lunedì 30 aprile 2012

STORIA DELLA SOCIOLOGIA. RICHARD SENNETT. INTERVISTA SULL'UOMO-ARTIGIANO a cura di Rosanna Santonocito, JOB24 ORE, 14 gennaio 2008

E' ora di ripartire da Efesto (o Vulcano), mitologico dio lavoratore, "orgoglioso del proprio lavoro, se non della propria persona". Di rivalutarlo e prenderlo come modello, proprio adesso che la crisi finanziaria ha fatto piazza pulita dei business virtuali e dei top executive divi, con le buonuscite drogate dalle stock option e i vestiti di buon taglio. E' ora di restituire valore al lavoro fatto con le mani o con il cervello ma sempre con perizia artigianale, e di guardare al passato per ricostruire il nuovo su basi solide. Messaggio forte e controcorrente, quello di Richard Sennett, sociologo americano professore alla New York University e anche alla London School of Economics nonchè consigliere di Barack Obama, che fu il primo a diagnosticare i danni della flessibilità spinta e del "cattivo lavoro" con il suo saggio "The corrosion of character".



Uscì in Italia con il titolo "L'uomo flessibile" negli anni 90, proprio mentre Jeremy Rifkin prediceva la fine del lavoro e una nuova qualità della vita diffusa, dono delle tecnologie. Adesso che le due grandi bolle della new economy e dei subprime hanno cambiato la prospettiva di 360 gradi, il professor Sennett è in libreria con un volume che si chiama "L' uomo artigiano" ("The craftsman"), sempre per i tipi Feltrinelli. E' ovvio chiedergli se è contento di aver visto lontano, e visto giusto. Lui risponderà di no, ma che è importante, piuttosto, imparare dagli errori di ieri, e cominciare a prendere coscienza del tasso di artigianità che c'è anche in tante professioni moderne intellettuali, dal software, alla ricerca, alla medicina. Che bisogna "trascorrere più tempo con le persone che sanno fare le cose" e meno ad ascoltare i discorsi dei manager. E che la felicità è un obiettivo troppo elevato, che non fa parte di questo mondo. Tanto meno quello del lavoro.

STORIA DELLA SOCIOLOGIA. ADORNO, HORKHEIMER, L'industria culturale. in Dialettica dell'illuminismo (1947) a cura di M. Fagotto F.


UN GRANDE SISTEMA CONCENTRAZIONARIO OMOLOGATO E OMOLOGANTE

   La società di massa è avvolta in un sistema culturale in cui interagiscono cinema, radio, musica e stampa intese come altrettante industrie e non come produttrici di arte. Essi si inseriscono, a loro volta, all’interno di un sistema economico in cui il potere totale è quello del capitale. In questo doppio sistema gli individui agiscono in quanto produttori (lavorano) e consumatori (si divertono). Inoltre “l’aria di somiglianza” che questo sistema conferisce a tutto è propria sia di Paesi liberi che di Paesi totalitari.

SOCIETA' ITALIANA OGGI. PRIMI RISULTATI DEL CENSIMENTO.

L'Istat presenta i primi risultati del 15° Censimento della popolazione e delle abitazioni e del Censimento degli edifici. Rispetto ai dati definitivi, che si baseranno sulle informazioni riportate nei Fogli di famiglia e Fogli di convivenza, si tratta di dati preliminari che derivano da informazioni acquisite in forma aggregata e, quindi, suscettibili di modifiche.

domenica 22 aprile 2012

LA CRISI E LA SOCIETA' ITALIANA ODIERNA. MASTRANTONIO L., Radicalismo liquido, LA LETTURA, 15 aprile 2012

L’Italia della crisi pullula di grilli parlanti. Spesso cattivi, che sanno solo fomentare rabbia contro il burattinaio di turno. Ieri il Grande Inquisito, il Corruttore, oggi il Capitalista, il Banchiere, l’Esattore delle Tasse, il Professore, la Ministra del Lavoro, il Giudice. Con le maiuscole, perché nella favola nera che capovolge Collodi sono tutte allegorie del Potere. Oggi, Pinocchio si sente impoverito nei beni materiali e nello spirito. Ha investito a perdere soldi e illusioni nel Campo deimiracoli, vuole fare un giro nel Paese dei balocchi, ma non ha abbecedari da rivendere. Gli hanno promesso che sarebbe diventato umano, ma lui ritorna burattino, alienato, imbestialito. E fa il somaro come l’indignado «Er Pelliccia» di Roma, che lancia un estintore per spegnere i roghi e poi torna a piangere da mamma; il No Tav «Pecorella», che insulta il poliziotto con cui — dice — voleva dialogare; la casalinga ex berlusconiana, in cerca di aiuto per la figlia, che abbraccia Oliviero Diliberto alla manifestazione «Giù le mani dalle pensioni» con la maglietta «Fornero al cimitero», ispirata da Facebook.

mercoledì 18 aprile 2012

MIGRANTI RIMPATRIATI. REDAZIONE, Volo Roma-Tunisi, scotch sulla bocca a due immigrati respinti dall'Italia, IL CORRIERE DELLA SERA, 18 aprile 2012

La denuncia su Facebook di un passeggero: «Ho chiesto spiegazioni agli agenti. Mi hanno detto che era normale»


MILANO- Due fascette di plastica ai polsi. E un nastro adesivo marrone sulla bocca. Questo il viaggio in aereo da Roma a Tunisi di due immigrati tunisini per essere rimpatriati. Con loro anche agenti di polizia. Un passeggero però si indigna e chiede spiegazioni. La replica: «È tutto normale, non si preoccupi». Allora lui fotografa e, in un messaggio scrive tutta la sua rabbia. E con lui la protesta si scatena in rete.

lunedì 16 aprile 2012

ISTITUZIONI TOTALI. MANICOMI CRIMINALI. INCHIESTA DI LA REPUBBLICA, 16 aprile 2012

Un tempo si chiamavano "manicomi criminali", ora sono Ospedali psichiatrici giudiziari. Vi finisce chi commette un crimine in condizioni di accertata malattia mentale. Ne sono rimasti sei con 1200 detenuti e alla fine del 2013 dovranno chiudere. Nessuno ha ancora capito bene dove andrano a finire i ricoverati. Abbiamo visitato l'Opg di Catiglione delle Stiviere, quello dove si cerca di curare non solo di segregare.

Esamina l'inchiesta al seguente indirizzo:

sabato 14 aprile 2012

TERRORISMO E METODI DI POLIZIA. BUFFA P.V., 'Così torturavamo i brigatisti', L'ESPRESSO, 10 aprile 2012

Il commissario di polizia Salvatore Genova, nel 1982, partecipò alle indagini sul caso James Lee Dozier, il generale americano sequestrato dalla brigate rosse. Dopo il blitz che portò alla liberazione del generale si diffusero voci su torture inflitte ai terroristi. L’Espresso raccolse precise informazioni e le pubblicò, il cronista venne arrestato perché non rivelò le fonti. Genova e altri quattro poliziotti vennero poi arrestati per le violenze commesse sui detenuti ma hanno sempre respinto le accuse. Oggi, dopo trent’anni, Genova racconta cosa successe davvero in quei giorni e chi diede il via alle torture. Di Pier Vittorio Buffa. Riprese di Riccardo Molinari.
GUARDA IL VIDEO


martedì 10 aprile 2012

ISTITUZIONI TOTALI. I CENTRI DI IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE. COSENTINO R., Viaggio dentro i Cie tra pestaggi, psicofarmaci e strani suicidi, IL CORRIERE DELLA SERA,

ROMA - Pestaggi non denunciati per paura, armadietti delle infermerie pieni di psicofarmaci, ‘terapie’ a base di sedativi. E' questa la realtà che emerge dai Cie: teoricamente centri di identificazione e di espulsione, nei fatti funzionano come carceri per sans papiers, in cui si finisce senza avere commesso reati ma solo per un illecito amministrativo.


GUARDA IL VIDEO:
http://www.corriere.it/inchieste/viaggio-dentro-cie-pestaggi-psicofarmaci-strani-suicidi/f86e60d4-82f3-11e1-b660-48593c628107.shtml

mercoledì 4 aprile 2012

PSICHIATRIA E SOCIETA'. CALDERONI A., Intervista a G. DELL'ACQUA «Quel giorno che scomparvero i malati", IL CORRIERE DELLA SERA, 4 aprile 2012

Franco Basaglia nel ricordo di Peppe Dell'Acqua, che va in pensione e lascia il dipartimento di Salute mentale di Trieste

Agosto 1971: Franco Basaglia diventa direttore dell’ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste. E’ il periodo della rivoluzione culturale che porterà alla chiusura dei manicomi con la legge del 1978 dovuta proprio a Basaglia. Accanto all’innovativo psichiatra veneziano lavora anche un medico venticinquenne, baffuto, affascinato da quell’ondata di cambiamento. E’ Peppe dell’Acqua, psichiatra a sua volta e attuale direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste.


CARCERI ITALIANE. TERZA PUNTATA. CRISPINO A., Quei settanta bambini rinchiusi nelle carceri italiane, IL CORRIERE DELLA SERA, 4 aprile 2012

ROMA - Che ci fa un bambino di due anni a giocare con una bacinella nel bagno di una prigione? Che ci fa, un altro poco più grande di lui, aggrappato alla sbarre mentre aspetta qualcuno che apra la «gabbia»? E tutti quelli sdraiati sui sedili di un furgoncino? Ci dicono che sono in attesa di essere trasferiti in infermeria perché nelle celle con la mamma non c'è posto per la notte.

Guarda il video della terza puntata:http://www.corriere.it/inchieste/quei-settanta-bambini-rinchiusi-carceri-italiane/f9a336ce-7e33-11e1-b61a-22df94744509.shtml