lunedì 21 aprile 2014

MASS MEDIA E STEREOTIPI. REDAZIONE, «Programma maschilista». Così Camilla vuole cancellare Belen dalla tivù, CORRIERE DELLA SERA, 21 aprile 2014

Camilla Bliss,ventenne padovana, studentessa di Scienze dell’educazione, ha dichiarato guerra a Belen via web. Meglio, alla trasmissione «Come mi vorrei» che la Rodriguez conduce da lunedì a giovedì su Italia1 alle 17.15. Una specie di «campagna» avviata attraverso la piattaforma delle petizioni change.org. L’iniziativa ha già raccolto 30 mila adesioni. «Ho visto una puntata di “Come mi vorrei” e credo che -scrive Camilla nel testo - il programma potrebbe chiamarsi piuttosto “Come mi vorreste voi”. Non ho mai visto un programma tanto maschilista e pieno di stereotipi»

Camilla, una ventenne, sfida Belen«La tua tv è maschilista»
di Chiara Maffioletti, Corriere della sera, 20 aprile 2014

Se ti senti insicura per il tuo aspetto fisico, chiedere aiuto a Belen potrebbe sembrare una mossa discutibile. Un po’ come se chi si sente scarso a giocare a calcio, per migliorare facesse una partitella con Messi. Eppure è quello che succede in Come mi vorrei, nuovo appuntamento del pomeriggio di Italia1 in cui alcune ragazze si rivolgono alla showgirl per risolvere problemi non sempre strazianti, del tipo: «Due ragazzi mi hanno chiesto di uscire: chi scelgo, il più carino o il più simpatico?». Tra i tanti videomessaggi, la conduttrice ne seleziona uno di chi, in genere, si vorrebbe «più carina», «più curata», «più sexy», dopodiché incontra la ragazza. La diagnosi del «problema» scatta dopo aver ispezionato il suo armadio e quindi Belen stabilisce i punti su cui intervenire scrivendoli con un rossetto su uno specchio. Momento chiave, il cambio di look. Capelli, trucco e abbigliamento della ragazza vengono stravolti e quando si rivede, finalmente, si piace. Ma non tutti sono rimasti commossi da queste storie. Camilla De Luca (ma in rete si firma Camilla Bliss), ventenne padovana iscritta a Scienze dell’educazione e della formazione, ha lanciato una petizione sulla piattaforma Change.org per chiudere il programma, raccogliendo più di trentamila firme. Il motivo? «L’educazione può fare moltissimo per la crescita di un individuo, ma non può contrastare i numerosi messaggi negativi che i media ci propongono. Il pensiero che anche una sola ragazza possa recepire il messaggio proposto da questo programma mi inorridisce e ho deciso di intervenire».

Secondo Camilla Come mi vorrei sarebbe «maschilista e pieno di stereotipi. Potrebbe chiamarsi Come mi vorreste voi. Una ragazzina che lo guarda è portata a pensare che l’unico modo per avere un ragazzo ed essere accettata dagli altri sia cambiare radicalmente per aderire a un’immagine stereotipata e falsa dettata da una società omologante». La petizione si riferisce alla prima puntata, quando Linda, 21enne dal look gotico ma che ripete «mi piaccio così», chiede a Belen un aiuto: «Invece di ricevere consigli, viene insultata e presa in giro per come si veste, le viene detto che deve cambiare senza tenere in conto le sue opinioni». Troppo per Camilla. Ma non per il direttore di Italia1, Luca Tiraboschi: «Stiamo parlando di un people show, di intrattenimento. Non credo sia compito della tv commerciale e in particolare di un programma come questo fare dell’introspezione psicologica approfondita». Per il direttore non bisogna dimenticare «che le ragazze si rivolgono a noi per avere dei consigli. Oggi vanno di moda gli instant book , noi facciamo degli instant look e, se la protagonista non ci si rivede, dal giorno dopo può tornare come prima». Ma, in una rete che si rivolge ai giovani, non rischia di passare il messaggio che quello che gli altri pensano sia più importante di come si sente ogni ragazza? «Sono consigli. I pionieri con questo genere di programmi siamo stati noi con Il brutto anatroccolo, ma ora ce ne sono di simili su Real Time, Mtv, FoxLife, e nessuno dice niente. Ma siccome qui c’è Belen scatta la polemica».

Una congiura? «È un personaggio catalizzante e attira più critiche degli altri. Invece è perfetta per il programma: per le ragazze è come ricevere consigli dall’amica che ce l’ha fatta. Anche lei ha avuto le sue insicurezze». Ogni tanto le sfuggono commenti non proprio tenerissimi. Eppure, per Tiraboschi «è troppo blanda. Il rapporto è quello tra il coach e il pugile all’angolo: a volte è necessario essere aspri per scuotere». Non la vede così Anna Oliverio Ferraris, psicoterapeuta e autrice di libri tra cui Chi manipola la tua mente: «I media hanno una evidente tendenza a semplificare la figura femminile, riducendola al look. Si finisce per proporre modelli che non fanno bene perché non sono raggiungibili». Secondo la psicoterapeuta: «Da una parte programmi come questo semplificano la diversità, dall’altra alimentano l’insicurezza che spinge le ragazze a partecipare facendo capire loro che davvero non andavano bene». Tiraboschi non lo pensa. Ma una suggestione la accoglie: «Siamo alla prima edizione: non è detto che non si possa recepire il suggerimento per la prossima». Di chiusura, insomma, non se ne parla.

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