mercoledì 25 dicembre 2019

SOCIETA' E MONDO FRA 2010 E 2019. M. BELPOLITI, 2010-2019, il decennio dimenticato, REPUBBLICA.IT, 17 dicembre 2019

Cosa resta di un decennio che ha praticato con intensità e spudoratezza il vintage, ovvero il recupero del passato prossimo? Non molto. Niente di intensamente memorabile, niente che resti impresso nel ricordo collettivo.



Certo gli anni Dieci del XXI secolo sono stati quelli dell'esplosione del terrorismo nelle città europee, degli attentati in mercati, lungomare e spazi pubblici delle capitali, un fenomeno che ha lasciato con fiato sospeso e si è risolto almeno per ora con blocchi di cemento e vie interdette. C'è stato l'Isis, altro fantasma che ha abitato in modo virtuale i teleschermi televisivi e i visori degli smartphone degli occidentali, e invece in modo molto realistico la Sira, l'Iraq e gli stati limitrofi.

Forse dal punto di vista culturale e dell'immaginario sociale il fenomeno che ha segnato questo decennio di transizione sono state le serie televisive che hanno riportato alle poltrone e ai divani di casa un pubblico in fuga da sale cinematografiche e teatri, privatizzando, seppure in forma collettiva, il consumo di storie e immagini. Il Trono di Spade ha conosciuto tra il 2011 e il 2019 un trionfo planetario con milioni di spettatori per otto stagioni - una espressione questa sintomatica, che ha sostituito quella di "serie", perché le stagioni non sono più quelle climatiche. Forse non è un caso che questo romanzo a puntate appartenga al genere fantastico e abbia riportato al centro delle fantasie collettive un universo passato, medioevale nella sua sostanza, là dove nei decenni precedenti era invece il futuro di Guerre stellari a segnare l'immaginario dei singoli. Un mondo di lotte senza esclusioni di colpi tra nobili - guerre, tradimenti e violenze - mentre il popolo giace in uno stato di degrado e povertà endemica: è questo quello che ci attende nel prossimo futuro? E poi il Grande Inverno, traduzione sottozero dei fantasmi climatici che incombono.

Il vintage ci ha regalato il bel film di Paolo Sorrentino, La grande bellezza, un rifacimento in chiave malinconica del nostro passato prossimo, con una Roma che incanta e affascina, piena di citazioni di pellicole precedenti; e poi anche il suo Young Pope arrivato nel decennio delle dimissioni di Ratzinger e della elezione nel 2013 del sovversivo e spiazzante Bergoglio al soglio pontificio. Sorrentino è stato rapido nel cogliere al volo la doppiezza della più antica istituzione religiosa e politica, che è sopravvissuta a secoli di crolli e rovine, e sembra ancora candidarsi a superare il millennio che è appena cominciato. Anche il papato è a suo modo vissuto come un evento vintage con i continui riferimenti ai modelli degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso: Papa Giovanni, il marxismo dei preti sudamericani, la lotta contro il capitalismo rimasto a sostenere il ruolo onnivoro di pensiero unico.

I due o tre pensatori di questo decennio sono stati a loro modo dei corsari, nonostante la loro produzione fluviale: Slavoj Žižek, comunista eretico, e Peter Sloterdijk, erede anomalo della filosofia tedesca francofortese. I loro libri più che studi sistematici sono state delle vere e proprio incursioni nel contemporaneo, una categoria che è sempre più in crisi, dal momento che la storia, dopo il balzo in avanti del 2001 a New York e la crisi incarnata da Lehman Brothers 2008, è sembrata girare intorno a se stessa, con avvenimenti che sembravano la ripetizione stanca di precedenti. Fukushima, immane tragedia radioattiva giapponese, ha ripetuto Chernobyl, la Concordia gli affondamenti del Novecento, seppure in chiave deciasamete caricaturale. C'è stato l'inizio della ribellione di Hong Kong nel 2014, ma non ha prodotto sul piano dell'immaginario nessuna opera visiva o scritta che agisca come Il Trono di Spade nella testa degli spettatori occidentali.

Nonostante un Nobel passato, nessun libro sconvolgente arriva dalla Cina dei nuovi primati economici, nessuna colonizzazione dell'immaginario perché, nonostante la crisi che l'attraversa, l'America continua a modellare i sogni a occhi a aperti di buona parte del Pianeta. Che il decennio che sta per finire sia stato quella della serialità lo conferma Elena Ferrante, l'invisibile scrittrice, che dopo aver pubblicato alcuni libri, che avevano colpito i lettori nei decenni precedenti, con L'amica geniale è esplosa sbarcando in America. Quattro episodi di una storia personale, ancora una volta emblematicamente collettiva, hanno fatto del Fantasma napoletano la Dickens del secondo decennio del XXI secolo.

Il segno femminile è il più potente di questo decennio. L'hastag, nuovo segno grafico del millennio, ha esordito nel 2017: #MeToo, la lotta contro le molestie sessuali, prima di tutto nei luoghi del lavoro. Tarana Burke ha portato Twitter a diventare il luogo dei nuovi segni e segnali del presente, e anche del passato. Forse sono proprio i social, seppure non nati nel decennio che si conclude, a diventare l'aspetto culturale più rilevante degli anni Dieci. Nel nuovo canale di comunicazione e diffusione ha prevalso il rancore e il risentimento, che sono sentimenti-al-passato, ovvero girati all'indietro. Il rimuginare è diventato probabilmente il mood prevalente, il risentire e il ripensare, il tormento e il dolore del trascorso hanno preso il posto dell'idea del riscatto e del futuro.

Il cambiamento non è più all'ordine del giorno, per quando nel fondo dell'inconscio collettivo s'agitano ansie e angosce per quello che potrà accadere all'umanità, alla Terra e alle generazioni future tra breve. Per quanto pubblicato nel 2006, tre anni prima dell'inizio del decennio, il romanzo di Corman McCarthy sembra sporgersi in modo inquietante negli anni a seguire. Un avvenire probabile? La paura e il timore non sono bastati a sbloccare in senso ambientalista le decisioni dei potenti della Terra. Loro si combattono ancora come i guerrieri del Trono per mantenere il potere in un universo che invece del Grande Freddo avrà presto un Grande Caldo, e arderà, come ci ha annunciato la profetessa Greta, la ragazza venuta non dal futuro, bensì dal passato, come un personaggio biblico ci porta la cattiva novella esigendo la nostra conversione.

Nessuno sa come andrà a finire.

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