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M. PEDRONI, LA TEORIA DELLA VIOLENZA SIMBOLICA IN P. BOURDIEU, 2018-2007
VALERIA SALANITRO, DOMINIO E VIOLENZA SIMBOLICA, L'ATTUALITA' DI P. BOURDIEU, SOCIOLOGICAMENTE.IT, 14.04.2023
INTERVISTA SULLA VIOLENZA SIMBOLICA, 1994
GIUSY NARDULLI, DOMINIO MASCHILE E VIOLENZA SIMBOLICA. SU P. BOURDIEU, PALOMAR, 12.12.2023
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Sergio Benvenuto – Nell’ambito del suo pensiero, Professor Bourdieu, lei ha elaborato il concetto di "violenza simbolica". Che cosa intende con questa nozione?
Pierre Bourdieu – La nozione di violenza simbolica mi è parsa necessaria per designare una forma di violenza che possiamo chiamare "dolce" e quasi invisibile. È una violenza che svolge un ruolo importantissimo in molte situazioni e relazioni umane. Per esempio, nelle rappresentazioni ordinarie, la relazione pedagogica è vista come un’azione di elevazione dove il mittente si mette, in qualche modo, alla portata del ricevente per portarlo a elevarsi fino al sapere, di cui il mittente è il portatore. È una visione non falsa, ma che maschera l'aspetto di violenza. La relazione pedagogica, per quanto possa essere attenta alle attese del ricevente, implica un'imposizione arbitraria di un arbitrio culturale. Per fare un esempio, basta paragonare – come si sta iniziando a fare – gli insegnamenti della filosofia negli Stati Uniti, in Italia, in Germania, in Francia, ecc.: si vede, allora, che il Pantheon dei filosofi che ognuno di questi tipi nazionali di insegnamento impone ai discenti è estremamente diverso e una parte dei malintesi nella comunicazione tra i filosofi dei diversi paesi consistono nel fatto che essi sono stati esposti, all'epoca della loro prima iniziazione, a una certa arbitrarietà culturale. È a questo proposito che ho elaborato la nozione di "violenza simbolica”.