"Tra due anni la 'Pokemon mania', pratica compulsiva e adultescenziale" del gioco di realtà aumentata 'Pokemon Go', "che ormai coinvolge tanti over 30, riguarderà un adulto su due tra quelli informatizzati". Lo affermano in una nota Donatella Marazziti, docente di psichiatria a Pisa e direttore scientifico della Fondazione Brf, e il giornalista e sociologo Mario Campanella, componente del comitato scientifico della stessa Fondazione, intervenendo sull'ormai celebre gioco 'da smartphone'. "Un meccanismo di regressione - scrivono dalla Fondazione - che ammorba e coinvolge strati di popolazione adulta, 'alleati' con bambini e adolescenti a esercitare il ruolo di 'cercatori di Pokemon'".
Un comportamento "fortemente immaturo - proseguono ancora Marazziti e Campanella - che aggancia diverse generazioni su un obiettivo apparentemente assurdo e infantile, specchio di una contemporaneità decadente. Se pensiamo che a Bologna c'è stata una manifestazione con diecimila persone in piazza - proseguono Marazziti e Campanella - che a Bergamo ce ne erano altrettante e che a New York il fenomeno interessa già ora il 15% degli abitanti", la stima "è presto fatta".
'Pokemon Go' si avvia a diventare il gioco mobile più scaricato e già si sono moltiplicati gli allarmi sui possibili rischi per i giocatori. "E' pensabile - concludono Marazziti e Campanella - che questa infantile compulsione rappresenti una sorta di rimozione generale dai problemi che angosciano il mondo e da un presente che richiederebbe, invece, ben altri comportamenti".
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