martedì 31 marzo 2015

LA SCUOLA IN GRAN BRETAGNA. SMENTITO POLETTI. C. DE LEO, Inglesi controcorrente, i lavoretti fanno male agli studentiInglesi controcorrente, i lavoretti fanno male agli studenti, CORRIERE DELLA SERA, 31 marzo 2015

Pochi giorni fa, il ministro Poletti ha strigliato gli studenti italiani: troppi tre mesi di vacanza, andate a lavorare.  Quasi contemporaneamente in Gran Bretagna, invece, si è aperto il dibattito opposto sul Saturday job, il lavoretto del fine settimana che molti allievi delle superiori utilizzano per guadagnare un po’ di soldi durante l’anno scolastico. Dopo la pubblica ammissione dei coniugi Beckham che hanno inviato il loro primogenito Brooklyn  a lavorare  in un coffee shop di Londra, in molti si chiedono se i danni non superino i benefici .


I contesti sono obiettivamente molto differenti, quasi opposti: in Italia la scuola è ancora nettamente separata dal lavoro, con sospetti di sfruttamento anche per gli stage. In Inghilterra, e nel mondo anglosassone in generale, i ragazzi sono abituati a  intervallare la studio con impieghi part-time ed esistono forme contrattuali che permettono e incentivano l’alternanza non solo in estate, ma durante tutto l’anno.
Ora, però, alcune ricerche rivelano che i teenager che lavorano nel fine settimana potrebbero compromettere il GCSE grades, l’esame delle superiori (rilasciato dai 14 ai 16 anni) che fissa gli standard educativi su alcune materie e il cui risultato accompagna gli studenti britannici fino al diploma.Il Guardian  cita la ricerca condotta da Angus Holford dell’Università dell’Essex sui ragazzi di età compresa tra i 13 e i 14 anni da cui emerge che il lavoro part time avrebbe un impatto negativo sui risultati accademici degli adolescenti Non solo: la maggiore disponibilità di denaro spingerebbe gli adolescenti a consumare più alcol, droga e sigarette.
A essere penalizzate maggiormente dal Saturday job poi, sarebbero le ragazze: un’ora di lavoro a settimana  per un anno scolastico basta a intaccare la prestazione al GCSE. Le 15enni che lavorano in media 6 ore a settimane, poi, ottengono in media voti molto più bassi.
Le ricerca di Hancoc sembra contraddire il ministro dell’economia britannico Matthew Hancoc, un po’ come il nostrano Poletti, aveva esortato i datori di lavoro a creare più “impieghi del week end che possono dare aprire prospettive di un contratto stabile e aumentare le possibilità di carriera”.  L’appello di Hancoc prende spunto dalle cifre ufficiali secondo cui dal  2000 al 2014 la percentuale dei ragazzi britannici di 16-17 anni che lavorano è dimezzata (dal 30% al 15,5%).
“L’effetto a lungo termine del Saturday job è particolarmente negativo per gli studenti borderline, quelli che hanno performance appena sufficienti soprattutto in inglese e matematica- ribatte Holford – E visto che i risultati accademici dei 16enni hanno una importanza fondamentale sulle prospettive di carriera, le famiglie e la politica dovrebbero preoccuparsi di mettere i ragazzi nelle condizioni migliori per ottenere i risultati migliori” .

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