30 maggio 2017 – Nel 2016 i bambini (0-18 anni) sbarcati sulle coste italiane hanno raggiunto un numero record: 28.223 su un totale di 181.436 persone sbarcate: un dato che supera quello registrato nel 2014, anno dell’operazione umanitaria Mare Nostrum.
È quanto emerge dal rapporto “Sperduti. Storie di minorenni arrivati soli in Italia”, lanciato oggi dall’UNICEF e dal CNR-IRPPS, l'Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali del Consiglio Nazionale delle Ricerche nell’ambito del convegno“Per ogni bambino sperduto”, che si tiene oggi presso la Camera dei Deputati, organizzato in collaborazione con la Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza.
Il rapporto punta a rilevare il vissuto dei minorenni in relazione alla loro esperienza migratoria e ricostruire il loro percorso verso l’Italia.
Secondo il rapporto:
- oggi, in tutto il mondo, 1 minorenne su 70 vive al di fuori del Paese di nascita
- circa un quarto di tutti i migranti del mondo è nato in Asia e vive in un Paese diverso all'interno del continente.
- insieme, Africa e Asia ospitano 3 bambini migranti su 5
- la metà dei bambini migranti di tutto il mondo vive in soli 15 Paesi, in testa alla classifica gli Stati Uniti d’America, che ospitano 3,7 milioni di bambini. L’Italia è al 20° posto con 400 mila minorenni
- in Italia, nel 2015 erano stati identificati 12.360 minorenni non accompagnati, pari al 75% di tutti i minorenni sbarcati, mentre nel 2016 si sono avute 25.846 identificazioni, pari al 92% dei minorenni sbarcati
- nel periodo compreso tra il 2013 e il 2015, i paesi di provenienza che incidono maggiormente sul totale degli arrivi di minorenni in Italia sono: Siria, Eritrea, Egitto e Somalia
- al mese di ottobre del 2016 i minorenni stranieri non accompagnati che hanno presentato una domanda d’asilo in Italia sono stati 4.168, ovvero il 48,3% dei minorenni (accompagnati e non) e il 4,2% rispetto al totale (adulti + minorenni) dei richiedenti asilo.
- Secondo i dati Eurostat, con 4.070 richieste di protezione presentate dai minorenni, nel 2015 l’Italia si posizionava al sesto posto in Europa. I principali Paesi di provenienza dei richiedenti asilo sono stati Gambia, Nigeria e Mali
Nel corso degli ultimi anni, il numero dei minorenni migranti che si sono resi irreperibili dopo l'arrivo in Italia ha fatto registrare un’evidente crescita: sono passati infatti dai 1.754 del 2012 ai 6.508 di fine novembre 2016. In termini percentuali, hanno raggiunto la massima incidenza nel corso del 2015 arrivando al 34% del totale dei minorenni non accompagnati (presenti nelle strutture + irreperibili), valore che a fine novembre 2016 è sceso al 27,4%.
La pubblicazione si compone di una sezione rivolta alla descrizione delle fonti statistiche disponibili, una di analisi dei dati e un’ultima dedicata alle interviste di un gruppo di minorenni arrivati in Italia dopo il 2014.
Alle radici del fenomeno migratorio
«Questo permette di restituire volti e storie ai minorenni coinvolti nelle migrazioni, approfondendo le motivazioni che spingono a spostarsi, valutando se esiste un legame di causa-effetto tra il Paese di provenienza e la riuscita della migrazione, analizzando storie di ‘successo’ o ‘insuccesso’ degli esiti, approfondendo il caso dei minorenni irreperibili e i percorsi da essi intrapresi» commenta Giacomo Guerrera, Presidente dell’UNICEF Italia.
«In questo contesto, al fine di analizzare la condizione dei minorenni migranti e rifugiati giunti in Italia, è stata avviata una collaborazione con l’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali (IRPPS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) che dei temi migratori si occupa da anni.»
«L’indagine mira a costituire sia un valido e aggiornato strumento di advocacy da adoperare insieme alle istituzioni rispetto alla condizione dei minorenni migranti e rifugiati giunti sul territorio con i recenti arrivi (via mare e non), sia una pubblicazione volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle cause che spingono i minorenni e le loro famiglie a migrare, sulle situazioni che affrontano lungo le rotte attraversate e sulle condizioni che si trovano a vivere una volta giunti in Italia» sottolinea Corrado Bonifazi, Direttore dei CNR – IRPPS.
«L’indagine vuole anche essere uno strumento utile per individuare piani di intervento sistematici per far sì che l’attenzione ai più recenti arrivi via mare, non abbia carattere esclusivamente emergenziale. Venga così garantita piena tutela dei diritti di questi minorenni, in conformità agli obblighi contratti dall’Italia a livello internazionale e da quanto previsto dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza».
Il rapporto presenta anche alcune storie di chi parte per sfuggire alla povertà (ragazzo albanese di 17 anni); di chi parte per sfuggire all'oppressione (ragazzo senegalese e ragazzo afghano di 17 anni); della fuga (egiziano di 18 anni); di chi ha subito pesanti violenze fisiche (ragazzo gambiano di 16 anni), di una vita sul treno (ragazzo ucraino di 15 anni); di chi vuole lavorare regolarmente (ragazzo egiziano di 16 anni); di chi è stato rimandato in Italia per effetto del Regolamento di Dublino (bambino iracheno di 9 anni); di chi vorrebbe giocare a calcio (ragazzo gambiano di 16 anni); di chi non è visibile amministrativamente (bambino e bambina di 5 e 8 anni).
L’UNICEF Italia promuove la petizione “Per ogni bambino sperduto”, rivolta all’Unione Europea, per chiedere la protezione dei diritti e l’accesso ai servizi di base per i minorenni rifugiati e migranti.
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