I vicini, persino il medico curante, però, si sono accorti della sua scomparsa soltanto ieri, quando a imporre l'apertura della porta della sua abitazione è stato un ufficiale giudiziario inviato dal tribunale per eseguire lo sfratto della donna, morosa. Quando la serratura ha finalmente ceduto e le chiavi ancora infilate nella toppa hanno smesso di opporre resistenza, l'appartamento nel cuore della zona dormitorio tra la Prenestina e la Collatina si è rivelato in tutto il suo orrore. La signora riversa a terra, accanto al letto, ormai semi-mummificata. Un pungente e nauseabondo odore di morte. La polizia ha trovato la fiamma del fornello ancora accesa e un pentolone abbandonato sul fuoco. Chissà da quanto.
In attesa dell'autopsia, un'idea sui tempi se l'è fatta Enrico Maria Trusiani, uno degli inquilini della palazzina: "Abito sopra la signora e quell'odore terribile l'ho sentito per la prima volta nel gennaio del 2014". Venti mesi fa. "Abbiamo scritto all'amministratore - continua il vicino della prof guardando la cassetta delle lettere strabordante di vecchie bollette - qualcuno ha chiamato anche le forze dell'ordine". Poche e insoddisfacenti le risposte, al punto di scatenare un gesto a metà tra disperazione e barbarie. Stanchi dell'odore, i dirimpettai qualche mese fa hanno pensato bene
Nel frattempo, distante solo pochi metri e qualche scalino, anche il medico di famiglia si dimenticava della paziente che vedeva con regolarità. La memoria, invece, oggi aiuta Laura Morra, un'altra vicina: "Indossava sempre la sua tuta blu. Era in stampelle, forse sarà caduta. Sospettavamo qualcosa? Non si vedeva da tanto". Ma a Roma est funziona così: ci si viene solo a dormire
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