racconti raccolti nel volume I piacevoli servi (Mondadori, 1966) Piergiorgio Bellocchio ha vinto il Premio Pozzale di Empoli. Le sue prose critiche sono raccolte in Dalla parte del torto (Einaudi, 1989), Eventualmente (Rizzoli, 1993), L'astuzia delle passioni (Rizzoli, 1995), Oggetti smarriti (Baldini Castoldi Dalai, 1996).
Nel libro "Al di sotto della mischia. Satire e saggi (Scheiwiller, 2007) l'autore ha raccolto articoli e note dedicati alle opere e all'attività politica e culturale dello scrittore piacentino, di Cherchi e di Fofi e alla storia dei "Quaderni piacentini", di "Ragionamenti" e di altre riviste della sinistra eterodossa. Al di là delle differenze, ciò che accomuna questi intellettuali militanti è principalmente la critica della sinistra istituzionale, del potere, della cultura e dei valori dominanti. Da lucido saggista Bellocchio appare capace di vedere nei vari e apparentemente eterogenei mutamenti della società italiana le costanti di un "brutto poter che a comun danno impera". Per Feltrinelli ha scritto l'introduzione a "Scompartimento per lettori e taciturni" di Grazia Cherchi (1997). Con Gianni D'Amo aveva promosso a Piacenza nel 2006 l'associazione Cittàcomune.
Bellocchio ha collaborato a vari periodici ("Questo e altro", "Rendiconti", "Linea d'ombra", "Panorama", "Illustrazione italiana", "Tempo illustrato", "l'Unità", "Paralleli", "King"), ha scritto prefazioni, voci per opere miscellanee, note di costume.
Tra i suoi impegni più recenti, nel 2006 aveva fondato assieme a Gianni D'Amo l'associazione Cittàcomune, tutt'ora molto attiva a Piacenza.
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