A pochi giorni di distanza l’una dall’altra, alla fine di gennaio 2017 sono state pubblicate sulle riviste specializzate le scoperte di quattro reperti fossili, alcuni dei quali considerati «impossibili», che hanno stupito il mondo scientifico. Si tratta di scoperte sensazionali, forse non di grande impatto mediatico come i dinosauri o i mammuth, ma che stanno contribuendo a modificare alcune certezze nell’ambito dell’evoluzione.
SCHEDA E IMMAGINI: http://www.corriere.it/scienze/cards/fossili-nuove-straordinarie-scoperte-che-cambiano-storia-dell-evoluzione/fossile-impossibile.shtml
Le scoperte sono state rese possibili anche grazie alle nuove tecniche di analisi, che consentono di «vedere» e ricreare in tre dimensioni strutture interne di organismi fossilizzati nella pietra. Queste quattro scoperte vanno ad aggiungersi ad altre degli ultimi 2-3 anni che hanno modificato l’Albero della vita, cioè le linee evolutive che portano dal primo organismo pluricellulare fino a noi. Si tratta nella maggior parte dei casi di fossili che risalgono al Cambriano e all’Ordoviciano, i primi due periodi dell’era Paleozoica che iniziarono circa 542 milioni di anni fa per chiudersi 443 milioni di anni fa. In questi 100 milioni di anni (specie all’inizio del Cambriano) avvenne la proliferazione e la suddivisione della tipologia delle varie forme di vita. Alcune si estinsero nel corso delle ere geologiche, altre le troviamo ancora oggi. Ma dobbiamo tornare a quei tempi per trovare le tracce dei primi organismi dai quali si sono poi evoluti tutti gli altri. Anche i vertebrati e, in ultima analisi, noi esseri umani. Tra queste recenti scoperte c’è anche Saccorhytus coronarius, considerato il nostro progenitore più antico. Era lungo 1 millimetro, viveva sul fondo dei mari 540 milioni di anni fa nel Cambriano inferiore. Aveva una grande bocca rispetto al corpo ed era privo di ano. È stato trovato in Cina.
Saccorhytus coronarius è considerato il più antico esemplare dei deuterostomi, il ramo che comprende anche gli echinodermi (ricci e stelle di mare). L’evoluzione dei deuterostomi, tramite il phylum dei Cordati, porta fino ai vertebrati. Quel piccolo esserino è quindi il nostro progenitore più antico. Risalendo il ramo evolutivo, i deuterostomi si erano diversificati dai Protostomi, dai quali sono poi derivati anche insetti, molluschi come seppie e lumache, e vermi come i lombrichi. Ecco perché, dal punto di vista evolutivo, noi mammiferi siamo più affini a una stella marina che a una mosca.
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