mercoledì 24 settembre 2025

ADOLESCENZA E DISAGIO PSICHICO. BETTONI S., Marta e le altre giovanissime ricoverate in Psichiatria a Milano. «Odiano il proprio corpo, una 12enne che rifiutava di mangiare è stata nutrita col sondino», CORRIERE.IT, 24.09.2025

 

Lunedì il ricovero di una 14enne stordita da una serie di sostanze sconosciute, in stato di agitazione psicomotoria: per curare queste pazienti è necessario sedarle, portarle in terapia intensiva e «svezzarle» dalle droghe»

Marta vuole uscire con gli amici, mamma e papà le negano il permesso. La tredicenne allora inizia a discutere con loro, i toni si alzano, non riesce a contenere la rabbia e la frustrazione. Inizia a spaccare ciò che trova a portata di mano, lancia tutto quel che afferra e così facendo si ferisce. I genitori non sanno come placarla, si vedono costretti a portarla al pronto soccorso. «Non è un problema di educazione» spiega Antonella Costantino, alla guida della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza del Policlinico, testimone dell’episodio (il nome della paziente è di fantasia, ndr). «La ragazzina ha una depressione, una fatica nella gestione delle emozioni che fa sì che nel momento in cui entra in conflittualità la situazione diventi esplosiva. E una volta in pronto soccorso, ci si rende conto che magari ha anche una ideazione suicidaria».


Dietro ai numeri allarmanti del disagio giovanile, ci sono i volti di una generazione fragile. «Nel 90% dei casi ricoveriamo femmine - aggiunge Alessandro Albizzati, primario all’Asst San Paolo e San Carlo -. Tagliano il proprio corpo, lo bruciano, lo affamano, lo cambiano». Come Chiara (altro nome di fantasia), in lotta con i disturbi alimentari, che durante i lockdown imposti dal Covid si chiudeva in bagno a fare flessioni. Arrivata in ospedale a 12 anni, era in una condizione di denutrizione talmente grave che ha dovuto essere nutrita con un sondino gastrico, un tubicino che porta direttamente allo stomaco le sostanze nutritive.

Mesi difficili. Ma dopo le cure, Chiara è riuscita a tornare in classe con i compagni. «E a quel punto mi ha detto: Albizzati, penso che tu sia un figlio di p... ma mi hai salvato la vita». Ed è di lunedì il ricovero di una 14enne stordita da una serie di sostanze sconosciute, in stato di agitazione psicomotoria. Per curare queste pazienti è necessario sedarle, portarle in terapia intensiva e «svezzarle» dalle droghe. Un ambito, quello dello studio delle nuove sostanze psicoattive, in cui si è specializzata la Maugeri di Pavia. 

Nel reparto «Esod» da poco inaugurato - e per ora riservato agli adulti - sono stati curati 10 pazienti, con età compresa tra i 21 e i 51 anni. Nel loro corpo sono stati trovati catinoni sintentici, cocaina, eroina, ketamina, ossicodone, benzodiazepine, Mdma, codeina, ecstasy, allucinogeni. E un 23enne ha inalato protossido d’azoto, ovvero gas esilarante, fino a star male.


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