martedì 2 aprile 2024

NEUROSCIENZE NEURONI SPECCHIO. DUSI E., Scoperto "il lato oscuro dei neuroni specchio": così nascono rabbia e aggressività, LA REPUBBLICA, 01.03.2024

 Studio sui topi pubblicato su Cell. "Ecco perché assistere a una lotta o giocare a un videogioco violento può essere appagante". I roditori in cui questi neuroni sono sempre attivi si scagliano anche contro la propria immagine allo specchio


Sono la sorgente dell’empatia. I neuroni specchio si accendono quando un primate osserva un suo simile compiere un movimento, o un uccello ascolta il canto della sua specie. Scoperti a Parma negli anni ’90 nei primati dal gruppo di Giacomo Rizzolatti, i neuroni specchio sono un ingrediente base della nostra vita sociale. “Ora però è stato scoperto il loro lato oscuro” commenta Pier Francesco Ferrari, ex ricercatore del gruppo di Rizzolatti, oggi alla guida del laboratorio di neuroscienze sociali all’Istituto di scienze cognitive di Lione.

Il centro della rabbia

Un’équipe dell’università di Stanford, negli Stati Uniti, ha infatti trovato dei neuroni specchio nel “centro della rabbia” del cervello dei topi maschi. Si accendono quando un roditore si azzuffa (il che avviene quando si mette un maschio nella gabbia di un altro maschio), ma anche quando osserva una lotta altrui. Se disattivati artificialmente dai ricercatori, i topi diventano mansueti. Se mantenuti sempre “accesi”, gli animali dimenticano anche la presenza di eventuali femmine e sfogano la loro rabbia su tutto, inclusa la loro immagine allo specchio.

“Vista l’immensa popolarità dei videogiochi violenti o delle gare di lotta, appare chiaro come l’aggressività, anche quella osservata negli altri, possa essere appagante” scrivono i ricercatori guidati da Nirao Shah nell’articolo pubblicato su Cell. “Può darsi anche che guardare una zuffa altrui migliori la propria tecnica di combattimento e faccia diventare più aggressivi”.

Se l'aggressività diventa contagiosa

La prima novità della ricerca di Stanford è che i neuroni specchio, o dell'empatia, sono un meccanismo meno idilliaco di quel che pensavamo. “Ma non basta” aggiunge Ferrari. “Finora li avevamo trovati nei primati e in aree del cervello superiori, cioè di sviluppo recente, come la corteccia cerebrale. Ora scopriamo che sono presenti anche nei topi e in aree più profonde e primitive, come l’ipotalamo. E anche in esemplari che non avevano mai avuto esperienza diretta di una zuffa”.

I neuroni specchio dell’aggressività sono stati infatti osservati in una particolare regione dell’ipotalamo nota da tempo come il “centro della rabbia” e chiamata nucleo di Cajal. “Stavolta non abbiamo a che fare con funzioni superiori, ma con i nuclei profondi e antichi della sopravvivenza nel mondo animale: difesa e lotta. Gli altri due pilastri sono sesso e cibo. A questo punto ci chiediamo se anche loro siano controllati dai neuroni specchio” riflette Ferrari.

Guardando agli umani, poi, la domanda che ci si pone è quanto l’aggressività sia contagiosa; se una persona mite, in un contesto di violenza, diventi ugualmente aggressivo; e se davvero film o videogiochi violenti influenzino i nostri comportamenti. Anche perché la lotta, fanno notare i ricercatori, raramente nel mondo animale è un affare privato. Le zuffe avvengono in pubblico. Tutti devono sapere chi è il più forte all’interno di un gruppo.

Nessun commento:

Posta un commento