Sociologo statunitense, nato a Filadelfia e morto a New York.
Considerato il maggior esponente del FUNZIONALISMO SOCIOLOGICO. Non elabora un sistema teorico compiuto, ma un insieme di teorie di medio raggio che, pur non abbracciando la società nel suo complesso, danno una interpretazione esaustiva di singoli fenomeni e problemi sociali la cui validità può essere riscontrata con l’aiuto della ricerca empirica.
Oltre alla nota distinzione fra FUNZIONI MANIFESTE e FUNZIONI LATENTI, Merton ha fatto anche notare che l’attività di ogni compoente sociale può originare conseguenze multiple: alcune favorevoli all’adattamento di un dato sistema; altre sfavorevoli; altre ancora irrilevanti. Solo le prime dovrebbero essere chiamate FUNZIONI; le seconde, DISFUNZIONI; le ultime conseguenze NONFUNZIONALI.
Considerato che il Funzionalismo è stato criticato per diverse ragioni (per il suo ASTORICISMO, derivante dal fatto di effettuare analisi sul piano sincronico, cioè relative al sistema sociale come esso è in quel preciso momento storico; per l’orientamento CONSERVATORE derivante dalla sua attenzione per lo status quo del sistema) Merton ha cercato di rispondere proprio alla seconda obiezione: l’interesse per fenomeni legati all’ordine e all’integrazione sociale non qualificano l’operato di un sociologo attento a tali questioni come un operato ideologicamente accusabile di conservatorismo – così come l’interesse per il conflitto sociale non qualifica necessariamente il sociologo che percorre quel sentiero come un sociologo progressista. Anche le società nate da rivoluzioni, come la Russia e la Cina, ebbero problemi di ordine, stabilizzazione, riproduzione secondo i modelli culturali che si erano scelte; lo studio di questi problemi è una impresa perfettamente legittima per il sociologo di qualsiasi indirizzo purchè ovviamente egli non rifiuti di esaminare anche i fenomeni di conflitto cui i problemi dell’ordine possono dar luogo.
Le teorie di Merton sono esposte nella sua opera principale intitolata SOCIAL THEORY AND SOCIAL STRUCTURE (1949) (tr. It. Teoria e struttura sociale, Bologna , Il Mulino, 1983, 3 voll.).
L’ambito in cui Merton ha esercitato maggiore influsso è quello della sociologia della scienza di cui è considerato il fondatore avendo per primo teorizzato e praticato una ricerca sulle condizioni sociali della pratica scientifica del tutto indipendente dalle teorie della filosofia della scienza.
Merton descrive l’ethos della scienza, ovvero il sistema di norme che governa e contraddistingue l’attività pratica degli scienziati individuando 4 “imperativi istituzionali”: a) universalismo, ovvero il vincolo a giudicare gli asserti indipendentemente dalle caratteristiche di chi li ha formulati; b) comunismo, cioè il vincolo a rinunciare alla proprietà individuale dei risultati e delle scoperte scientifiche; c) disinteresse, vale dire l’anteposizione del progresso della scienza agli interessi personali; d) scetticismo organizzato, ossia l’atteggiamento critico.
FUNZIONALISMO.
Indirizzo dell’antropologia sociale e culturale e della sociologia del Novecento che pone come oggetto della ricerca la società intesa come TOTALITA’ di strutture sociali e culturali (forme istituzionali, costumi, credenze, associazioni, riti, tecniche, ecc.) fra loro interdipendenti, ciascuna delle quali fornisce un particolare contributo (detto, appunto, FUNZIONE) a favore del mantenimento di una o più condizioni essenziali per l’esistenza e la riproduzione del sistema sociale osservato che può coincidere con l’intera società oppure con una parte di essa.
L’analisi funzionale mira ad accertare la natura di tali condizioni dette REQUISITI FUNZIONALI ed il loro rapporto, i meccanismi di interdipendenza fra strutture psicologiche, sociali e culturali in forza dei quali una qualsiasi variazione intervenuta in una struttura può ripercuotersi sulle altre sino a portare al mutamento dell’intero sistema.
Antecedente diretto del F. è l’ORGANICISMO SOCIOLOGICO di Herbert Spencer con il suo parallelo fra le funzioni organiche e le funzioni sociali.
Il programma del F. si trova delineato ne LE REGOLE DEL METODO SOCIOLOGICO di Durkheim (1895) e poi verrà sviluppato da due antropologi come Bronislaw Malinowski e Adrian Reginald Radcliffe-Brown.
Scrive Durkheim: “Quando ci si accinge a spiegare un fenomeno sociale, bisogna ricercare in modo separato, da un lato la CAUSA EFFICIENTE che lo produce, dall’altro la FUNZIONE che esso svolge. Ci serviamo del termine ‘funzione’ proprio perché i fenomeni sociali non esistono in vista dei risultati utili che producono. Ciò che dobbiamo considerare è se sussista una corrispondenza fra il fatto esaminato ed i bisogni generali dell’organismo sociale e in che cosa consista questa corrispondenza, senza preoccuparsi di sapere se essa sia stata intenzionale o meno”.
Cfr. GALLINO L., Voci “Funzionalismo” e “Funzione”, in Dizionario di sociologia, UTET, 1978
27-02-2012
La sociologia di Merton sposta l'interesse nel campo delle disfunzioni del/nel sistema sociale, laddove il funzionalismo dell'origine vede, invece, aspetti organici di assetto del sistema stesso. Merton specifica, inoltre, la capacità dell'analisi del sociologo di fronte ad anomalie che si presentano nella risposta degli individui a stimoli esterni. Così, da esempio, lo studio delle funzioni latenti è rapportabile all'esame di condizioni e conseguenze 'nascoste' dell'azione sociale e del comportamento umano. Guglielmo Rinzivillo
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