Due generazioni lontane, segnate da fragilità molto diverse. È il quadro che emerge dall’indagine «bisogni di salute psicologica nella popolazione piemontese», promossa dall’Ordine degli psicologi del Piemonte e realizzata dall’Istituto Piepoli su un campione rappresentativo di 500 residenti over 18. Un lavoro che restituisce, con dati inediti, la percezione del benessere mentale nella regione e il suo impatto crescente sulla vita quotidiana. Paure economiche per gli adulti, angoscia di solitudine tra i giovani.
Tra gli over 55, oltre il 49% indica nelle difficoltà economiche la principale fonte di preoccupazione. Un dato che scende drasticamente al 20% tra chi ha meno di 34 anni. Nelle fasce più giovani, infatti, prevale un altro tipo di malessere: la solitudine. Ne soffre quasi il 30% degli under 24, contro appena l’8% degli over 35. Una frattura generazionale netta, che mostra come a pesare siano condizioni di vita e aspettative profondamente diverse.
Più in generale, l’attenzione verso il benessere mentale è ormai radicata: l’86% dei piemontesi lo considera un elemento fondamentale. Per il 15% è persino più importante della salute fisica, mentre per l’81% i due aspetti hanno pari valore. Nonostante ciò, più della metà del campione (55%) teme per la propria stabilità emotiva, con un picco del 73% tra i 18-24enni.
Proprio i più giovani indicano nella solitudine (28%) e nell’isolamento sociale (28%) i rischi maggiori, con un 64% che ammette di vivere la quotidianità sotto l’influenza della tristezza e un 76% condizionato da un costante stato di preoccupazione. «Con questo studio — spiega Giancarlo Marenco, presidente dell’Ordine degli psicologi del Piemonte — mostriamo una fotografia inedita del rapporto fra la popolazione regionale e il benessere psicologico, utile non solo ai professionisti ma anche alle istituzioni, alla scuola e ai servizi sociali. Numeri che confermano ciò che intuivamo su base empirica: negli ultimi anni il benessere mentale ha assunto un ruolo sempre più rilevante, amplificato dal periodo post-pandemico e da un contesto globale segnato da conflitti, instabilità economica e cambiamenti climatici, che generano profonde incertezze soprattutto tra i giovani».
Ma uno su due è contento della propria vita
Depressione, risorse personali e fattori di rischio: entrando nel dettaglio dell’indagine, il 18% dei piemontesi riferisce che stati depressivi influenzano in modo significativo la gestione della propria vita. Il 49% si sente dotato di energie mentali adeguate per affrontare la quotidianità; il 53% si dichiara soddisfatto della propria esistenza e il 57% della propria salute psicologica. Fra le cause che incidono negativamente sulla serenità si segnalano anche la malattia di un familiare (16%) e lo stress da lavoro (15%). Tre piemontesi su quattro ritengono di essere adeguatamente informati su come prendersi cura del proprio benessere psicologico, e l’82% sa a chi rivolgersi in caso di necessità. Eppure solo il 18% ha effettivamente usufruito di servizi psicologici. La conoscenza dell’offerta, però, rimane disomogenea: il 45% conosce la psicoterapia, il 37% i servizi psicologici in senso più ampio, ma soltanto il 5% è a conoscenza della psicologia nelle cure primarie. Alla luce dei dati, l’ordine piemontese ribadisce la necessità di «prorogare il bonus psicologo, in scadenza a fine anno e un rafforzamento delle risorse destinate al supporto psicologico, ormai indispensabile per rispondere ai bisogni trasversali della popolazione».
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