La dislessia è il più diffuso disturbo dell’apprendimento, e colpisce una persona su dieci. Viene associata a una bassa attività nelle aree cerebrali che elaborano il linguaggio e “decodificano” le parole in gruppi di lettere che sono poi associate a schemi sonori dotati di significato.
Lo studio, uno dei primi nel suo genere, ha coinvolto 19 adulti dislessici e 19 soggetti di controllo. L’età media dei partecipanti era di 42,5 anni. “Dopo circa 112 ore di insegnamento, - spiega la ricercatrice Lynn Flowers - i soggetti hanno esibito miglioramenti significativi nella lettura, accompagnati da variazioni di attività cerebrale. Questi risultati suggeriscono che non è mai troppo tardi per superare questa disabilità”.
Gli scienziati hanno usato tecniche di risonanza magnetica funzionale (fMRI) - che mostrano l’attività cerebrale mentre si svolge un compito - per verificare se gli adulti dislessici elaborano il linguaggio diversamente dai soggetti di controllo. L’esperimento ha rivelato che diverse aree del cervello, soprattutto nel lato sinistro, erano meno attive nei soggetti dislessici. Si tratta delle aree associate con l’elaborazione dei suoni e il riconoscimento di oggetti familiari. Per scoprire se le lezioni di fonetica potessero
Successivamente, un esame ha rivelato un miglioramento del 23 per cento nella capacità di lettura e di “decodifica” di una parola scritta. Il corso di fonetica (incentrato sulla struttura e sul funzionamento del linguaggio) era stato scelto perché si era dimostrato efficace nei bambini. I ricercatori intendono ora valutare se un programma meno intensivo presenta gli stessi benefici.
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