martedì 15 dicembre 2020

SOCIETA' ITALIANA E CRIMINALITA'. L. GAITA, La criminalità organizzata è ovunque in Italia, ma cresce la resistenza. Ecco la mappa. De Raho: “Sono le mafie a creare arretratezza”, IL FATTO, 15 dicembre 2020

 Non ci sono, in Italia, zone di “non permeabilità” alla criminalità organizzata, anche se le province il cui il rischio è maggiore coincidono con quelle con la maggiore arretratezza economica e sociale del Paese. Di fatto, sono le province calabresi e campane a presentare i valori più elevati dell’Indice di permeabilità alla criminalità organizzata (Ipco), secondo una ricerca Eurispes, realizzata nell’ambito del Protocollo d’intesa con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e presentata oggi a Roma. 

SOCIETA' ITALIANA E INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE. REDAZIONE, Il presidente dell’Istat: “Supereremo i 700mila decessi nel 2020. Ultima volta fu nel 1944, nel pieno della seconda guerra mondiale”, IL FATTO, 15 dicembre 2020

  La pandemia come una guerra. Quante volte abbiamo sentito gli scienziati paragonare la lotta al Covid a battaglie da vincere giorno dopo giorno? Ecco adesso quel paragone ha un senso anche statistico. “Non è ancora finito il 2020, ma una valutazione ragionevole fa pensare che quest’anno supereremo il confine dei 700mila decessi complessivi, che è un valore preoccupante perché una cosa del genere l’ultima volta, in Italia, era successa nel 1944. Eravamo nel pieno della seconda guerra mondiale”. Il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo illustrai numeri dai quali si deduce quanto peso abbia avuto Sars Cov 2 sulla popolazione italiana durante la trasmissione Agorà su Rai Tre. “Nel 2019 il dato era stato di 647.000 morti”. In Italia per coronavirus è stata superata la soglia di 65mila decessi.

domenica 6 dicembre 2020

RAPPORTO CENSIS SULLA SOCIETA' ITALIANA 2020. A. ARACHI, Censis, sì degli italiani alla stretta per le feste di Natale e fine anno: «Anche il carcere per chi viola quarantena», CORRIERE.IT, 4 dicembre 2020

 Quasi l’80% degli italiani si dice a favore della stretta in vista delle prossime festività. A rivelarlo il 54esimo rapporto del Censis sulla situazione del Paese, quest’anno incentrato sui cambiamenti apportati dal Covid nelle nostre vite. «In vista del Natale e del Capodanno — si legge nel report dell’istituto di ricerca fondato nel 1964 — il 79,8% degli italiani chiede di non allentare le restrizioni o di inasprirle. Il 54,6% spenderà di meno per i regali da mettere sotto l’albero, il 59,6% taglierà le spese per il cenone dell’ultimo dell’anno. Per il 61,6% la festa di Capodanno sarà triste e rassegnata. Non andrà tutto bene: il 44,8% degli italiani è convinto che usciremo peggiori dalla pandemia (solo il 20,5% crede che questa esperienza ci renderà migliori)... Il virus ha colpito una società già stanca», mette in evidenza lo studio.