JERGIJ
C’è però un altro aspetto del film che mi preme rilevare qui e che mi collega direttamente all’argomento che vorrei trattare. Il film ha anche il merito di mostrare come lo stesso accesso alla cittadinanza sia una questione di ricchezza (di tempo/denaro). Quando, infatti, Will Salas, il personaggio principale, decide di entrare nella città in cui vivono i ricchi, le barriere che egli è tenuto a superare non sono di tipo formale, ma solo di tipo materiale. Nessuno, insomma, gli chiede il passaporto o altri documenti. Non ci sono cioè leggi che impediscono – per un motivo o per un altro – l’ingresso o la residenza del protagonista povero nella città degli eterni. Tutto ciò che egli deve fare per accedervi è pagare a ogni posto di blocco costruito lungo la strada che separa i molti poveri dai pochi ricchi.
Il messaggio è dunque chiaro: le vere barriere nell’accesso alla cittadinanza sono quelle di tipo materiale, quelle formali servono, semmai, soltanto a legittimarle. Dunque, anche sotto questo profilo, il film di Niccol ha il merito di rendere immediatamente leggibili alcuni legami e condizionamenti già fortemente presenti nella nostra società. Può dirsi la stessa cosa dell’ultima legge approvata dal Parlamento di Malta in materia di cittadinanza, che prevede ora la possibilità di comprare la cittadinanza maltese, che è anche una cittadinanza dell’Unione europea dal 2004. La somma richiesta è pari a 650.000 Euro. Dunque, per essere chiari: per diventare cittadino maltese, e quindi dell’Ue, è sufficiente pagare. Per di più, non sarà neanche possibile rendere pubblica l’identità dei compratori della cittadinanza, stando alla legge appena approvata. Un po’ come accade per i soci occulti nelle società quotate in borsa: non si può conoscere mai la loro vera identità.
Altro che bilanciamento tra ius soli e ius sanguinis, su cui si accapigliano studiosi e politici europei, con argomentazioni spesso assai fantasiose, il cui fine ultimo, obiettivamente parlando (cioè al di fuori della loro volontà soggettiva), è quello di escludere soltanto i poveri. Perché i ricchi, si sa, hanno da sempre saputo trovare il modo di accedere alle cittadinanze (basterebbe ricordare qui la facilità con cui ottengono la cittadinanza modelle e calciatori famosi e ben pagati). Le barriere formali valgono soltanto per i poveri, cioè per quelli che vivono di fatica e di lavoro. La legge dello Stato di Malta, che attribuisce ora ai ricchi il diritto di comprare la cittadinanza Ue, non deve dunque scandalizzare, perché rende soltanto più immediato e visibile quel legame già di fatto esistente tra cittadinanza e ricchezza, che è solitamente occultato da altre leggi.
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