Uno studio cinese pubblicato su Nature Medicine, e firmato da scienziati della Chongqing Medical University, che per il virologo Roberto Burioni è una “buona notizia”, perché dimostra che chi guarisce dopo essere stato contagiato dal coronavirus sviluppa anticorpi. “Seppure in quantità variabili, i pazienti guariti da Covid-19 producono anticorpi contro il virus. Questo è bene perché rende affidabile la diagnosi sierologica e, se gli anticorpi fossero proteggenti, promette bene per l’immunità”. Burioni posta su Twitter il grafico dello studio dove si dimostra, riassume dalla Emory University di Atlanta il virologo italiano Guido Silvestri, che “285 su 285 (100%) pazienti con Covid-19 sviluppano IgG contro Sars-CoV-2 entro 19 giorni dall’inizio dei sintomi clinici”.
In tempi in cui la decostruzione è considerata un metodo di conoscenza della complessità umana, in cui le nette distinzioni non sono certamente adatte a descrivere le imprevedibilità dell’essere, in cui le dicotomie non sono ammesse perché troppo rigide, proprio in quest’epoca di labirinti dell’essere, siamo cascati in una dimensione rigidamente cartesiana del cogito ergo sum, di netta e ineludibile separazione tra corpo e mente. I nostri bambini possono abitare con la mente spazi inesplorati, inediti, sorprendenti, viaggiare, andare lontano, scoprire luoghi impensabili, ma i corpi sono chiusi tra le quattro mura.