martedì 28 agosto 2018

MEDICI PER LE FRONTIERE. IL CASO DELLA "DOTTORESSA" A SPOLETO. G. DE GAETANO, Spoleto, dottoressa del Pronto Soccorso su Facebook: «I migranti andrebbero annegati», CORRIERE.IT, 28 agosto 2018

I migranti «andrebbero annegati al largo». A scriverlo su Facebook non è uno skinhead esaltato dalla politica di respingimenti, ma una dottoressa in servizio al pronto soccorso di Spoleto, in provincia di Perugia. 


Anche il sito de IL CORRIERE DELL'UMBRIA del 28 agosto 2018 riporta la notizia




Frasi rabbiose, dettate da un livore ingiustificabile, in cui si insinua che la scabbia (riscontrata recentemente in quasi tutti i migranti della Diciotti) sia in rapporto diretto con dei presunti abusi sessuali consumati dai profughi. Sul social network il profilo del medico è improvvisamente scomparso, ma lo screenshot del suo commento è stato salvato da diversi utenti, tra cui la blogger Selvaggia Lucarelli, che l'ha ricondiviso scatenando la gogna mediatica. Sul capo della dottoressa - che in questi giorni non è al lavoro ma in ferie - è piovuta una prevedibile raffica di critiche, a cominciare dal direttore sanitario dell'ospedale Luca Sapori: «Espressioni inaccettabili».



I migranti «andrebbero annegati al largo». A scriverlo su Facebook non è uno skinhead esaltato dalla politica di respingimenti, ma una dottoressa in servizio al pronto soccorso di Spoleto, in provincia di Perugia. Frasi rabbiose, dettate da un livore ingiustificabile, in cui si insinua che la scabbia (riscontrata recentemente in quasi tutti i migranti della Diciotti) sia in rapporto diretto con dei presunti abusi sessuali consumati dai profughi. Sul social network il profilo del medico è improvvisamente scomparso, ma lo screenshot del suo commento è stato salvato da diversi utenti, tra cui la blogger Selvaggia Lucarelli, che l'ha ricondiviso scatenando la gogna mediatica. Sul capo della dottoressa - che in questi giorni non è al lavoro ma in ferie - è piovuta una prevedibile raffica di critiche, a cominciare dal direttore sanitario dell'ospedale Luca Sapori: «Espressioni inaccettabili».

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