La lettera del sindacato della Polizia Penitenziaria (Osapp 1) ai gruppi parlamentari di Camera e Senato. Un aumento delle persone detenute di 350 unità in soli tre giorni. La cronica carenza del personele di sorveglianza e la domanda provocatoria degli agenti: "con i tagli di spesa dell'80% le carceri finiranno per essere autogestite dai detenuti"
ROMA - Come era facilmente prevedibile, alle 17 di ieri i detenuti nelle carceri italiane hanno nuovamente superato la quota 66mila (66.065 presenze, per l'esattezza, per 45.572 posti-letto). Ed è altrettanto prevedibile che entro pochi mesi, i dati del sovraffollamento penitenziario assumeranno di nuovo rilevanza e pericolosità.
L'appello della polizia penitenziaria. E' in sintesi la nuova lettera che l'Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp 2) ha trasmesso ai responsabili dei gruppi parlamentari di Camera e Senato. "Le cifre di un incremento di 350 detenuti in soli tre giorni - scrive il segretario generale dell'Osapp, Leo Beneduci - questa volta hanno riguardato principalmente la Sardegna (+84), la Sicilia (+54), la Toscana (+44), la Campania (41), il Lazio (+26) e il Piemonte (+24), ovvero regioni che già da tempo hanno superato i posti-letto disponibili e che adesso si apprestano a superare anche la capienza cosiddetta tollerabile, come già avviene per Friuli, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Valle d'Aosta e Veneto, mentre del tutto insostenibile diventa anche la penuria di personale di polizia penitenziaria".
Carenze nell'organico: "I detenuti gestiranno le carceri?". Infatti - si legge ancora nella lettera - "rispetto alle 7mila unità che mancano all'organico del Corpo, mai integrato dal 1992 (quando i detenuti erano meno di 40mila), in Piemonte ci sono 850 poliziotti penitenziari
in meno, 700 ne mancano nel Lazio e in Toscana, 650 in Sicilia e 350 in Campania: con la spending review che blocca l'80% delle assunzioni, già da quest'anno e per i prossimi tre anni, ci aspettiamo persino carceri autogestiti dagli stessi detenuti".
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