Le avevano tagliato luce e acqua di casa, per via dei mancati pagamenti. Poi basta. Nessuno l'aveva cercata, non c'è stata persona, o istituzione, a cui sia importato capire perché di lei, Cristina Frattini, 60 anni, non si sapesse più niente da un anno e mezzo. Ieri sera i Carabinieri e i Vigili del fuoco hanno trovato il suo cadavere, mummificato sul letto dell'appartamento in cui viveva, in via Tunisi, a Verona. Morta da almeno 18 mesi, secondo le stime degli investigatori, forse da due anni.
Abitava al piano terra di una casa popolare dell'Agec, un condominio di 5 piani vicino all'ospedale di Borgo Roma. Secondo i primi accertamenti il decesso è da attribuire ad un malore. La morte, secondo i carabinieri, dovrebbe risalire ai mesi di gennaio-febbraio 2017, questo basandosi anche sulle date delle bollette rimaste nella cassetta strapiena della posta, alcune risalenti al dicembre 2016.
Alcuni residenti hanno detto di aver chiesto all'Aceg in passato di controllare, perché dall'alloggio proveniva un fortissimo odore. Ma non era stata fatta alcuna verifica all'interno dell'abitazione. "Avremmo dovuto forse chiamare subito i carabinieri" si è rammaricata una vicina di casa. Si era anche sparsa la voce che la sessantenne, con qualche problema di salute, fosse stata ricoverata in ospedale, e questo aveva fatto sembrare naturale il fatto che non la si vedesse vedesse nel palazzo.
Ma l'assenza durava da quasi due anni, e così altri residenti del condominio si sono decisi a chiamare il 112, e sono intervenuti i Carabinieri del Radiomobile di Verona, assieme ai pompieri. L'appartamento-tomba è stato aperto, all'interno c'era il corpo in avanzato stato di decomposizione.
La sessantenne non aveva un lavoro che la portasse fuori di casa. Descritta come taciturna, introversa, aveva pochi rapporti con vicini, meno ancora con i parenti e anche con l'anziana madre, che vive in un'altra città. Pare che le due non si parlassero da anni. Dopo il divorzio aveva chiuso ogni comunicazione anche con l'ex marito, e non aveva figli.
Una storia di emarginazione, neppure tanto straordinaria. Nel marzo scorso, a Venezia, c'era stato un caso analogo: quello di un ex professore di liceo trovato morto in casa sette anni dopo il decesso. Abitava in un appartamento del centro storico, ma nessuno l'aveva più cercato dal 2011. Anche l'Inps - nonostante la cancellazione del professore dall'anagrafe comunale - aveva continuato a pagargli la pensione. L'unica parente in vita era una sorella, che non lo vedeva da 10 anni, la sola però che, forse, erediterà l'abitazione e i risparmi del fratello che aveva 'dimenticato'.
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