"Io ormai non ho piú paura per me, se non sono riusciti a eliminarmi nella fabbrica della morte nazista né a farmi tacere sotto l'impero sovietico, non ci riusciranno neanche i sovranisti. Ma ho paura per il mondo, per adulti e giovani di oggi e di domani", mi disse nel nostro ultimo colloquio nella sua semplice abitazione in riva al Danubio, chiaccherando vivacissima e offrendomi gentile un whisky. "Ho paura per le nuove generazioni, perché i sovranisti, come Orbán da noi, Kaczynski in Polonia, o i loro alleati in Italia e Francia, sono adesso alleati insieme per conquistare l'Europa ed estirparne i valori democratici e l'abitudine a decenni di pace. Ma il loro successo si basa su nazionalismi feroci e aggressivi, che domani potrebbero facilmente divenire contrapposti. E allora un rischio di guerre in Europa, per la prima volta dalla fine delle guerre balcaniche iniziate da Milosevic, potrebbe divenire concreto, reale, minaccioso".
Figlia della colta borghesia ebraica, nata a Budapest il 12 maggio 1929, fu perseguitata prima dal regime di Horthy, poi dopo l'invasione tedesca era destinata con la famiglia intera alla deportazione ad Auschwitz-Birkenau. Solo Agnes e sua mamma si salvarono, il resto dei familiari finí vittima della Shoah. Nel dopoguerra, Agnes si appassionò subito alla politica. Divenne l'allieva prediletta del grande filosofo marxista critico Gyorgy Lukács, e con lui fu controllata minacciata e vessata dal regime comunista, prima e anche dopo la brutale invasione con cui l'Unione sovietica di Kruscev risposte alla rivoluzione ungherese.
Nel 1977 andò a insegnare in Canada, ma non abbandonò mai il suo Paese tornandovi attivissima come sempre. Da marxista critica divenne liberal di punta. Per il dissenso, negli anni del tramonto del socialismo reale e della dominazione sovietica nell'Europa di mezzo, fu sempre piú lei il punto di riferimento di dissidenti, opposizioni e poi dopo il 1989 delle nuove élites democratiche. Ma ben presto dovette affrontare la perdita della cattedra e false accuse di malversazione per traduzioni critiche di Socrate e Platone. Ordine del premier sovranista Viktor Orbán, al potere dal 2010. "Orbán è un dittatore che non ha avuto bisogno di instaurare una dittatura nel mio paese, ha occupato le istituzioni e asservito gli oligarchi", ci disse. "Lui, Kaczynski, Putin, i sovranisti vostri e francesi sono diversi dai tiranni di ieri, ma alla lunga possono essere molto piú pericolosi".
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