Le
cronache non sembrano dire altro: viviamo in tempi incerti. Siamo piùinsicuri, più esposti all'ignoto, più vittime del crimine anche solo
rispetto a pochi anni fa. Ma i numeri raccontano una storia diversa.
Da un lato è vero
che negli ultimi anni lapercezione della propria sicurezza è diminuita, in
particolare per le donne: lo documenta l'Istat nel rapporto 2014 sul benessere
equo e sostenibile. Solo il 55% degli intervIstati, uscendo da solo al buio, si
sente sicuro; nel 2011 era poco meno del 61%.
Dall'altro però ci
sono i numeri veri e propri: le statistichesulle denunce per i diversi reati raccolte ancora dall'Istat,
che consentono di capire cosa succede ogni giorno nei principali comuni
italiani.
Il primo mito da
sfatare è quello degli omicidi. Nonostante gli speciali televisivi, i numeri indicano
chiaramente che gli omicidi sono in calo da anni: nel 2012 ce ne sono stati
0,9 ogni 100mila abitanti. Nel 1991 - preludio dello stragismo mafioso - erano
quasi quattro volte tanto. L'Italia è anche sotto la media europea, che è di
1,2. E nel complesso a diminuire sono tutti i crimini di natura non economica.
L'altro lato della
medaglia sono i furti e in generale i reati contro la
proprietà. Secondo uno studio del consorzio interuniversitario Transcrime,
coordinato da Marco Dugato, negli ultimi anni i furti in appartamento sono raddoppiati. Ricominciano a
crescere anche borseggi e rapine, così come lesioni e minacce.
Queste sono
tendenze generali, che però contano solo fino a un certo punto. Spesso, alla
fine, ci interessa soprattutto la zona in cui viviamo. Cosa succede, insomma,
nella nostra via.
Le famiglie più a
rischio per i furti in abitazione sono al nord, mentre è nel nord-ovest che sono più comuni i borseggi. Per le rapine vale l'opposto: esse tendono a verificarsi più
spesso al sud. Calabria, Campania, Sicilia e Puglia sono invece le regioni con
il più alto tasso di omicidi.
Se parliamo di
città possiamo essere ancora più precisi: nel 2012 Milano è prima in Italia per
furti, seguita da Bologna, Torino e poi Firenze. Per quanto riguarda le rapine,
le città più colpite sono Napoli, Catania, Milano e Palermo. Vibo Valentia ha
invece il record degli omicidi - sia tentati che consumati.
Come spiegare
l'aumento dei furti in abitazione? Che sia colpa della crisi? In realtà, come
mostrano gli esperti di Transcrime, questo tipo di reati richiede un livello
molto alto dicompetenza e preparazione. Chi perde il lavoro
rapina il negozio all'angolo, non spia per giorni un'abitazione per studiare le
abitudini dei padroni di casa.
Una spiegazione più
plausibile è che organizzazioni criminali si stiano specializzando proprio in questo tipo di attività: sarebbe una
novità da osservare con attenzione.
In generale però
ogni città fa storia a parte. I dati Istat consentono di ricostruire come
cambia, in ciascuna di esse, il crimine negli ultimi anni.
Certo non tutti i
reati si trasformano in denunce, e per questo alcuni crimini sono più difficili
da individuare. Reati da colletti bianchi come corruzione o riciclaggio, per esempio: guardando solo i
dati potrebbero sembrare rari; eppure la percezione sembra indicare proprio il
contrario, mentre i tanti cambiamenti legislativi degli ultimi anni non sembrano
aver portato chiarezza.
Lo stesso può
succedere in altri casi: i motivi per cui le vittime decidono di non sporgere denuncia sono tanti. Per vergogna, come
succede nel caso degli stupri, o perché il danno è minimo, come in alcuni
furti. Oppure per mancanza di fiducia nelle forze dell'ordine e - in via
indiretta - nello Stato stesso: è spesso il caso del sud Italia, come rileva un
altro rapporto di Transcrime sulle imprese vittime di criminalità. Per questo è
probabile che nel meridione alcuni reati siano sottostimati.
E ancora: chi
dovrebbe denunciare può ottenere vantaggi personali non facendolo; è appunto il
caso della corruzione, che tende a creare un rapporto ambiguo fra chi dona e
chi riceve.
Tutte ragioni che,
sommate, portano a quello che i criminologi chiamano “numero oscuro”. Nome azzeccato per indicare la differenza fra reati
commessi e reati denunciati, e insieme un elemento che rende difficile, in
alcuni casi, capire come stanno le cose e se migliorano o peggiorano. Stupri,
criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio, droga: tutti crimini per cui
le statistiche vanno valutate con più attenzione.
Per altri reati
invece la tendenza è chiara: non denunciare un omicidio è quasi impossibile.
Almeno in questo, dunque, l'Italia resta un paese virtuoso. Certo non una frase
che si legge spesso, di questi tempi.
Fonti utilizzate per l'articolo
e i grafici:
- Istat
- Tasso di delittuosità totale per tipo di delitto. Dati per grandi comuni
- Istat - Il benessere
equo e sostenibile in Italia, 2014
- Transcrime - Le imprese vittime di criminalità in Italia.
Transcrime report n. 16, luglio 2012
- Muratore
- La misurazione del fenomeno della criminalità attraverso le indagini di
vittimizzazione. Istat
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