martedì 30 giugno 2015

GOVERNO RENZI. RIFORMA DELLA SCUOLA. L. ILLETTERATI, Scuola, il sacrificio al totem decisionale, IL MANIFESTO, 30 giugno 2015

Non è sem­plice pro­vare ora a bocce non pro­prio ferme, ma già mili­tar­mente instra­date verso il loro lido sicuro, par­lare della riforma della scuola, così come è pas­sata gra­zie al voto di fidu­cia in Senato e come si appre­sta ora a pas­sare, senza tur­bo­lenze di sorta, alla Camera. E non è sem­plice per­ché la que­stione sem­bra coin­vol­gere solo mar­gi­nal­mente la scuola, le sue dina­mi­che spe­ci­fi­che, l’idea di for­ma­zione che que­sta nor­ma­tiva in qual­che modo vei­cola, e coin­vol­gere invece molto di più i rap­porti di forza poli­tici che su di essa hanno preso corpo.

SOCIOLOGIA E MIGRAZIONI. R. MAZZEO, Richard Sennett dentro la corrosione del legame sociale, IL MANIFESTO, 30 giugno 2015

Richard Sen­nett è stato recen­te­mente ospite del Pre­mio Heming­way, giunto alla tren­tu­ne­sima edi­zione, per la sezione “Avven­tura del Pen­siero” a Lignano Sab­bia­doro, una sorta di anti­ci­pa­zione di «Por­de­no­ne­legge».


lunedì 29 giugno 2015

INTERNET MASS MEDIA INFORMAZIONE. U. ECO, Un appello alla stampa responsabile, L'ESPRESSO, 26 giugno 2015

Mi sono molto divertito con la storia degli imbecilli del web. Per chi non l’ha seguita, è apparso on line e su alcuni giornali che nel corso di una cosiddetta “lectio magistralis” a Torino avrei detto che il web è pieno di imbecilli. È falso. La “lectio” era su tutt’altro argomento, ma questo ci dice come tra giornali e web le notizie circolino e si deformino.

domenica 28 giugno 2015

GOVERNO RENZI. RIFORMA DELLA SCUOLA. P. GIORDANO, La scuola è un’aliena. E nessuno si preoccupa di ciò che serve ai ragazzi, LA LETTURA, 28 giugno 2015

Giorni di maturità. Le troupe dei telegiornali si appostano davanti alle scuole superiori, quasi sempre le stesse: licei classici o scientifici nei centri delle grandi città, Milano e Roma, istituti con tradizioni gloriose alle spalle. Gli studenti intervistati sono vispi, forbiti, vistosamente preparati. Sperano che da tradurre esca Cicerone, ma temono sia l’anno di Tacito. È palese, nondimeno, la loro dimestichezza con entrambi.

martedì 23 giugno 2015

PSICOLOGIA SOCIALE. GIAPPONE. ADOLESCENZA IN ITALIA E IL FENOMENO HIKIKOMORI. L. GROSSO, Hikikomori: gli adolescenti chiusi in una stanza Il disagio giapponese dilaga in Italia, L'ESPRESSO, 22 giugno 2015

er anni è stato considerato una questione tutta giapponese, una di quelle cose strane che fanno laggiù, come l’inchino, il biglietto da visita porto con due mani e le cene seduti per terra.
E invece no. Perché gliHikikomori, cioè gli adolescenti che rifiutano il mondo e si chiudono in camera per non uscirne più per mesi, anni o addirittura per tutta la vita, adesso ci sono anche in Europa e in Italia.
“I primi casi italiani, sporadici e isolati, sono stati diagnosticati nel 2007, e da allora il fenomeno ha continuato a crescere e, seppure con numeri diversi da quelli giapponesi, a diffondersi”.

sabato 20 giugno 2015

EDUCAZIONE ED ESAME DI STATO. A. APARO VON FLUE, Maturità 2015, ad andare avanti è ancora l’Italia dei furbi, IL FATTO, 19 giugno 2015

8 giugno 2015.  Ore 12:49. Leggo e riporto: “Il 22 per cento degli studenti alle prese con gli Esami di Stato ha dichiarato che avrebbe copiato grazie all’ausilio di un dispositivo elettronico. Il 21 per cento avrebbe deciso al momento. In definitiva, è sicuro che il 43 per cento dei maturandi ha portato con sé uno smartphone o un tablet. Una percentuale non affatto bassa se si considera che, secondo le indicazioni del Miur, dovrebbe essere pari allo zeroÈ questo il risultato dell’indagine condotta dalla redazione di Studenti.it, attraverso domande dirette, tra più di 8.000 utenti”.

venerdì 19 giugno 2015

ANTROPOLOGIA E RISPETTO DELLE TRADIZIONI ALTRUI. F. GUGLIELMINI, Indonesia ? Mai mettere le mani sui fianchi, corriere della sera, 19 GIUGNO 2015

Spiaggia di Lombok, estate dell’anno scorso. Prima di imbarcarsi su una piccola lancia per il transfer alle minuscole isole Gili, due turiste europee aspettano un po’ spazientite con le mani sulle anche, lanciando occhiate all’impiegato del tour operator locale che assiste il gruppo. Non fatelo mai in Indonesia: è considerato un gesto di sfida nei confronti del vostro interlocutore. Senza arrivare al caso estremo dei turisti arrestati ed espulsi dalla Malesia per aver posato nudi sul monte sacro Kinabalu - e accusati di aver provocato un forte terremoto sei giorni dopo - molti piccoli gesti che in Occidente sono routine quotidiana, in altri Paesi possono causare perlomeno imbarazzo. Il viaggiator cortese sa che l’Oriente non ama la superficialità e - dato per davvero raro il caso degli «spogliarellisti» della Malesia - ci sono molte accortezze che vanno adottate.

lunedì 15 giugno 2015

COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA. B. BALLARDINI, Pubblicità: l’idiozia va a teatro, IL FATTO, 14 giugno 2015

Non è bastato l’Isis a farci cambiare atteggiamento. Quando è possibile, continuiamo a scherzare in modo demenziale sulle tragedie degli altri. A ripensarci bene, risulta incomprensibile perfino l’alzata di scudi per difendere la libertà di satira dopo l’attentato a Charlie Hebdo. Perché il terrorismo non si combatte ridendoci sopra, e libertà di satira non significa libertà di mancare di rispetto agli altri. Ma, volendo riconoscere qualche merito anche a chi fa satira, ho dedicato un capitolo intero del mio ultimo libro a quelli che hanno il coraggio di farla in Medio Oriente a pochi passi dall’ISIS.


ANTROPOLOGIA. BIODIVERSITA' E POPOLAZIONI INDIGENE. DA IL FATTO, 14 giugno 2015

http://kikukula.blogspot.it/2015/06/biodiversita-e-popolazioni-indigene.html

domenica 14 giugno 2015

ADOLESCENTI, GENITORI E NUOVI MODELLI. V. CERDELLI, Giovanissimi fermati con droga, i genitori accusano i Carabinieri: «Non avete altro da fare?, CORRIERE DELLA SERA, 13 giugno 2015

Si sa, «ogni scarrafone è bello a mamma soja» e i ragazzi italiani sono tutto fuorchè emancipati, ma che i genitori se la prendano con i Carabinieri perchè fermino i figli con le tasche piene di marijuana e cocaina è decisamente troppo anche per la più orgogliosa delle mamme. «Non avete altro da fare che prendervela con mio figlio per uno spinello? Rovinare un giovanissimo per così poco...», hanno detto alcuni premurosi genitori ai militari che li avevano chiamati per riportare a casa i loro pargoli dopo un controllo andato a segno in un locale di Moniga del Garda. 

ADOLESCENZA E MODELLI DA IMITARE. C. DE LEO, Selfie hard tra studenti: è allarme Il 30% dei romani in foto provocanti, CORRIERE DELLA SERA, 20 maggio 2015

Il 30 per cento dei ragazzi romani ha posato per selfie provocanti, con atteggiamenti sessuali espliciti che spopolano sulla rete. Il 22 per cento, già in terza media, ha scommesso on line ed è a rischio di ludopatia. Sono questi alcuni dei dati emersi dal convegno «Selfie: l’immagine imprigionata e violata dei giovani adolescenti» promosso dal Ceis Don Picchi in collaborazione con il Comune di Roma per la prevenzione dell’illegalità minorile. «Questo è il mondo sommerso dei giovani adolescenti che si affidano alla rete con disinvoltura, dove qualsiasi imbarazzo o timidezza cede e si può osare di essere altro da se stesso» spiegano gli esperti.
Un selfie di Kim Kardashian: le sue pose sexy sono imitate dalle adolescenti di tutto il mondo

sabato 13 giugno 2015

SOCIOLOGIA DELLA DEVIANZA. SUBCULTURA E CRIMINALITA'. BANDE GIOVANILI. G. SANTUCCI, Da El Salvador a Milano: l’educazione alle armi dei baby-criminali latinos, CORRIERE DELLA SERA, 13 giugno 2015

MILANO - Era un giovane soldato. Rispondeva agli ordini del capo, detto «Kamikaze», e del suo vice, «Maniaco». All’alba dell’8 ottobre 2013, i poliziotti della Squadra mobile andarono ad arrestare anche Jackson Jahir Lopez Trivino. All’epoca aveva 17 anni e nessun nomignolo. Oggi s’è guadagnato il titolo di «Peligro» ed è stato fermato giovedì notte per l’aggressione al controllore. «Peligro» si è «formato» in Italia, a Milano. E l’ordine di carcerazione del 2013 racconta l’ambiente della sua educazione criminale dentro la pandilla (banda di strada) Ms-13. Molte aggressioni del gruppo avvennero proprio nelle strade tra i quartieri MacMahon e Bovisa, intorno alla stazione di Villapizzone, quella in cui «Peligro» e il suo compagno José Emilio Rosa Martinez si sono scatenati contro il ferroviere.


ITALIA. SOCIOFOBIA E MARGINALITA' SOCIALE. GROSSETO. F. FERRI, Madre e figli chiusi in casa per trent’anni, IL TIRREno, 13 giugno 2015

GROSSETO. «Fuori è pericoloso. Fuori la gente è cattiva. Fuori correte dei rischi. Meglio che restiate in casa. Qui non vi succederà nulla». Se lo dice la mamma, i figli ci credono, si fidano. E in casa due fratelli, un maschio e una femmina oggi più che cinquantenni, ci sono rimasti oltre trent’anni. Senza osare mai mettere il naso fuori, senza far entrare nessuno. Hanno vissuto-non vissuto così, nel cuore del paese, invisibili al mondo, prigionieri di un muro di insicurezze che, nel pieno della loro giovinezza, con un mondo da scoprire e una vita di affetti, esperienze e relazioni tutta da costruire, si è alzato loro intorno e li ha imprigionati in casa. Finché il mondo non si è accorto della loro assenza e quel muro lo ha abbattuto.

ITALIA. SOCIOFOBIA. GROSSETO. REDAZIONE, Grosseto: madre e figli rinchiusi in casa per oltre 30 anni, CORRIERE DELLA SERA, 13 giugno 2015

Chiusi in casa, per oltre 30 anni, per paura del male. Una madre e i suoi due figli hanno vissuto reclusi nel loro appartamento. È successo in provincia di Grosseto e la vicenda risale ad un anno fa ma è venuta alla luce solo oggi con un lungo articolo del quotidiano Il Tirreno. In città tutti sapevano di quella famiglia che si era volontariamente segretata in casa ma la rottura di un tubo ha costretto l’intervento di un tecnico.

giovedì 11 giugno 2015

SOCIOLOGIA DELLA POLITICA. G. DE RITA, La palude del localismo politico, CORRIERE DELLA SERA, 11 giugno 2015

Più di venticinque anni fa Umberto Bossi, allora unico parlamentare della Lega, mi provocò dicendo che insieme (lui scopritore del localismo politico, ed io cultore del localismo economico) avremmo insieme potuto fare grandi cose. Non se ne fece nulla, considerati anche i troppi diversi nostri circuiti mentali; ma quella provocazione era intelligente, partiva dalla previsione che senza una loro intensa integrazione i due localismi sarebbero andati ognuno per proprio conto, perdendo ogni ambizione e disegno di sistema; e che a pagarne il prezzo sarebbe stato il localismo politico, progressivamente prigioniero delle sue dinamiche di ripiegamento territoriale e di egoismo localistico.

SOCIETA' CAPITALISTICA E SUICIDIO. LA CRISI GRECA. G. SARCINA, Grecia: «Il conto della disperazione? Diecimila suicidi in 5 anni, l’ultimo quello di mio figlio», CORRIERE DELLA SERA, 10 giugno 2015

Theodoros Giannaros tiene gli occhi fissi sul computer e una sigaretta tra le dita. Guarda le immagini di alberi, di spiagge. È talmente assorto da non accorgersi che la cenere sta coprendo la tastiera. Compare l’immagine di un giovane. Bello, sorridente. «È mio figlio, si è tolto la vita pochi giorni fa. Aveva 26 anni. Quando l’ho saputo non sono riuscito a fare altro che questo video». Atene, Ospedale Elpis: un complesso di palazzine bianche nel centro della città. È un giorno festivo, ma il dottor Giannaros si fa trovare nel suo ufficetto di direttore. Siede lì dal 2010. È un biologo molecolare, specializzato in genetica. Ha studiato a Karlsruhe, in Germania, a San Francisco e a Vienna. Da anni è un punto di riferimento assoluto per tutta la Grecia. Quando interviene sui giornali o in tv nessuno si permette di contraddirlo. Fruga ancora nel pacchetto di nazionali, tira fuori l’ennesima sigaretta e un’altra sassata: «Mio figlio è solo l’ultimo di una lista interminabile. Da quando è iniziata la crisi in questo Paese si sono suicidate 10 mila persone. Sì ha capito bene: 10 mila. È come se una grande città fosse stata cancellata dalla carta geografica della Nazione». 

Guarda il video: http://video.corriere.it/grecia-il-conto-disperazione-diecimila-suicidi-5-anni-l-ultimo-quello-mio-figlio/604464a8-0f8f-11e5-aa3a-b3683df52e95?refresh_ce-cp

lunedì 8 giugno 2015

INDUSTRIA CULTURALE E VITTORIA DELLA TELEVISIONE DI MASSA. S. BALASSONE, Amici e Champions: il trionfo dello share arriva col protagonismo delle masse, IL FATTO, 8 giugno 2015

Doppia finale per Canale5Amici al venerdì e la Champions con la Juve al sabato. Ovviamente un doppio trionfo. Più di sei milioni di spettatori (34%) per l’ultima del talent, col ritorno di Saviano. 11 milioni (il 47%) per lo 1 a 3 subito dalla Juventus, fra i patemi dei tifosi propri e gli sghignazzi di quelli altrui (a Roma a ogni gol delBarcellona risuonava un boato).

martedì 2 giugno 2015

CINEMA E SOCIETA'. YOUTH. E. MORREALE, Sorrentino, tanta forza visiva, tante frasi a effetto , L'ESPRESSO, 2 giugno 2015

aolo Sorrentino è da sempre attratto da uomini alla fine, disillusi, che per un’ultima volta hanno il dono di rivivere o rivedere la vita, a volte per il tramite di figure o immagini femminili. È questo il tema attorno a cui ruota il suo cinema, nutrito spesso da ricordi di cultura pop che riemergono come piccole epifanie.

CINEMA E SOCIETA'. D. FERRARIO, Il cinema neorealista è un po' meno realista, LA LETTURA, 2015

Stupisce il fatto che quando uscì Quarto potere se ne parlò (male) soprattutto per il contenuto. Colpì i contemporanei il fatto che Orson Welles avesse girato un film su William Randolph Hearst, il Rupert Murdoch dell’epoca (d’altra parte anche da noi i vari film documentari o di finzione usciti in questi anni su Berlusconi non sono stati mai considerati nel loro aspetto specifico, cioè come film). Ma oggi appare a tutti evidente che il capolavoro di Welles lo si guarda e lo si giudica per come è fatto, non tanto per la storia che racconta. Qualcosa del genere è accaduto anche al neorealismo italiano. Sostanzialmente ignorato dal pubblico in patria — molto più interessato ai film hollywoodiani che finalmente si potevano vedere dopo anni di autarchia cinematografica — divenne un caso mondiale per il ritratto duro e sincero che dava dell’Italia della guerra e del Dopoguerra. Così sincero da far arrabbiare un giovane Giulio Andreotti, allora sottosegretario con delega allo Spettacolo, il quale lottò con tutte le sue forze contro l’immagine del Paese trasmessa dai film di Rossellini, De Sica, Visconti. La Dc voleva comunicare un ritratto positivo dell’Italia e i potenti ritenevano che film girati per strada, tra le macerie, con al centro la miseria, la prostituzione, i bambini sbandati, il disagio sociale nuocessero al nostro buon nome. Per Andreotti un film come Umberto D. rendeva «un pessimo servigio alla Patria».

NEUROSCIENZE E LINGUISTICA. A. MORO, Il pensiero parla e si può ascoltare, LA LETTURA, 31 maggio 2015

Se ci chiediamo di che cosa sia fatto il linguaggio umano, le prime risposte immediate fanno affiorare ricordi scolastici: il linguaggio è fatto di suoni, parole, significati, frasi. È fatto, cioè, di elementi semplici astratti ricombinabili all’infinito con regole di composizione che seguono un’architettura molto complessa. Ma c’è un’interpretazione ben più radicale di questa domanda: di che cosa è fatto fisicamente il linguaggio umano?

ELEZIONI REGIONALI E FAMILISMO AMORALE. DA CORRIERE DELLA SERA, 2 giugno 2015

http://kikukula5.blogspot.it/2015/06/elezioni-regionali-e-familismo-amorale.html