I nuovi casi Covid-19 continuano a diminuire, ma a un ritmo più contenuto. Nella settimana tra l’11 e il 17 maggio le nuove infezioni sono scese a meno 14,8 per cento, contro i meno 27,5 per cento della settimana precedente.
In termini numerici, i nuovi casi sono stati 243.932 a fronte dei 286.350 della scorsa settimana. Attualmente in Italia sono positive 967.401 persone, mentre 959.599 sono in isolamento domiciliare.
In calo anche i posti occupati in terapia intensiva, con un meno 5,9 per cento, e i ricoveri ordinari, giù del 13 per cento. In dettaglio, al 17 maggio si registrano 337 posti letto occupati in terapia intensiva, mentre in area medica i posti letto Covid sono scesi a quota 7.465. Il corrispondente tasso nazionale di occupazione è pari all’11,6 per cento in area medica e al 3,6 per cento in area critica.
Per quanto riguarda i decessi, diminuiscono del 9,4 per cento rispetto alla settimana precedente, ma aumenta la mortalità tra gli anziani nelle fasce over 80 e 60-79 anni. Andamento che, come si legge nel monitoraggio, è stato registrato, in maniera progressiva, a partire da febbraio.
LA QUARTA DOSE
La quarta dose, raccomandata per le persone immunocompromesse, è stata somministrata al 18 maggio a 203.944 persone, corrispondente a un tasso di copertura nazionale pari al 25,8 per cento.
Il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha sottolineato che aspettare l’autunno e l’arrivo dei vaccini «aggiornati» alle nuove varianti, previsto per settembre, «è molto rischioso per le persone vulnerabili che, al contrario, devono ricevere l’ulteriore booster a 120 giorni dalla terza dose».
Il periodo di 120 giorni, ha ricordato Cartabellotta, è stato «ribadito dal documento “Completamento delle schedule vaccinali anti-Sars-CoV-2 in soggetti vulnerabili” dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale», cioè l’organismo che ha sostituito la precedente struttura commissariale guidata da Figliuolo.
«Il calo dell’efficacia vaccinale nei confronti della malattia grave – ha detto il presidente di Gimbe – sta determinando un netto aumento della mortalità nelle fasce più anziane della popolazione, già vaccinate con tre dosi, mentre si stanno sempre più consolidando le evidenze scientifiche sull’efficacia del secondo booster nel ridurre ospedalizzazioni e decessi».
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