La pietra, che si staglia quasi 350 metri sopra al deserto che la circonda, ed ha una circonferenza di 9,4 chilometri, il che la rende il monolito più grande del pianeta, è uno dei siti più riconoscibili del grande Paese-continente oceanico. Meta prediletta del parco nazionale Uluru-Kata Tjuta, capace di attirare in the middle of nowhere, come dicono gli stessi australiani del loro sconfinato cuore desertico, centinaia di migliaia di persone l'anno, è da decenni oggetto di controversia, con gli aborigeni a chiedere che non venga scalata.
Il tutto negli anni è stato accompagnato da campagne che incoraggiavano i turisti esplicitamente a scegliere la camminata in piano attorno alla circonferenza del monolito, a scapito dell'"arrampicata". Il tutto ha prodotto una graduale disaffezione verso l'ascesa, che comunque viene a tutt'oggi scelta da almeno 60mila ospiti dell'area all'anno.
Ora però il direttivo del parco nazionale Uluru-Kata Tjuta (dove questi ultimi sono i Monti Olgas, non meno iconiche formazioni rocciose situate a una cinquantina di chilometri da Ayers) ha votato unanimemente per lo stop.
"È un luogo di grande importanza, non un campo giochi alla Disneyland", ha detto il presidente del board, Sammy Wilson, che è Anangu. "Se io viaggiassi in un altro Paese e trovassi un luogo sacro, dove non è permesso entrare o salire, io rimarrei al di qua del limite, avrei rispetto". E ha aggiunto. "Non è una cosa per cui sentirsi tristi o contrariati, ma un motivo per fare festa.
Uluru e la sua area sono infatti stati restituiti ai loro proprietari nativi nel 1985. In quello stesso istante, però veniva istituito il parco nazionale, di cui il governo federale australiano manteneva la co-gestione per 99 anni. Il consiglio di amministrazione, infatti, si compone di 8 aborigeni e 4 ufficiali governativi. Il tutto deve avere in qualche modo contribuito a rallentare il processo o quantomeno a renderlo graduale, a non arrivare al divieto dall'oggi al domani. La dissuasione è cominciata oltre 20 anni fa, ed ha via via fatto declinare il numero di turisti che scalavano il monolito. Fino a quando, a numeri già scesi, il board dell'ente parco ha stabilito che la montagna sarebbe stata definitivamente bandita allorquando il numero degli arrampicatori fosse sceso sotto la soglia del 20 per cento del totale dei visitatori dell'area. L'ente parco riferisce ora che tale percentuale si è ormai stabilita attorno al 16 per cento (2011-2015): i tempi sono maturi.
Uluru ha mille altri modi per essere ammirata. Ai più pigri basterà appostarsi al tramonto in uno dei grandi parcheggi per ammirarla al suo massimo rossore. Chi le farà il giro attorno avrà occasione di scoprire le pitture rupestri Anangu, le uniche opere preistoiche al mondo, al pari della rimanente arte aborigena australiana, che possono essere lette e decrittate dalle guide native, o in generale dai discendenti degli autori. E per un'esperienza aerial, ci sono le mongolfiere...
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