Saranno anche dei nativi digitali, i nostri figli, ma sono pure dei grandi ingenui digitali. Dopo lo spaccato - per nulla rassicurante - diffuso dall’ultima indagine internazionale sul livello di alfabetizzazione digitale dei teenager (solo due quattordicenni su 100 sono a prova di «fake news», bufale e scemenzaio vario in Rete), adesso arrivano i risultati di un sondaggio nostrano su quanto i millennials siano influenzabili dagli influencer. Secondo i dati raccolti dalla piattaforma digitale Skuola.net su un campione di 7.500 ragazzi tra i 10 ed i 25 anni, un ragazzo su tre mangia pane e influencer tutti i giorni e il 57 per cento di loro si fida dei suoi guru digitali. Due su tre ne seguono più di 10 e 4 su 5 li guardano più volte al giorno.
Mi fido di te (e compro quello che mi consigli)
Le webstar più gettonate sono youtuber - a cui da diverso tempo ormai si sono aggiunti anche gli instagrammer - e cantanti (17%). Subito dietro, attori e vlogger (12% e 11%). I settori in cui gli influencer hanno più peso sono la moda e la musica (14%), ma va fortissimo anche chi dispensa suggerimenti su serie tv e cinema (12%). Il 57 per cento del campione si fida quasi ciecamente di quello che gli influencer dicono, mentre il 43 per cento li ritiene inattendibili ma non per questo smette di seguirli. Il 32% degli intervistati, negli ultimi tre mesi, ha comprato almeno un prodotto suggerito da uno dei suoi beniamini in Rete. Del resto meno della metà degli intervistati (47%) conosce il significato dell’hashtag #adv (che accompagna i post commissionati dalle aziende) e di questi solo il 5% lo ha capito grazie a genitori e prof, a dimostrazione di quanto ci sia da fare ancora sull’educazione digitale. E intanto, mentre la scuola latita, non sorprende che ci sia chi si è già inventato un nuovo corso di laurea per diventare influencer.
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