Che la Cina sia il Paese più materialista al mondo? Forse alcuni cominciano a sospettarlo, ma secondo un sondaggio in 20 nazioni diverse portato avanti dall’americana IPSOS la Cina si è aggiudicata il primo posto in classifica nel rispondere affermativamente alla domanda: “Valutate il vostro successo personale a seconda delle cose che possedete?”. Il 71% dei cinesi interpellati ha risposto “sì”. La media mondiale di persone che misurano il loro valore attraverso quello che posseggono, invece, secondo i dati IPSOS, è del 34%: la Francia, dunque, si è piazzata proprio in questa media.
L’Italia, invece, è allo stesso livello del Giappone, con appena il 22% degli intervistati che ha detto di mettere in relazione il proprio valore con quello dei propri possedimenti. L’America è ancora meno preoccupata di misurarsi rispetto alle cose, con un 21% della popolazione che ha risposto di giudicare sé stesso attraverso la lente di quello che ha accumulato. Sorprenderà forse maggiormente che la seconda a piazzarsi in questa classifica della materialità è l’India, dove il 58% ha risposto affermativamente alla domanda della IPSOS: non di meno, lo scarto con la Cina resta notevole.
Prima di accusare troppo i cinesi di essere solo materialisti, però, dobbiamo considerare anche la seconda domanda che è stata posta dalla IPSOS, piuttosto rivelatrice: i cinesi sono anche i primi a riconoscersi nella frase “la società mette sotto un’enorme pressione affinché io abbia successo e faccia soldi”; con un 66% di risposte positive. L’Italia invece da questo punto di vista è l’ultima: se nel mondo la percezione è che la società metta pressione per successo e denaro, con un indice globale che mette al 46% il sentimento di questa pressione, gli italiani lo sentono solo al 25%. Subito prima di noi ci sono svedesi e giapponesi, rispettivamente con il 26 e il 29% di persone intervistate che hanno detto di sentire forte il peso delle aspettative sociali.
Resta che i cinesi, vuoi per amor della materialità, vuoi per pressione sociale, sono anche quest’anno i maggiori consumatori di beni di lusso del Paese. E che nemmeno la campagna contro la corruzione lanciata con tanto battage pubblicitario dal Presidente Xi Jinping sembra aver davvero scalfito l’amore tutto cinese per il bling bling.
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