«Alla nostra età non c’era più tempo per rimediare alle cazzate». Un modo come un altro per dire che alla vita e alle scelte che la possono, o forse la devono accompagnare, è giusto dare un senso, un significato che solo la perdita, la fine, può davvero negare. Sebbene si tratti di un ammonimento che l’Alligatore riserva a se stesso pensando al modo in cui ha rincontrato un suo grande amore di tanti anni prima, e a come intende vivere questo inatteso legame, si può essere tentati dal pensare che quelle parole suonino come una sorta di incipit per il ritorno sulla scena del celebre detective senza licenza creato oltre trent’anni fa da Massimo Carlotto.
"L'uomo si separa dal vicino in quanto nutre sentimenti di odio e di repulsione. Così ignora una cosa: nello stesso istante ha già tagliato via se stesso dalla Città universale del genere umano"
sabato 8 novembre 2025
SOCIETA' ITALIANA IN CAMBIAMENTO. DAGLI ANNI SETTANTA AGLI ANNI OTTANTA. BASCETTA M., «Capitale umano» e vite colonizzate, le impronte digitali del nostro presente, IL MANIFESTO, 8.11.2025
Il prologo a quello che Paolo Virno definisce un «diario pubblico» si conclude con una avvertenza: «le opinioni professate dall’autore a proposito di traversie e sentimenti di casa in quel decennio (gli anni 80) sembreranno interessanti se, e soltanto se, le si potrà applicare senza troppe contorsioni a traversie e sentimenti con cui sbrigarsela proprio ora».
Recensione a GLI ANNI DEL NOSTRO SCONTENTO
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