martedì 4 aprile 2023

UOMINI IN RIVOLTA. NICOLOSI, MRA oppure Incel: cosa combinano gli uomini nel segreto delle loro stanzette, REPUBBLICA. AL FEMMINILE, 27.03.2023

 

In cosa credono MRA e Incel?

Non tutti gli Incel sono anche MRA e viceversa, perciò è importantissimo distinguere tra le due cose: “incel” sta per “celibe involontario”, un uomo che non trova nessuna disposta a fare sesso con lui o ad avere con lui una relazione di natura romantica.




E dal momento che credono che le relazioni siano un diritto umano, pensano di esserne stati privati dalla normalizzazione dell'uguaglianza di genere e del femminismo che spingono le donne a scegliere un tipo di uomo che chiamano "zerbino femminista".
Qualcuno che, secondo loro, è "disposto a starle a sentire e a pagare conti esorbitanti al ristorante pur di farsi una sco***ta".
Elegante.

Ma oltre a questo, c'è poca comprensione su chi siano questi uomini o su cosa credano.
Stando al "Manifesto degli Incel italiani", gli incel:
1. credono nella tesi dell’uguaglianza fra gli esseri umani e della sostanziale unità del genere umano;
2. disconoscono l’interpretazione del mondo e della storia propria dell’ideologia femminista, in particolare la cosiddetta “teoria del patriarcato” (tesi secondo cui le donne sono vittime di una oppressione millenaria da parte degli uomini);
3. ritengono che tra uomini e donne vi sia un’asimmetria nel potere sessuale (in cui le donne sono privilegiate).
4. credono nell’impegno culturale di uomini e donne per far emergere le proprie istanze, nell’etica discorsiva, si caratterizzano come un movimento di pensiero e sono contrari ad ogni forma di strumentalizzazione politica o manifestazione delle proprie istanze che si collochi al di fuori della prassi logico-discorsiva.

E ancora: "L’incel semplicemente non accetta di essere carne da macello in un modello sociale dove i ruoli di cliente e macellaio sono già stati assegnati ad altri: e se non può essere attore sociale preferisce essere distruttore, o meglio, destrutturatore sociale".

Ci sono poi dei gruppi di attivisti per i diritti degli uomini (MRA, man's right activist) che popolano gli oscuri recessi di Internet: blog, gruppi Facebook o telegram e forum vari sono il loro posto di ritrovo.
Con tanto di regolamento d'accesso e una sorta di statuto di adesione, qui si elabora sui problemi dei maschi, esclusivamente tra maschi e per garantire benessere ai maschi.
Posti (online, per ora) in cui la misoginia è più facile da trovare, o almeno è palesata, e in cui non mancano uomini disposti a dire alle donne che "loro stanno peggio" e che tirano fuori strampalate teorie del complotto.

Per esempio, si legge su uno di questi forum, che
"Chi comanda veramente gli stati e l'umanità ha tre obiettivi principali:
1. Azzerare le diversità culturali tramite l'immigrazia.
2. Azzerare le diversità di genere tramite le norme pro-gender.
3. Azzerare la riproduzione della specie tramite la lotta alle molestie sessuali" (e quest'ultima affermazione è quella che dovrebbe preoccuparci più di tutto).

Pillola nera e pillola rossa

Gli attivisti per i diritti degli uomini sostengono che la società sia diventata prevenuta e sessista nei confronti degli uomini.
Sostengono inoltre che gli uomini subiscono discriminazioni da parte dei media, del governo e nelle aule di tribunale, per la sola colpa di essere maschi.
I gruppi per i diritti degli uomini combattono contro le norme e le consuetudini sull'affidamento, per esempio, che favoriscono le madri rispetto ai padri, combattono contro la violenza contro gli uomini, contro le false accuse di stupro e le condanne sproporzionate: sono queste alcune delle disuguaglianze che i gruppi per i diritti degli uomini dicono di voler affrontare.

Gli MRA hanno usato a lungo la locuzione "redpill" (pillola rossa) per descrivere il processo con cui hanno capito cosa sta succedendo nel mondo.
Deriva dalla famosa scena di The Matrix in cui Neo può scegliere tra due pillole: una blu che gli permetterà di tornare alla sua vita normale, e una rossa che gli mostrerà il mondo per com'è.
L'idea, secondo loro che hanno capito tutto prendendo la simbolica pillola rossa, è che il femminismo è una bugia, perché secondo loro le donne sono in realtà al comando: il divario salariale, anche detto gender pay gap è solo un'invenzione, gli uomini vengono presi in giro dalle donne che prosciugano i loro conti bancari e che in linea generale sono attratte solo dai uomini che possono manipolare.

La loro risposta a questa presa di coscienza è di solito quella di andare in palestra, avere successo in ambito professionale, avere un bel fisico e approfittare delle donne il più possibile.
Per alcuni altri invece occorre prendere (sempre simbolicamente) la “pillola nera”.

Il termine risale al 2012 ed è uscito su un blog originariamente chiamato Omega Virgin Revolt, ma è entrato nell'uso comune solo nel 2017, quando la comunità incel di Reddit ha guadagnato l'attenzione del pubblico dopo che è stato aperto un thread su come farla franca dopo aver stuprato qualcuna.

La pillola nera è la cugina nichilista della pillola rossa: i fan della pillola nera pensano che non ci sono soluzioni al dramma del dominio femminile quindi soccombono, rifugiandosi in un violento odio verso le donne.
Le donne, dicono, sono programmate per cercare uomini geneticamente privilegiati e non prenderanno mai in considerazione uomini che non si conformano agli standard sociali di mascolinità.

Suprematisti

Come fa bene ribadire, il vero femminismo è la convinzione che tutte le persone dovrebbero avere uguali diritti, pari opportunità e uguale controllo sul proprio destino.
Sfortunatamente, ci sono fazioni del movimento femminista che non si attengono a questa definizione, ma piuttosto palesano odio verso gli uomini (e le donne transgender).
Proprio come il movimento femminista ha la sua fazione violenta, così anche quello che è noto come movimento per i diritti degli uomini, che è una sorta di movimento parallelo di difesa degli uomini, ha la sua fazione violenta.

Molti dei principi delle ideologie suprematiste maschili sono contraddittori.
Gli aderenti sostengono che le donne sono incompetenti e sceme ma allo stesso tempo manipolatrici. Alcuni sostengono che le donne usino il femminismo per opprimere gli uomini, mentre altri suprematisti cercano di mantenere e sfruttare la disuguaglianza di genere strutturale esistente.
Molti suprematisti maschili riducono le donne alla loro funzione riproduttiva, biasimando le donne che fanno sesso non a scopo riproduttivo perché il sesso, secondo loro, è qualcosa che le donne devono agli uomini.

Non credono nel termine "femminicidio" e ritengono che si parli troppo spesso della violenza sulle donne e per nulla della violenza che le donne compiono sugli uomini.
Che sarà anche vero, ma per fare un esempio: gli autori delle molestie a danno di uomini sono nell'85,4% dei casi altri uomini.

I gruppi per i diritti degli uomini non sono una novità ma gli obiettivi e i metodi adottati da questi gruppi sono cambiati e si sono evoluti nel tempo.
Come reazione alla seconda ondata di femminismo negli anni Settanta si è formato il movimento di "liberazione degli uomini" per fornire una comprensione critica delle convenzioni della mascolinità. Analogamente al movimento femminista, il movimento di liberazione maschile originale mirava ad affrontare gli stereotipi e le condizioni che colpivano gli uomini e la mascolinità nel contesto sociale, culturale e politico.

Da qui il movimento di liberazione maschile si divise in due fazioni: chi era femminista e chi era antifemminista.
Ciascuna parte di questo movimento basa la propria posizione sul concetto di privilegio maschile e sui modi in cui i diritti maschili hanno avuto un impatto negativo sulle donne a livello globale.
I membri del movimento di liberazione maschile che si sono allineati con i principi femministi si sono posizionati su argomenti che vanno dalla circoncisione maschile obbligatoria alla custodia dei figli.
Allo stesso modo, questa fazione mirava anche a discutere e mettere in discussione gli standard patriarcali normalizzati in tutta la società e ritenuti dannosi per tutte le persone.

Gli affiliati antifemministi hanno invece continuato a dichiararsi "attivisti per i diritti degli uomini" (MRA) nella convinzione che "sono vittime di un femminismo oppressivo, un'ideologia che deve essere abbattuta anche con la violenza”.

Per questi individui gli stereotipi di genere sono una cosa positiva nella società e la loro riduzione e l'abbattimento delle barriere sono dannose, soprattutto per gli uomini e per l'idea di mascolinità.
Gli attivisti per i diritti degli uomini riflettono un'ideologia e un movimento globale che si proponeva di mettere in discussione e bloccare le conquiste delle donne a tutti i livelli credendo che queste conquiste fossero state guadagnate a spese degli uomini.

Gli MRA ritengono che con il femminismo, e quindi con l'uguaglianza di genere, si sia "andati troppo oltre" e questo andare oltre abbia danneggiato profondamente gli uomini (le la società tutta).


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