"L'uomo si separa dal vicino in quanto nutre sentimenti di odio e di repulsione. Così ignora una cosa: nello stesso istante ha già tagliato via se stesso dalla Città universale del genere umano"
giovedì 31 maggio 2012
giovedì 24 maggio 2012
LA SOCIALIZZAZIONE AL TEMPO DI INTERNET. DANNA S., L'antropologa del cyber-spazio:" Non vogliamo fidanzati robot". Intervista con S. Turkle, LA LETTURA, maggio 2012
Ha cominciato a studiare gli effetti psicologici delle tecnologie quando con il termine cyborg si definivano i giovani del Mit appassionati di intelligenza artificiale.
Trenta anni dopo, Sherry Turkle a Boston ha una cattedra di sociologia della scienza e ripensa con nostalgia a quei giorni di «innocenza informatica»: «L’ottimismo che accompagnava il nostro lavoro — racconta al telefono — era guidato da una convinzione: le tecnologie avrebbero cambiato per sempre e in meglio la vita delle persone».
Trenta anni dopo, Sherry Turkle a Boston ha una cattedra di sociologia della scienza e ripensa con nostalgia a quei giorni di «innocenza informatica»: «L’ottimismo che accompagnava il nostro lavoro — racconta al telefono — era guidato da una convinzione: le tecnologie avrebbero cambiato per sempre e in meglio la vita delle persone».
OMOSESSUALITA'. PASQUA M., Omosessuali sul posto di lavoro,per il 75% degli italiani c'è discriminazione, LA REPUBBLICA, 24 maggio 2012
Uno studio realizzato
per il Comitato Bologna Pride 2012
ha coinvolto per la prima volta anche gli eterosessuali.
Ne è emerso che essere gay è sicuramente uno svantaggio e che il più delle
volte i soprusi non vengono denunciati
domenica 20 maggio 2012
STORIA DELLA SOCIOLOGIA. ADORNO T., Leadership democratica e manipolazione delle masse (1950)
Le origini
autenticamente democratiche del leader
L’autore
esordisce sostenendo che “l’idea di leader ha fatto la sua comparsa con l’ascesa della
democrazia moderna. Esso si riferiva all’elezione, da parte di un partito
politico, di persone a cui veniva data l’autorità di agire e di parlare a nome
di quest’ultimo e che auspicabilmente fossero capaci di guidare la base
attraverso l’argomentazione razionale” (181).
venerdì 18 maggio 2012
OMOSESSUALITA', COSA PENSANO GLI ITALIANI. Gli italiani difendono i gay purchè stiano a casa loro, L'UNITA', 17 maggio 2012
La maggioranza degli italiani è d'accordo sul fatto che una coppia di persone omosessuali che convive possa avere per legge gli stessi diritti di una coppia sposata, ma solo il 43,9% ritiene giusto che una coppia omosessuale possa sposarsi. È quanto emerge da un'indagine Istat sulla popolazione omosessuale in Italia, resa nota oggi in occasione della giornata contro l'omofobia. Maggiore è invece la contrarietà nei confronti dell'adozione dei figli: solo il 20% si dice d'accordo.
lunedì 14 maggio 2012
LAVORO E SUICIDI. FERRARIS P., Francia: i suicidi sul posto di lavoro, INSIGHT
La sequenza di suicidi sul luogo di lavoro sono un fenomeno nuovo nei paesi occidentali che si manifesta a partire dagli anni 90 del secolo scorso.
Pino Ferraris insegna sociologia all'università di Camerino
Pino Ferraris insegna sociologia all'università di Camerino
SUICIDI. DIAMANTI I., Che senso ha morire per il lavoro, LA REPUBBLICA, 14 maggio 2012
VIVIAMO tempi
violenti, pervasi, come ha affermato ieri Mario Monti, da una "profonda
tensione sociale". Di cui è indice - e fattore - il riemergere del
terrorismo. Che usa la vita e ancor più la morte come un messaggio. Uno spot da
proiettare nel circuito - e nel circo - mediatico. Senza il quale e al di fuori
del quale: nulla esiste. Lo stesso avviene, d'altronde, nel mondo del lavoro.
Dove togliersi la vita fa notizia. Molto più che perderla lavorando. I morti
sul lavoro, infatti, sono un fenomeno antico, esteso e in costante aumento. (Ce
lo rammenta la preziosa opera di documentazione e informazione svolta
dall'Osservatorio Indipendente di Bologna di Carlo Soricelli). E, tuttavia,
quasi invisibile, se non in casi eccezionali - quando muoiono in tanti in un
colpo solo. Come nel caso della Thyssen Krupp di Torino, nel 2007.
domenica 13 maggio 2012
SUICIDI. ILLUMINATI A., Modesta proposta a proposito dei suicidi, ALFAPIU', 10 maggio 2012
Il suicidio sembra essere un fenomeno prevalentemente umano e individuale, per quanto vi siano casi di disperazione e rifiuto di vivere in esemplari animali sottoposti a imprigionamento o tortura da parte degli uomini ed esistano casi o leggende di annientamento collettivo. È il caso dei lemmings che si buttano a mare, anche se molti studiosi ritengono trattarsi piuttosto di un errore di valutazione sull’ampiezza dello specchio d’acqua da attraversare. In questo senso sarebbero raffrontabili al comportamento di alcune tribù semi-umane che vanno al disastro per scelte cieche, pensiamo ai leghisti della Brianza o ai pieddini alle primarie e al ballottaggio di Palermo.
CLASSI SOCIALI E CETI MEDI. BURGIO A., Vizi e virtù dei ceti medi, ALFABETA, 15 aprile 2011
Quindici anni fa Paolo Sylos Labini pubblicò un agile libretto per attaccare Marx. Tracciava un bilancio che intendeva mettere in mostra il suo errore fondamentale: la previsione che il capitalismo avrebbe scomposto le società in due blocchi, da una parte i capitalisti, dall’altra i proletari. A questa «profezia» Sylos Labini contrapponeva la crescita della classe media, non solo sempre più vasta e articolata ma anche sempre più influente sul piano politico.
sabato 12 maggio 2012
STORIA DELLA SOCIOLOGIA. ADORNO T., Come guardare la televisione (1954), MICROMEGA, 5, 2011
In questo
testo Adorno illustra due questioni: 1. gli esiti di una ricerca sui contenuti
di alcune trasmissioni televisive (content analysis); 2. alcune proposte per
migliorare la qualità di questo tipo di prodotti.
La ricerca fu compiuta su un campione di copioni
televisivi (si tratta di sceneggiature scritte di 34 prodotti di diverso
genere) perché essi consentivano la possibilità di esaminarne più volte i
significati, cosa impossibile da farsi durante la trasmissione in diretta. Tali
prodotti, in gran parte sceneggiati, avevano una durata compresa fra i 15 e i
30 minuti, una necessità che Adorno attribuisce alle esigenze del sistema commerciale.
Lo sceneggiato televisivo rappresentava in quegli
anni il 47% della produzione televisiva totale. Secondo l’autore “l’elemento della manipolazione
socio-psicologica si manifesta nella sua forma più chiara in queste
trasmissioni così numerose”.
MOVIMENTI. INDIGNADOS IN SPAGNA. REDAZIONE, Gli indignados rioccupano la Spagna, L'UNITA', 12 maggio 2012
Gli indignados tornano in piazza in 80 città della Spagna a un anno dalla nascita del movimento di protesta contro la crisi, la disuguaglianza e la disoccupazione.
METODOLOGIA DELLA RICERCA SOCIOLOGICA. RAPINI A., Un lavoro di gruppo per raccogliere testi e immagini sulla politica coloniale francese, IL MANIFESTO, 11 maggio 2012
Una meticolosa raccolta di dati seguita da interviste in profondità percorrendo la Grande e la Piccola Cabilia. Il laboratorio della «conversione dello sguardo», elemento fondante di una prassi teorica radicale
STORIA DELLA SOCIOLOGIA: PIERRE BOURDIEU, La fabbrica dell'uomo gregario, IL MANIFESTO, 11 maggio 2012
Dal catalogo della mostra fotografica «In Algeria. Immagini dello sradicamento», un'anticipazione del testo del sociologo francese scritto negli anni '60 durante l'inchiesta condotta sulle migrazioni interne del paese maghrebino
mercoledì 9 maggio 2012
DIPENDENZE DA SOCIAL NETWORK. MARCHETTI S., Attenti alla « facebook-dipendenza» Uno studio norvegese, IL CORRIERE DELLA SERA, 9 maggio 2012
L'utilizzo smodato del social network assimilabile a una droga
Sei domande per scoprire quanto si è "assuefatti"
MILANO - Se per voi Facebook è diventata quasi una droga, è forse arrivato il momento di misurare la vostra “Facebook addiction” (ovvero, la vostra dipendenza da Facebook), per capire se siete davvero a rischio oppure no. domenica 6 maggio 2012
IDENTITA' ITALIANA OGGI. REDAZIONE, Fratelli d'Italie, IL CORRIERE DELLA SERA, 6 maggio 2012
Italiani, europei, cittadini del mondo ma anche orgogliosamente bergamaschi, gardesani, irpini e «bicolore». Un’identità che mescola esperienze, lingue e dialetti, non rinchiusa in confini rigidi ma fortemente ancorata a un territorio: così la vivono i ventenni di oggi, abituati a viaggiare e comunicare con i coetanei di altri Paesi via Skype, pronti a partire in qualsiasi momento per inseguire un sogno ma decisi a difendere e valorizzare le loro radici, con le quali hanno un legame che prevale sulla pura «nazionalità».
giovedì 3 maggio 2012
CARCERI ITALIANE. CRISPINO A., «Ecco come pestavamo i detenuti in carcere», IL CORRIERE DELLA SERA, 3 maggio 2012
ROMA - La falange del dito destro l'hanno cercata tutto il giorno in cella. Era nello stomaco del detenuto assieme ai tendini strappati alla guardia penitenziaria. A.P. era intervenuto per sedare una rissa nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto. Lui, piccolo, magro, contro un extracomunitario due volte la sua altezza, rinchiuso in una piccola cella da chissà quante ore. Esasperato, non ci ha visto più e l'ha aggredito. I colleghi, i sindacati, la stampa sono intervenuti per sottolineare la gravità del fatto, la violenza che si vive quotidianamente in carcere. Tra l'altro anche la beffa giudiziaria di vedere assolto il proprio aggressore.
Ma la violenza in carcere ha tante facce. Quella più oscura è quella sui detenuti, difficile da trattare, da dimostrare e persino da ipotizzare. Quello che avviene all'interno del carcere resta chiuso tra quattro mura. Nessuno denuncia niente. O si trova il modo di fargli cambiare idea. «A Sollicciano, il carcere fiorentino, i detenuti si stavano rivoltando per i pestaggi. Le rivolte sono state sedate con la semplice promessa che li avrebbero fatti lavorare e guadagnare qualche soldo in carcere» racconta Alessio Scandurra dell'associazione Antigone. Andiamo a Poggioreale. Da qui ci giungono la maggior parte di segnalazioni di violenze, pestaggi, vessazioni. «Non credete a quello che vi fanno vedere. Sicuramente vi porteranno nei reparti migliori come l'Avellino. Ma negli altri reparti i detenuti malmenati non si contano». Lo scrive la moglie di un ragazzo detenuto a Poggiorele da quattro anni. Quasi una veggenza.
Il giorno dopo ci portano a visitare il padiglione Avellino e quello Venezia. Tutto pulito e nuovo. I detenuti all'interno non ci sono. Solo televisori accesi. Non ci permettono di parlare con nessuno. La nostra domanda è sempre la stessa: «Vi risultano violenze in carcere?». Quando un anziano si avvicina alle sbarre e inizia a raccontare qualcosa, il capitano delle guardie penitenziarie di Poggioreale ci spintona via, cerca di strapparci la telecamera di mano. «Se non chiudi 'sta telecamera te la spacco in testa». La visita finisce lì.
Ma la violenza in carcere ha tante facce. Quella più oscura è quella sui detenuti, difficile da trattare, da dimostrare e persino da ipotizzare. Quello che avviene all'interno del carcere resta chiuso tra quattro mura. Nessuno denuncia niente. O si trova il modo di fargli cambiare idea. «A Sollicciano, il carcere fiorentino, i detenuti si stavano rivoltando per i pestaggi. Le rivolte sono state sedate con la semplice promessa che li avrebbero fatti lavorare e guadagnare qualche soldo in carcere» racconta Alessio Scandurra dell'associazione Antigone. Andiamo a Poggioreale. Da qui ci giungono la maggior parte di segnalazioni di violenze, pestaggi, vessazioni. «Non credete a quello che vi fanno vedere. Sicuramente vi porteranno nei reparti migliori come l'Avellino. Ma negli altri reparti i detenuti malmenati non si contano». Lo scrive la moglie di un ragazzo detenuto a Poggiorele da quattro anni. Quasi una veggenza.
Il giorno dopo ci portano a visitare il padiglione Avellino e quello Venezia. Tutto pulito e nuovo. I detenuti all'interno non ci sono. Solo televisori accesi. Non ci permettono di parlare con nessuno. La nostra domanda è sempre la stessa: «Vi risultano violenze in carcere?». Quando un anziano si avvicina alle sbarre e inizia a raccontare qualcosa, il capitano delle guardie penitenziarie di Poggioreale ci spintona via, cerca di strapparci la telecamera di mano. «Se non chiudi 'sta telecamera te la spacco in testa». La visita finisce lì.
GUARDA IL VIDEO
http://www.corriere.it/inchieste/ecco-come-pestavamo-detenuti-carcere/353fa4e2-946e-11e1-ae3e-f83a8e51ff45.shtml
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