Due curiosi studi su memoria, cervello e caratteristiche individuali. Il primo dell'università di Waterloo apparso sulla rivista Experimental Aging and Research riguarda la capacità di trattenere nuove informazioni nelle persone più anziane scoprendo che il metodo di disegnare (anche se si disegna male) è decisamente meglio del prendere appunti. E sicuramente migliore del guardare passivamente delle immagini. "Abbiamo scoperto che il disegno migliora la memoria nelle persone più anziane più di qualsiasi altra tecnica", sostiene la neuroscienziata Melissa Meade della Waterloo University che ha condotto gli studi con altri, "stiamo cercando ora il modo di applicare questo fatto a persone che soffrono di demenza, che è vittima di un rapido declino dello memoria e delle funzione del linguaggio".
"L'uomo si separa dal vicino in quanto nutre sentimenti di odio e di repulsione. Così ignora una cosa: nello stesso istante ha già tagliato via se stesso dalla Città universale del genere umano"
martedì 25 dicembre 2018
martedì 18 dicembre 2018
ISTAT. INDAGINE SU BES BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE. REDAZIONE, Migliora il benessere degli italiani, ma la crisi ha lasciato ferite profonde nelle relazioni sociali, REPUBBLICA. IT, 18 dicembre 2018
MILANO - Il sesto Rapporto dell'Istat sul Benessere equo e sostenibile dice che migliora nel complesso il quadro in Italia, ma non la soddisfazione per la propria vita. L'Istituto di statistica stima progressi che vanno dal lavoro e la conciliazione dei tempi di vita, con il 67% degli indicatori con variazioni positive, al benessere economico (80%) e a innovazione, ricerca e creatività (86%). Al contrario, le relazioni sociali, con oltre un terzo degli indicatori in peggioramento, è l'ambito che "mostra le maggiori criticità nel breve periodo".
domenica 16 dicembre 2018
ITALIA IN DEPRESSIONE. F. ARMINIO, Un Paese più depresso (e nessuno se ne occupa), CORRIERE.IT, 15 dicembre 2018
Il nero dell’Italia di oggi non è il fascismo, ma la depressione. Forse sono depressi anche in Francia, ma lì ora è una depressione che si agita. Da noi è una cosa inerte, cupa. Tutti parlano di Salvini, ma il problema sono quelli che non escono di casa. Ci sono milioni di italiani in pigiama. C’è gente che finisce la sua giornata prima di cominciarla. Esistono i lavori usuranti, ma esistono anche i riposi usuranti. Abbiamo milioni di pensionati in buona salute, ma a cui nessuno sa cosa chiedere. Milioni di giovani senza lavoro e molto spesso senza utopie. Abbiamo un esercito di mutilati che non hanno partecipato a nessuna battaglia. La depressione degli italiani ovviamente non preoccupa nessuno perché i depressi in genere non danno fastidio. Anzi, uno dei motivi dell’assenza di conflitto sociale è proprio il dilagare della depressione. E ovviamente anche della paura.
venerdì 7 dicembre 2018
EDUCAZIONE ALLA COMPRENSIONE. A. DE PALMA, Note ai margini della comprensione dei testi, LA LETTERATURA E NOI, 3 dicembre 2018
La difficoltà sempre maggiore degli studenti delle superiori di leggere e comprendere i testi è nell’esperienza comune degli insegnanti. Mi riferisco non soltanto alla fruizione della letteratura, che necessiterebbe di un discorso specifico, ma anche alla comprensione di testi comunicativi, di livello medio-alto: anche a causa della velocità di informazioni in cui sono immersi, i giovani, non abituati a leggere i giornali, non sono in grado di compiere una lettura attenta di un testo e sulla base del significato di alcuni vocaboli, pensano di averne colto il senso.
BAUMAN FRA LETTERATURA E EDUCAZIONE. R. LUPERINI, Bauman e la scuola, la letteratura e noi, 5 DICEMBRE 2018
Recentemente è uscito in Italia da Einaudi un libro scritto da Bauman e da un suo collega italiano, Riccardo Mazzeo. Entrambi sono sociologi, ma il libro è intitolato Elogio della letteratura. Se ne è occupato qui qualche settimana fa Gabriele Fichera. E vorrei aggiungere qualche considerazione alle sue. Bauman vi afferma che il mercato si è impossessato della transizione della cultura, cioè della sua trasmissione, e insomma della educazione delle società moderne. Poiché sono entrate in crisi le due agenzie fondamentali della educazione, la scuola e la famiglia (basti pensare alla evaporazione della figura paterna e dunque della sua autorità), la mediazione culturale è stata assunta direttamente dal mercato a cui non interessa formare tanto buoni cittadini quanto dei produttori-consumatori. Di qui l’invasione del linguaggio e delle logiche economiche nel campo della educazione, che incentivano gli aspetti pratici ed egoistici della persona umana.
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