venerdì 22 agosto 2025

SFRUTTAMENTO ECONOMICO DELLA VIOLENZA ONLINE. IL CASO PORMANOVE IN FRANCIA. REDAZIONE, Morto in diretta lo streamer Jean Pormanove: veniva picchiato e umiliato sui social, Francia sconvolta dai video, L'UNITA', 20.08.2025

 Jean Pormanove veniva regolarmente picchiato in diretta sui social. Jeanpormanove non era il suo vero nome, ma il nickname di Raphael Graven, morto proprio mentre era in diretta davanti a migliaia di follower. È un giallo il caso dello streamer morto davanti agli occhi di migliaia di persone che ha sconvolto la Francia. La Procura di Nizza ha aperto un’inchiesta e disposto l’autopsia sul cadavere, gli inquirenti dovranno chiarire tra le altre cose se la vittima si sottoponeva liberamente alle violenze o se venisse costretto. Clara Chappaz, ministra del Digitale, ha parlato di “orrore assoluto”, con “Jeanpormanove umiliato per mesi in diretta”.

OSSERVAZIONI SULLA COMMEDIA DI DANTE. LA PORTA F., Perché i cattivi sono sempre bugiardi: dalla “Divina Commedia” di Dante al male dei nostri giorni, L'UNITA', 21.08.2025

 Avete mai pensato che chi fa il male perlopiù dice bugie – deve giustificarsi! – mentre chi fa il bene è sincero, non ha cioè motivo per non esserlo? Guardiamo ai personaggi della Divina commedia: quando è che sono sinceri, parlando con Dante? Nell’ Inferno non lo sono mai: non fanno che autoassolversi, puntare il dito contro qualcuno, coprirsi reciprocamente di infamia, chiedere a Dante di essere perdonati o vendicati. In genere danno di sé un’immagine sublimata (e perciò falsa). Paolo e Francesca sono falsi amici di Dante (in particolare lei, che si sente innocente, riesce a incantarlo), Farinata è un uomo di parte che tenta di farsi passare per patriota, Ulisse si presenta come eroe della conoscenza mentre è uno spirito ingannatore animato da una hybris senza limiti. Tutti maledicenti e divorati dal rancore. In un certo senso abitano da sempre l’inferno! La attendibilità dei personaggi danteschi è proporzionale “alla loro capacità non di maledire ma di benedire l’esistenza”, trasformando l’odio in visione d’amore.

LA VICENDA DEL GRUPPO FACEBOOK 'MIA MOGLIE'. BIDOLI C., Lo psichiatra e il caso del gruppo «Mia Moglie»: «Patriarcato e non solo, il meccanismo della perversione che ha spinto 32mila uomini a iscriversi», CORRIERE.IT, 22.08.2025

 La squallida vicenda del gruppo Facebook «Mia moglie» in cui i partecipanti diffondevano e commentavano foto rubate alle proprie mogli e le commentavano, stimola una riflessione sui meccanismi psicologici che hanno spinto oltre 32.000 uomini ad alimentare un rito collettivo violento, oltre che illegale. Immaginare che la propria compagna possa diventare oggetto dello sguardo e del desiderio di un altro uomo rientra nel quadro psichiatrico delle perversioni maschili. Per provare a spiegare il fenomeno e dargli un significato psichico e emotivo Leonardo Mendolicchio,  psichiatra e psicoanalista, direttore del Dipartimento di Cura e ricerca disturbi alimentari all'Istituto Auxologico Piancavallo di Verbania e autore del libro «L'amore è un sintomo» (edizioni Solferino), ricorda la figura mitologica di Candàule, ultimo re di Lidia, che secondo il racconto di Erodoto avrebbe avuto il vizio di far nascondere lo schiavo Gige nella sua stanza da letto perché ammirasse la bellezza senza veli di sua moglie che, venuta a saperlo, avrebbe poi obbligato Gige ad uccidere il marito e a succedergli nel trono. 

martedì 19 agosto 2025

MATRIMONI FRA FANTASIE MASCHILI E STUPRI DI GRUPPO VIRTUALI. ALLIVA S., «Io so cosa le farei»: dentro il gruppo Facebook dove gli uomini condividono foto delle proprie mogli senza consenso, DOMANI, 19.08.2025

 «Donne inconsapevoli diventano prede di uno stupro virtuale», denuncia la scrittrice Carolina Capria, che ha portato alla luce il gruppo “Mia Moglie” dove immagini intime di donne inconsapevoli diventano oggetto di fantasia sessuale degli utenti

«Voi cosa le fareste?». «Sto notando che molte delle nostre mogli hanno tutte il culo più grande». «La mia ragazza vi dà la buona notte così». Sotto ogni post, il primo commento è una foto di una donna seminuda: gambe scoperte, fondoschiena in mostra, seno esposto. Foto rubate, occhi che non sanno di essere osservati. È il gruppo “Mia Moglie” su Facebook: 32mila uomini che condividono immagini delle proprie compagne, fidanzate, mogli per parlarne come se fossero oggetti, come se il consenso fosse un dettaglio inutile. Alcuni membri partecipano in forma anonima, altri con profilo reale, ma tutti contribuiscono a una dinamica inquietante: ogni fotografia diventa un invito alla volgarità, un pretesto per fantasie sessuali condivise in branco. «Oggi la trovate così» scrive un utente, in un post accompagnato dalla fotografia di una donna svestita in casa, sotto i commenti: «Io so cosa le farei», «Scopala», «La stuprerei io».