venerdì 21 dicembre 2012

DEPRESSIONE E TERAPIA DELLA LUCE. DE GREGORIO A.,Per cancellare la tristezza,« ascoltate» la luce, IL CORRIERE DELLA SERA, 21 dicembre 2012


Nei Paesi nordici il lettore trasmette fasci luminosi è il gadget dell'anno. E la Finnair lo usa per coccolare i passeggeri



Depressi dal grigio, irritabili per mancanza di luce, insonni per colpa di notti che non finiscono mai. Affamati di sole, una fame che spesso si traduce in appetito reale, di cibo che gratifichi e compensi. Senza che dolciumi e carboidrati riescano a produrre sazietà. Succede di più nelle regioni nordiche, nella stagione invernale, in chi viaggia tra i continenti saltando tra i fusi orari.
WINTER BLUES - Il fenomeno è noto e riconosciuto: il «winter blues», o Seasonal affective disorder (S.A.D.: mai acronimo fu più calzante), ossia disturbo dell'umore ad andamento stagionale. Una forma di depressione ricorrente, di origine meteoropatica, che negli Stati Uniti (dal 1992) e in Inghilterra si cura (con successo terapeutico pari al 75-85%, dicono i produttori di apparecchi sempre più sofisticati citando la letteratura scientifica) con la «light therapy». Luce ad alta intensità, somministrata tramite un sistema di tubi fluorescenti, che diffondono uno spettro luminoso sovrapponibile a quello solare. Una stella artificiale, che psicoterapeuti o psichiatri prescrivono a pazienti ai quali il crepuscolo perenne procura mancanza di energia, affaticabilità, diminuzione del desiderio sessuale, sonnolenza, difficoltà di risveglio mattutino, ritiro sociale.
GLI EFFETTI DELLA LUCE - Tra studi, certezze e dubbi, la ricerca (e l'industria), producono senza sosta. Soprattutto nei paesi del nord, più sensibili all'intervallo giorno-notte. In Finlandia, dove interi dipartimenti universitari sono impegnati a studiare gli effetti che la luce ha sull’organismo e cercano in vari modi di riprodurli, Valkee, una startup con una storia insolita a metà tra produzione di hardware e studi scientifici sui ritmi circadiani degli uccelli, ha brevettato un oggetto che «spara» luce nel cervello. «The Valkee», questo il nome dell'apparecchio, è in tutto simile a un lettore Mp3 di medie dimensioni, dal design gradevole (in linea con gli standard nazionali), con due auricolari morbidi e leggeri che proiettano fasci di luce, anziché musica, in cicli di dodici minuti.
IL CERVELLO DEGLI UCCELLI - L'idea è nata dagli studi del co-fondatore della società, Juuso Nissila, che dopo aver individuato nel cervello dei volatili proteine sensibili alla luce, implicate nella regolazione delle fasi del sonno, ha avviato con l'università di Oulu - che si trova a pochi chilometri dalla sede della società produttrice di Valkee - studi per risalire a meccanismi analoghi anche nel cervello umano.
LE RICERCHE - In rete si trovano diversi studi a sostegno della bontà dell'idea (a partire dalle relazioni dei ricercatori dell'università di Oulu) che spiegano come i fotoni, attraverso il canale auricolare, arrivino a colpire aree sensibili del cervello in cui viene stimolata una proteina che è coinvolta nella regolazione dei livelli di serotonina, melatonina e dopamina. «I recettori della luce sono ovunque anche sulla pelle», spiegano i ricercatori. «La luce, il principale sincronizzatore del ritmo sonno-veglia, in questo caso sfrutta il canale uditivo per arrivare a stimolare i recettori al di fuori del sistema visivo ma che comunque si trovano nel cervello».
Non mancano naturalmente scettici e detrattori. Anche perchè lo studio citato dall'università - che riporta percentuali altissime di effetti benefici - secondo alcuni è stato condotto con pecche metodologiche e su campioni numericamente tanto esigui da far dubitare della sua scientificità.
IN VOLO - Ma nel frattempo L'iPod della luce (prezzo di vendita al pubblico 199 euro) è diventato il gadget più ricercato per i regali di Natale. La società ha venduto 25mila apparecchi lo scorso anno - con un tasso di resa dell'1% - e spera, complici anche le festività natalizie, di arrivare a quota 50mila nel 2012. E dal momento che la luce nelle orecchie risolverebbe, oltre a insonnia e depressione, anche il jet lag, la compagnia di bandiera, la Finnair, lo reclamizza sulle riviste di bordo, lo vende con i prodotti duty free e lo ha adottato nella business class dei voli intercontinentali, per aiutare i passeggeri a sincronizzare il ritmo sonno-veglia ed evitare di arrivare a terra storditi ed assonnati.
Antonella De Gregorio

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