Una fase di cambiamenti riguardanti corpo, pensieri, passioni e istinti. Per arrivare a scoprire chi siamo. Un momento che è insieme meraviglioso, rivoluzionario, difficile e indimenticabile. In una parola: l’adolescenza. Una fase di passaggio dall’essere bambini al diventare uomini e donne, per la quale molti genitori sognano di avere il libretto d’istruzioni (quanti nel faccia a faccia con un 14enne si sono trovati a pronunciare la frase «questa casa non è un albergo», ndr). Un’età misteriosa non solo per le famiglie, ma anche per i neurosocenziati che da sempre indagano su come si sviluppa il cervello degli adolescenti e sulle sue differenze rispetto a quello adulto. Fino a una ventina di anni fa si pensava che la maggior parte della crescita avvenisse nella prima infanzia. Oggi, grazie alla diffusione di avanzati sistemi di scanning, sappiamo che non è così: il nostro organo pensante continua a svilupparsi per tutta l’adolescenza e durante i primi 20 o 30 anni della nostra vita. Ora, è stato fatto un ulteriore salto nella conoscenza.
Se prima il volume della materia grigia e lo spessore della corteccia cerebrale, sede delle funzioni intellettive, sembravano diminuire invece che aumentare, un nuovo studio della Università della Pennsylvania, pubblicato sul Journal of Neuroscience, potrebbe aver trovato il perché di questa apparente contraddizione (A mettere insieme tutti gli elementi ci pensa il titolo: Age-Related Effects and Sex Differences in Gray Matter Density, Volume, Mass, and Cortical Thickness from Childhood to Young Adulthood). Per arrivare alla conclusione sono stati utilizzati i dati raccolti in un’indagine che ha seguito lo sviluppo neurocognitivo di bambini e ragazzi, il Philadelphia Neurodevelopmental Cohort. Analizzando le immagini di risonanza magnetica di oltre mille individui (1.189 per la precisione) tra i 18 e i 23 anni, i ricercatori hanno osservato i cambiamenti nel cervello, evidenziando come “nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza il volume della materia grigia diminuisce, ma la densità aumenta”. Spiegando così - in poche parole - perché migliorano le performance cognitive, pur riducendosi di volume.
Non solo, il fenomeno è particolarmente visibile nelle ragazze, il cui cervello è di dimensioni minori perché proporzionato alla loro taglia, ma dotato di maggior quantità di materia grigia densa. Ciò spiegherebbe perché i loro risultati siano equivalenti a quelli maschili. Secondo Ruben Gur, uno degli autori, questa scoperta può spiegare meglio l’intensità dei cambiamenti che avvengono tra l’infanzia e l’adolescenza. «Se rimaniamo disorientati dal loro atteggiamento, ci tornerà utile sapere che il loro cervello cambia di dimensione e composizione in un momento in cui si chiede loro di più in termini di risultati e devono comunque mantenere un profilo accettabile», ha concluso.
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