A molti piace utilizzare l’espressione «avere una memoria da pesce rosso». Di certo questo pesce d’acqua dolce non si ricorda nulla, ma in ogni caso, è bene saperlo, resta più concentrato di tutti noi! Meglio quindi portargli più rispetto. Infatti uno studio realizzato da Microsoft in Canada ha dimostrato che la nostra capacità di concentrazione non supera gli otto secondi...contro i nove di un pesce rosso.
Le cause
Questo è certamente uno degli studi più dolorosi per l’autostima dell’essere umano. Il fatto è che da un faccia faccia con un pesce rosso, l’uomo ne esce perdente (per ora solo sul livello concentrazione). I risultati dello studio sono a dir poco allarmanti. Nel 2000 il tempo di concentrazione di un uomo era in media di 12 secondi, oggi è scesa a 8 secondi. In quindici anni abbiamo quindi perso quattro secondi, passando inesorabilmente indietro al nostro caro pesce rosso. I malpensanti diranno certamente che lo studio è stato condotto dall’altra parte dell’Oceano, in Canada, dove lo stile di vita è molto «digitale», e non riguarda gli europei, ma i numeri non sono incoraggianti. I colpevoli di questa debacle? Smartphone, tablet, computer e naturalmente gli amati social che in ogni momento della giornata e in ogni luogo ci bombardano di informazioni facendoci saltare di palla in frasca senza di fatto farci concentrare.
Lo studio
Per raggiungere questo risultato i ricercatori canadesi hanno esaminato le abitudini tecnologiche di quasi 2000 persone e in un secondo momento hanno approfondito lo studio su 200 volontari che si sono sottoposti a elettroencefalogramma. I ricercatori hanno scoperto che l’uomo di oggi è più avido di informazioni rispetto a un tempo e categorizza le informazioni con più facilità, ma soprattutto passa velocemente a qualcun altro le notizie. Un comportamento, questo, che implica ovviamente una diminuzione di concentrazione e a dedicarsi a più attività contemporaneamente. Ma perché questa dipendenza dai device? Sembra che il cervello si annoi: consumando sempre più informazioni aumenta anche il nostro appetito per nuove notizie. Circolo vizioso che ci porta a restare inesorabilmente attaccati ai nostri smartphone e tablet con conseguenze che potranno essere materia di sociologi e psicologi.
I «lati positivi»
I lati positivi però non mancano. Chi viene bombardato dalle informazioni dei social media è in grado di individuare meglio degli altri che cosa vuole o non vuole memorizzare. Inoltre il continuo flusso di informazioni ci ha reso multitasking: riusciamo a fare con maggiore facilità di un tempo più cose nello stesso momento. Anche se in molti non sono convinti della positività del multitasking, tanto che un recente studio afferma che l’info-mania ci rende meno intelligenti, con un quoziente intellettivo in caduta libera.
Telefonino sempre in mano
The Indipendent cita anche un altro studio correlato effettuato dal National Center for Biotechnology e della National Library of Medicine degli Stati Uniti. Dalla ricerca emerge che il 79% degli intervistati utilizza altri dispositivi mentre guarda la tv, mentre oltre il 50% controlla il cellulare ogni 30 minuti. Inoltre il 73% dei partecipanti allo studio tra i 18 e i 24 anni ha ammesso che guardare il telefonino è l’ultima cosa che fa prima di andare a dormire contro il 18% di chi ha più di 65 anni.
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