mercoledì 28 dicembre 2016

ORFANI DELLA CULTURA DI MASSA. P. DI STEFANO, Ecco un perché dei tanti lutti eccellenti di questo 2016, CORRIERE DELLA SERA, 28 dicembre 2016

(...) Ora appunto sappiamo, grazie a un’indagine della Bbc, che non era solo un’impressione. È proprio vero che tanti miti, nel 2016, ci hanno lasciati: più che negli anni precedenti. Miti di ieri, rimasti miti d’oggi e destinati a sopravvivere nella memoria dei posteri. Nick Serpell, editorialista degli obituaries , attribuisce questo incremento di celebrità defunte al volano di popolarità rappresentato dalla televisione e dalla musica pop: due impareggiabili moltiplicatori di fama.

martedì 27 dicembre 2016

MUSICA EMPATIA AUTISMO. REDAZIONE, Dimmi che musica ami e ti dirò come pensi, LE SCIENZE, 23 luglio 2015

Le preferenze musicali non sono solo l'espressione  di inclinazioni e scelte estetiche, ma riflettono, almeno in parte, gli stili cognitivi delle persone. La scoperta è di un gruppo di ricercatori del laboratorio dell'Università di Cambridge diretto da Simon Baron-Cohen, che illustrano la loro ricerca in un articolo pubblicato su “PLoS One”.

NARRAZIONE EMPATIA E TEORIA DELLA MENTE. REDAZIONE, L'importanza dei romanzi per l'empatia e lo sviluppo sociale, LE SCIENZE, 22 luglio 2016

La finzione narrativa – soprattutto quella letteraria, ma anche quella cinematografica – stimola l'empatia e lo sviluppo umano: esplorando la vita interiore dei personaggi, i lettori possono formarsi idee su emozioni, motivazioni e idee degli altri, ben al di là di quanto è scritto sulla pagina o rappresentato sullo schermo. E' questa la conclusione a cui è giunto Keith Oatley, dell'Università di Toronto in un articolo pubblicato su “Trends in Cognitive Sciences” in cui fa il punto sui risultati di una serie di recenti studi sui rapporti fra narrazione e stato mentale.

NEUROSCIENZE E CREATIVITA'. REDAZIONE, Stessi geni per creatività e disturbi mentali, LE SCIENZE, 8 giugno 2015

La creatività e alcuni disturbi psichiatrici condividono le stesse radici genetiche: è quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista “Nature Neuroscience” da Kari Stefansson, dell'Università di Amsterdam, e colleghi di una collaborazione internazionale.

NEUROSCIENZE E DISLESSIA. REDAZIONE, Un aiuto per i dislessici, LE SCIENZE, 3 novembre 2004

Una nuova ricerca dimostra che impartendo nozioni di fonetica si può effettivamente modificare l’attività cerebrale negli adulti che soffrono di dislessia, migliorando in modo significativo la capacità di lettura. Lo studio, una collaborazione fra scienziati del Wake Forest University Baptist Medical Center e del Medical Center dell’Università di Georgetown, è stato pubblicato sulla rivista “Neuron”. 

NEUROSCIENZE E DISLESSIA. REDAZIONE, La difficoltà percettiva del dislessico, LE SCIENZE, 22 dicembre 2016

Nelle persone che soffrono di dislessia c'è un meccanismo di percezione sensoriale di base che opera in modo meno efficiente. Più precisamente, si tratta di un ritardo nell'adattamento cerebrale ai rapidi cambiamenti negli stimoli sensoriali. La scoperta è di un gruppo di  neuroscienziati del MIT e Boston University che firmano un articolo su "Neuron".

COSTUME CANZONI MUSICA POP. LA MORTE DI G. MICHAEL. M. PANARARI, L’insostenibile leggerezza dell’impegno sociale negli anni dell’edonismo, LA STAMPA, 27 dicembre 2016

Ci sono almeno due George Michael (o, forse, anche di più). E il «secondo Michael», quello meno conosciuto - ovvero l’artista «impegnato» - sembrerebbe quasi l’altra faccia della medaglia rispetto al cantante che è esploso, diventando una star, negli Anni 80. Ma a ben guardare, anche il «secondo George» reca, in maniera inequivocabile, i segni di quel decennio che ha reso l’impegno dei musicisti qualcosa di profondamente diverso dal modello dell’artista-intellettuale organico degli Anni 50 e 60 e da quello del cantautore di sinistra (o «del movimento») dei Settanta.  

sabato 24 dicembre 2016

STUDENTI DI MEDICINA E DEPRESSIONE. N. PANCIERA, Studenti di Medicina: uno su tre è depresso, ecco perché, LA STAMPA, 9 dicembre 2016

Il rischio di burn-out per i camici bianchi, si sa, è piuttosto elevato. A soffrire di stress e depressione, però, è anche chi si sta preparando a svolgere la professione medica: gli studenti universitari. Umore nero e stanchezza, depressione e pensieri di suicidio interessano una grande percentuale di futuri medici, come mostra un’analisi di 167 studi trasversali e 16 longitudinali condotti tra il 1982 e il 2015 in 43 paesi per un totale di 129mila studenti universitari. La revisione è apparsa sulla rivista Jama Internal Medicine, che lancia una nuova serie «Physician Work Environment and Well-being» sulla vita lavorativa e il benessere professionale dei medici e il loro legame con la qualità delle cure.

DEPRESSIONE E FARMACI. S. MASSARELLI, Antidepressivi, chi ne ha più bisogno non li usa, LA STAMPA, 23 dicembre 2016

C’è una stretta relazione che lega l’efficacia dei farmaci antidepressivi alla gravità del disturbo: tanto più la depressione è grave e tanto più il farmaco risulta efficace. Al contrario, nei casi di depressione lieve la loro efficacia si equivale a quella di una psicoterapia. Eppure i dati italiani sul consumo di antidepressivi mostrano una totale discrepanza rispetto a questa evidenza clinica: soltanto una persona su tre che realmente necessita di una terapia ne fa uso, mentre si moltiplicano le prescrizioni in chi soffre di stati di depressione di lieve entità o nei semplici stati di tristezza, che niente hanno a che vedere con la depressione clinica. A sottolineare questo aspetto è Claudio Mencacci, Presidente della Società Italiana di Psichiatria (SIP).  

PSICOLOGIA DEPRESSIONE. XMAS BLUES. MALINCONIA DA VACANZA. V. ARCOVIO, Ecco perché le feste possono mandarti in depressione: i rimedi per uscire dal disagio, LA STAMPA, 21 dicembre 2016

Gli addobbi dell’albero, le luci colorate, i pacchi regalo, le recite dei figli, i film e le canzoni tipiche del Natale. Per molti questo è il periodo più bello dell’anno. Ma per molti altri questa atmosfera natalizia intristisce e immalinconisce. E’ quella che gli esperti chiamano «Christmas Blues» o più semplicemente «depressione natalizia». Sembra qualcosa di inspiegabile, ma lo è solo apparentemente. Perché c’è una base scientifica a questo malessere emotivo e a spiegarcelo è lo psichiatra Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano. 

ANTROPOLOGIA. AMAZZONIA E ULTIMI GRUPPI DI COMUN ITA' INDIGENE. S. GANDOLFI, La tribù svelata nel cuore dell’Amazzonia segreta, CORRIERE DELLA SERA, 23 dicembre 2016

Sono isolati, «incontattati», non stupidi: sanno che là fuori ci sono altre civiltà. Ma quando in cielo è apparso quell’enorme uccello meccanico hanno temuto il peggio e si sono difesi nell’unico modo che conoscono, lanciando frecce. Uno sciame di frecce, per sette lunghissimi minuti, contro l’elicottero che sorvolava il loro villaggio mentre il fotografo a bordo, Ricardo Stuckert, catturava queste incredibili immagini.


SCUOLA IN ITALIA. LA SCUOLA REALE DOPO LA RIFORMA RENZIANA. E. REBUFFATA, IL MANIFESTO, 21 dicembre 2016

http://kikukula5.blogspot.it/2016/12/la-buona-scuola-la-scuola-reale-dopo-la.html

venerdì 9 dicembre 2016

UNIVERSITA' ITALIANA DI PRESTIGIO. G. FREGONARA, Università, tre anni e poi un test La laurea triennale senza tesi, CORRIERE DELLA SERA, 8 dicembre 2016

A Bologna hanno scelto la soluzione più radicale: via la «prova finale» per la laurea triennale, quella che un tempo era la tesi. Nel corso di Economia, mercati e istituzioni si fa invece un esame finale uguale per tutti e così si diventa dottori. Vantaggi: velocità, risparmio di tempo e di risorse sia per gli studenti che per l’università, fine di tesine striminzite e sempre più scopiazzate. Un’unica cerimonia di proclamazione una volta l’anno corona la prima tappa del percorso universitario in attesa di quella che ormai è considerata l’unica vera laurea, quella specialistica. Svantaggi: niente solennità a fine studi (per chi non continua con la laurea specialistica) e ufficiale ammissione che i primi tre anni di università non sono una laurea vera e propria.

mercoledì 7 dicembre 2016

ANTROPOLOGIA DELLA POLITICA. F. Q., Renzi, antropologa Signorelli: “Sua famiglia emblema della peggiore piccola borghesia assatanata per il potere”, IL FATTO QUOTIDIANO, 9 agosto 2016

La famiglia Renzi socio-antropologicamente è un caso abbastanza rappresentativo ed emblematico della piccola borghesia clientelare e scalatrice italiana. O meglio: è rappresentativa della parte peggiore di quella piccola borghesia“. Sono le caustiche parole dell’antropologa Amalia Signorelli, ospite de L’aria D’Estate (La7), a proposito della famiglia di Matteo Renzi. “Ci hanno fatto assistere a una scena grottesca” – continua – “Prima esistevano delle piccole virtù chiamate ‘discrezione’, ‘pudore’, ‘saper farsi da parte quando arriva il momento’. Non mi piace questo assatanamento per il potere. Ma io dico a Renzi: Vergognati. C’hai potere in tutta Italia. Se tuoi padre non sa che fare e si vuole divertire in qualche modo, compragli un cane“. E chiosa: “Da queste persone ai quali si danno stipendi di stralusso, aerei personali per fare lo show a Rio De Janeiro, vantaggi di ogni genere, bisognerebbe avere almeno un po’ di discrezione e di buon gusto, se non di onestà. Qui chiedere l’onestà è effettivamente una esagerazione”

PSICOLOGIA. DEPRESSIONE IN AUMENTO. E. MELI, La depressione si diffonde sempre di più, sette regole (più una) per combatterla, CORRIERE DELLA SERA, 7 dicembre 2016

Oltre quattro milioni di italiani lottano contro la depressione. In maggioranza si tratta di donne, perché il sesso femminile ha un rischio doppio di sviluppare la patologia, e la diffusione è in continua crescita anche per colpa della crisi economica: negli ultimi dieci anni la salute mentale è peggiorata soprattutto fra i giovani con meno di 34 anni e gli adulti fra i 45 e i 55 anni, che fanno i conti con le difficoltà sul posto di lavoro e nella gestione della famiglia. La depressione comporta costi personali e sociali elevatissimi, ecco perché la Società Italiana di Psichiatria ha da poco pubblicato un documento in cui stila le regole per combatterla, pensate per pazienti e familiari ma anche per i medici.

martedì 6 dicembre 2016

LETTERATURA POSTCOLONIALE. M. MELLINO, Il perenne gioco al massacro di «separare l’umanità». Recensione a 'Necropolitica' di A. Mbembe, IL MANIFESTO, 6 dicembre 2016

Tra le «geografie della crisi» che l’Europa ci sta riconsegnando da due anni ve n’è una di particolare interesse. Questa geografia della crisi è andata materializzandosi a partire dal suo addensamento in alcuni specifici «punti nodali»: identificare la sua costituzione materiale – gli snodi e i rapporti che ne disegnano un suo particolare contorno – può essere un buon primo passo per aggiornare un discorso postcoloniale sull’Europa di oggi. I contorni di questa geografia ce li danno, come sempre, alcuni nomi: Atene, Lesvos, Calais, Ventimiglia, Lampedusa, Idomeni, Parigi, Bruxelles, Molenbeek, Como, Brennero, ma anche Brexit, Siria, Turchia e Libia.

venerdì 2 dicembre 2016

ITALIA. RAPPORTO CENSIS 2016. A. ARACHI, Censis, gli italiani senza ottimismo Benestanti ma non vedono il futuro, CORRIERE DELLA SERA, 2 dicembre 2016

Sono moderni salvadanai quelli dove gli italiani conservano soldi che non investono: si è arrivati a oltre 114 miliardi di euro nel 2015, ci dice il Censis, facendoci capire che questa cifra equivale a più del Pil di un Paese come l’Ungheria, una liquidità consistente che però sta ferma e non produce speranze. Ecco perché nel suo rapporto annuale il Censis non esita a riassumere la situazione del nostro Paese in una frase che spiega tutto: l’Italia rentier che non investe sul futuro. Dove rentier sta per «benestante» e il futuro sono però i nostri giovani che hanno redditi più passi del 15% e ricchezza inferiore al 41%. Meglio ancora: i giovani di oggi hanno redditi inferiori del 26,5% rispetto a quelli dei giovani di 25 anni fa, a fronte di una ricchezza degli over 65 che è aumentata del 24,3%.
GUARDA IL VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=06BPDBwJPkg
I CAPITOLI DEL RAPPORTO: http://www.censis.it/5?shadow_evento=121138

giovedì 1 dicembre 2016

DISLESSIA E SCUOLA. N. PENNA, L’uomo che ha inventato il carattere per dislessici, LA STAMPA, 1 dicembre 2016

Avere otto anni e saper leggere appena come un bimbo di cinque, nonostante una grande intelligenza e una spiccata propensione per la musica. Quando il torinese Federico Alfonsetti ha visto per la prima volta il miglior amico del figlio non riuscire a fare i compiti, ha deciso che bisognava fare qualcosa. Ma cosa? «Non si poteva rottamare in quel modo il cervello di un bimbo così intelligente: ho parlato con i genitori e mi hanno spiegato che era dislessico e aveva particolari problemi con la scrittura e la lettura». E lavorando in una casa editrice, non poteva che prendersi a cuore il problema.  

martedì 29 novembre 2016

SCUOLA E DIDATTICA IMMERSIVA. MONTANARI E STRAMBI, Insegnare con la realtà virtuale e aumentata, l'ultima sfida della didattica in Itali, LA REPUBBLICA, 28 novembre 2016

INFILATE guanti e caschetto, si entra in classe, non nella classe reale, quella con i muri,  i banchi e la lavagna, ma in quella virtuale, dentro un computer. Due joystick fra le mani per muoversi, prendere e spostare gli oggetti, come se fosse tutto vero. Si chiama "didattica immersiva" l'ultima sfida della scuola italiana. Vista oggi, dalle cattedre di molti istituti, sembra davvero un balzo nel futuro. Eppure è qui e c'è  un avamposto, una pattuglia di insegnanti che già la sperimenta senza troppi clamori nelle classi. Sono ancora casi sporadici e sperimentali quelli che usano Minecraft o EdMondo (un programma open  source) o la realtà aumentata.
http://www.scuola-digitale.it/ed-mondo/progetto/info/

mercoledì 23 novembre 2016

MASS MEDIA E SOCIAL NETWORK. UNA RICERCA. R. CAGNAZZO, I social network? «Una minaccia per la carriera». Ma gli utenti non si cancellano per non perdere amici e ricordi digitali, CORRIERE DELLA SERA, 23 novembre 2016

Facebook, Twitter e gli account di tutti gli altri social network andrebbero chiusi. E non tanto perché promuovono una cultura superficiale, allontanano dai rapporti personali e minacciano il sonno, l'autostima e quanto altro. Andrebbero chiusi perché minacciano la carriera e il lavoro di ciascuno di noi. A sostenere questa tesi, in modo anche abbastanza perentorio, è Cal Newport professore associato alla Georgetown University. «In un'economia capitalistica, il mercato premia le cose che sono rare e preziose. E l'uso dei social network non rientra esattamente in questa logica» dice lo studioso.

domenica 13 novembre 2016

SOCIOLOGIA. INDIVIDUALISMO E CONFORMISMO OGGI. M. VALENSISE, L’età delle buone intenzioni. Recensione ad un saggio del sociologo J-P. Le Goff, IL FOGLIO, 7 marzo 2016

Come mai restiamo inerti? Come mai siamo così vulnerabili? Come mai reagiamo con tanta indolenza ai fanatici assatanati che vorrebbero mettere a ferro e a fuoco le nostre città, senza nemmeno riuscire a capire cosa li muove e cosa vogliono? Gli attentati del novembre scorso a Parigi hanno dimostrato che di fronte all’orrore di un massacro di massa è come se fossimo finiti tutti dentro una vignetta di Peynet: capaci solo di sfilare in silenzio davanti ai luoghi dell’eccidio, di stringerci in lacrime sventolando bandiere arcobaleno, di cantare in coro nenie lamentose, deporre orsetti di pelouche e accendere lumini sulle strade insanguinate. 



SOCIOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONI. REDAZIONE, le illusioni del management. Recensione al saggio di J-P. Le Goff, Le illusioni del management. Per un ritorno al buon senso (1993), LA FRUSTA

Un uomo che sa svolgere con intelligenza una metafora, può ben guidare un branco di imbecilli”, scriveva in una sua lettera Gustave Flaubert. Questa massima impietosa mi ronzava nelle orecchie mentre abbordavo questo libro, purtroppo non tradotto in italiano.

http://lafrusta.homestead.com/rec_legoff.html

FRANCIA. LA DISCUSSIONE SUL BURKINI. RELIGIONI E SIMBOLI RELIGIOSI. S. MONTEFIORI, «Burkini? Ordinanze troppo emotive Ma vanno difese le nostre conquiste» Intervista con il sociologo J-P. Le Goff, CORRIERE DELLA SERA, 26 agosto 2016

PARIGI «Dal punto di vista giuridico c’è poco da dire, la sentenza del Consiglio di Stato è corretta e del resto le ordinanze erano formulate male, scritte in modo precipitoso ed emotivo dopo gli attentati. Tiravano in ballo la laicità quando non è questo il punto». Jean-Pierre Le Goff, filosofo e sociologo, ha pubblicato pochi mesi fa il libro «Malaise dans la démocratie» (Stock) per parlare del malessere francese.

lunedì 7 novembre 2016

PSICO-SOCIOLOGIA. FENOMENI GIOVANILI IN ITALIA. NEET. D. DI VICO, In centomila chiusi nelle loro stanze Ragazzi che si ritirano dalla società, CORRIERE DELLA SERA, 6 novembre 2016

Ritiro sociale è un’espressione ancora poco nota. La utilizzano psicologi e operatori delle Onlus per definire i comportamenti del segmento più fragile dei Neet, i giovani che non studiano e non lavorano. Per avere un’immagine immediata di cosa significhi il ritiro sociale si può pensare a un ragazzo barricato nella sua cameretta con le tapparelle abbassate, il computer sempre acceso, musica e libri, il cibo consumato lì in una segregazione auto-imposta. Il fenomeno è molto conosciuto in Giappone — li chiamano hikikomori — ed è iniziato negli anni 80. 

giovedì 3 novembre 2016

ANTROPOLOGIA. GLI INDIGENI SIAMO NOI (2012)

L'idea di base è semplice: invece di andare in paesi sperduti a studiare i popoli indigeni, scambiamo i ruoli e chiediamo ad alcuni membri di una tribù del Vanuatu di diventare antropologi e di venire a studiare l'uomo occidentale nel suo habitat.
Tra risate franche e perle di saggezza, questi uomini che alcuni definirebbero "selvaggi" ci rivelano quello che siamo e ci danno un insegnamento commovente di semplicità, promuovendo la fratellanza e l'umiltà...
La serie (2012) mette insieme due show di grande successo, Selvaggio a chi? – Meet The Natives ed Esplorazioni al contrario – Reverse Exploration.


PARTE PRIMA

lunedì 31 ottobre 2016

IL TERREMOTO E LA PSICHE. D. DI CESARE, Terremoto, il sussulto arcaico che ci lesiona dentro, CORRIERE DELLA SERA, 30 ottobre 2016

D’un tratto le pareti vibrano. Prima in modo quasi impercettibile, quindi con più forza. Rumori cupi e inconsueti squarciano lo spazio dell’intimità. Come per avvertire, per segnalare quel che sta accadendo. No, non è un malessere individuale, né un capogiro.

venerdì 28 ottobre 2016

SOCIOLOGIA ECONOMICA. A. FRANZI, Luca Ricolfi: «La caduta di Berlusconi è stata pilotata. Ma oggi stiamo peggio che nel 2011», LINKIESTA, 13 ottobre 2016

Cinque anni fa. Ancora una decina di giorni e si sarebbe materializzata l'immagine che ha restituito meglio di tutte (o peggio) la considerazione con cui veniva trattata in quei mesi l'Italia a livello internazionale: i risolini di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy in risposta a una domanda sulla capacità dell'ultimo Governo guidato da Silvio Berlusconi di realizzare le riforme chieste dall'Unione Europea. Il 23 ottobre 2011. Cinque anni fa, oggi, quell'immagine non c'era ancora ma il destino di quel Governo di centrodestra era ormai segnato.

SETTE SUPERSTIZIONI MAGIA OGGI. N. PENNA, L’ultima beffa della santona Mereu: dopo il no della Gam riceve i seguaci in un condominio a nord di Torino, LA STAMPA, 28 ottobre 2016

«Il cortisone? Rovina sempre tutto. Non voglio parlare male degli altri medici, ma sono obbligata, vedendo cosa vi hanno combinato». Gabriella Mereu, la santona sarda della terapia verbale, alla fine ce l’ha fatta: da ieri mattina è a Torino per visitare e incontrare decine di pazienti. E lo farà sino a sabato. Oltre 150 erano presenti ieri sera nella saletta recuperata all’ultimo minuto in Barriera di Milano, in via Ponchielli 26, al piano terra di uno dei palazzi popolari. Una «scelta d’emergenza», dopo il no della Fondazione Torino Musei e di Villa Vela, il bar scelto mercoledì sera per non spostarsi troppo dalla Gam, dov’era già stato dato appuntamento ai pazienti mesi fa, che ha negato di aver dato disponibilità del suo dehors. 

domenica 23 ottobre 2016

GIOVANI FAMIGLIA E SOCIETA' ITALIANA. Gli italiani "preferiscono" la mamma: il 67% degli under 35 vive a casa, LA REPUBBLICA, 22 ottobre 2016

MILANO - Meno poeti, santi e navigatori, ma sicuramente più mammoni. Colpa della crisi, ma anche di una cultura che non ha paragoni nel resto del mondo, il 67,3% degli italiani tra 18 e i 34 anni vive ancora in casa dei genitori.Un trend che non accenna a invertire la rotta e, anzi, cresce di anno in anno: tra quanti vivono a casa, infatti, solo il 20% si dichiara disoccupato (un dato sostanzialmente stabile negli ultimi dieci anni), mentre il 25% ha un lavoro a tempo indeterminato, ma preferisce comunque le comodità di casa. In assoluto il 42% dei "mammoni" è rappresentato dagli studenti.

NEUROSCIENZE E NEURODELIRI, CORBELLINI, CONTI, Ma non perdiamo la testa, IL SOLE 24 ORE, 16 ottobre 2016

Tre anni fa il neuroscienziato e divulgatore David Eagelman pubblicò un manifesto sulla divulgazione scientifica, discusso su queste pagine (II Sole 24 Ore-Domenica, 11 agosto 2013), dove chiamava i neuroscienziati a un impegno civile per evitare che le neuro-scienze, sempre più oggetto di attenzioni mediatiche, entrassero nel tritacarne della pseudoscienza. In altre parole, per aiutare i cittadini a capire quali sono le sfide della ricerca, ma anche i limiti, quindi a orientarsi e non essere ingannati da ciarlatani. Le malattie neurologiche e psichiatriche sono particolarmente devastanti e, date le crescenti attese, è prevedibile un'incursione di imbroglioni.

sabato 22 ottobre 2016

MASS MEDIA. COMUNICAZIONE DI MASSA. SOCIAL NETWORK. TELEGIORNALISMO E CASI GIUDIZIARI. REDAZIONE, Veronica Panarello in un video inedito di «Quarto Grado», CORRIERE DELLA SERA, 22 ottobre 2016



Ecco un tipico esempio di come vengano trattati casi giudiziari estremamente delicati da programmi televisivi italiani. La dimostrazione di come sia impossibile avere la meglio su chi gestisce questi strumenti di umiliazione e mortificazione della condizione umana che, in alcuni casi, appare già
fortemente segnata da forme di disagio ed alienazione.

http://video.corriere.it/veronica-panarello-un-video-inedito-quarto-grado/b67637fa-9834-11e6-bb29-05e9e8a16c68


domenica 16 ottobre 2016

FILOSOFIA E CRITICA DEL PRESENTE. UN SAGGIO DI A. BADIOU. M. BASCETTA, Il custode dell’Idea nel mondo di Peter Pan, IL MANIFESTO, 1 ottobre 2016

È un libro che va letto, ma un libro piuttosto irritante, questo La vera vita di Alain Badiou (Ponte alle Grazie, pp.110, euro 15). Come, del resto, lo sono tutti gli scritti che si rivolgono ai «giovani». Per metterli in guardia. Per indicare la via. Per consigliare e suggerire. Chiunque conservi una memoria precisa della propria giovinezza (ma è tra le imprese quasi irrealizzabili) dovrebbe correggere così l’incipit, citato fino alla nausea, di Aden Arabia : «avevo vent’anni e non avrei permesso a nessuno di pontificare sulla mia condizione». Ricorderebbe, chi mantenesse questa memoria, un’avversione incontenibile verso ogni classificazione della propria esperienza, verso ogni definizione della propria soggettività. Il desiderio, al contrario, di appropriarsi di pagine o di parole di cui non si è il destinatario previsto, e precisamente per questo.

SOCIOLOGIA OGGI IN ITALIA. F. ANTONELLI, Una disciplina alla prova del presente. Intervista con la sociologa M. C. Federici, IL MANIFESTO, 6 ottobre 2016

«Non rinchiuderti nelle tue stanze, Partito, resta amico dei ragazzi di strada». Questo verso del poeta russo Vladimir Majakovskij, che il film sulla vita di Peppino Impastato I 100 passi ha reso famoso presso il grande pubblico, sembra fare perfettamente al caso della sociologia italiana.

PSICOLOGIA . IL DIALOGO NELL'ERA DEI SOCIAL NETWORK. UN SAGGIO DI S. TURKLE. B. VECCHI, I dialoghi sconnessi nel mondo fluido della Rete, IL MANIFESTO, 6 ottobre 2016

Il terrore dei silenzi durante una conversazione, l’angoscia che toglie il respiro quando viene rivolta una richiesta di attenzione; o quando l’argomento del dialogo con amici, familiari, amanti richiede impegno e concentrazione. Infine la paura della solitudine. Questa la cornice cesellata da Sherry Turkle nell’ultimo saggio La conversazione necessaria (Einaudi, traduzione di Luigi Giacone, pp.447, euro 26) dedicato al dialogo nell’era digitale. Un libro che rivela l’ostilità verso un mondo, quello contemporaneo, dove ogni aspetto della vita privata e sociale deve chinarsi all’algida tendenza a rendere tutto calcolabile. Ma anche un atto di amore, a volte dal sapore melenso, verso l’attitudine delle discipline umanistiche a fornire strumenti per comprendere una realtà dove siamo Insieme ma soli, come titolava un altro saggio di Turkle pubblicato da Codice edizioni.

STORIOGRAFIA OGGI. UN SAGGIO DI S. CONRAD. M. NANI, Appunti per un viaggio di andata e ritorno dal globale al locale, IL MANIFESTO, 13 ottobre 2016

La «storia globale» è ormai all’ordine del giorno anche in paesi come il nostro, resi culturalmente semi-periferici e dunque subalterni da decenni di disinvestimento e cattiva gestione delle istituzioni della ricerca e della formazione. Non a caso non figurano contributi di studiosi italiani nei tre volumi finora usciti della traduzione per Einaudi della Storia del mondo (sui sei previsti). Oltre a quest’ultima ponderosa opera, a testimoniare della diffusione dell’interesse fra ricercatori, docenti e studenti, ma anche in un pubblico più ampio, è ora la pubblicazione presso Carocci di Storia globale. Si tratta di «un’introduzione», come recita il sottotitolo, a questa recente tendenza storiografica, stesa da uno dei suoi più accreditati esponenti, il tedesco Sebastian Conrad, specialista di storia tedesca e nipponica che insegna alla Freie Universität di Berlino ed autore di una nuova sintesi problematica, What is global history?, per i tipi della Princeton University Press.

STORIOGRAFIA E ANTROPOLOGIA. UN SAGGIO DI S. GRUZINSKI. C. VERCELLI, Conquistati e conquistatori, IL MANIFESTO, 13 ottobre 2016

Nello spazio globale, quello contrassegnato dal perenne schiacciamento su una sorta di eterno presente, c’è ancora una funzione collettiva per la storia o non rischia di passare l’idea di una storia «a propria misura», come le costruzioni con i mattoncini del Lego?

FILOSOFIA ANTROPOLOGIA ECONOMIA. MARX. UNO STUDIO RECENTE. G. LIGUORI, L’operosità del Moro negli ultimi anni della sua intensa vita, IL MANIFESTO, 12 ottobre 2016

Siamo alla vigilia del centenario della Rivoluzione russa e dell’ottantesimo anniversario della morte di Gramsci. La «rivoluzione contro il Capitale», la celebre espressione gramsciana che lega uno dei massimi eventi politici del Novecento alla interpretazione antideterministica e antieconomicistica del marxismo, torna alla mente leggendo il recente libro di Marcello Musto,L’ultimo Marx 1881-1883. Saggio di biografia intellettuale (Donzelli, pp. 148, euro 24).

ANTROPOLOGIA CULTURALE. TEORIE DEL GENERE. M. MEAD. V. RIBEIRO COROSSACZ, Margaret Mead, quando i ruoli sessuali erano complementari, IL MANIFESTO, 11 ottobre 2016

Pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1949, Maschio e Femminadell’antropologa Margaret Mead è ora riedito per i tipi de Il Saggiatore (pp. 410, euro 28), che lo aveva pubblicato nel 1966 nell’attuale traduzione. Si tratta di un classico dell’antropologia, che ebbe un grande successo di pubblico, e in particolare di un testo di riferimento per quella che sarà la futura antropologia di genere, sviluppatasi proprio dalla ricezione del lavoro di Mead. Il volume, che può essere utilmente affiancato al testo divulgativo Margaret Mead. Quando l’antropologa è donna, a cura di Silvia Lelli (2016), presenta materiali e riflessioni basati su diverse campagne etnografiche, condotte tra il 1925 e il 1939 presso sette popolazioni del Pacifico meridionale e occidentale: i samoani (Polinesia), i manus, gli arapesh, i mundugumor, i ciambuli (Nuova Guinea), gli iatmul (Papua Nuova Guinea) e i balinesi. L’oggetto di queste ricerche sul campo sono quelli che l’autrice stessa definisce i problemi su cui ha meditato tutta la sua vita professionale, ovvero cosa siano mascolinità e femminilità.

mercoledì 12 ottobre 2016

VIDEO PSICOLOGIA. L. MECACCI PRESENTA WATSON E IL COMPORTAMENTISMO


L. MECACCI PRESENTA
WATSON E IL COMPORTAMETISMO

PRINCIPI DEL COMPORTAMENTISMO APPLICATI
NELLA PUBBLICITA'

https://loyoladigitalmediaseungbrennahogan.wordpress.com/2013/01/21/th-jpg/

lunedì 10 ottobre 2016

MODE E TENDENZE NELLA DIDATTICA. V. SANTARPIA, L’insegnamento capovolto, quando la scuola diventa creativa I metodi più originali, CORRIERE DELLA SERA, 10 ottobre 2016

Prendi un’aula di scuola, mettici un gruppo di studenti e un insegnante volenteroso, sposta i banchi per creare delle isole di lavoro, aggiungici una buona dose di tecnologia e miscela il tutto dando spazio alle idee. Ecco la ricetta per una flipped classroom, una classe capovolta: ce ne sono 800 in tutta Italia e, lungi dall’essere una specialità per «smanettoni» di computer e Internet, rappresentano una novità didattica che si sta allargando a macchia d’olio, come ha dimostrato il primo meeting di pratiche didattiche capovolte che si è svolto venerdì scorso nell’Auditorium Massimo di Roma. Parola d’ordine: spazio agli studenti, che creano la lezione insieme al professore, lavorando e collaborando alle ricerche e all’approfondimento, e non restano immobili e annoiati ad ascoltare ore di monologhi. Straordinario a dirsi, difficile a farsi.

giovedì 6 ottobre 2016

PEDAGOGIA. INCLINAZIONI E CRITICA DELLA RETTITUDINE. UN SAGGIO DI A. CAVARERO. F. RIGOTTI, Adriana Caravero. Inclinazioni, DOPPIOZERO, 4 marzo 2014

Nell'affastellarsi delle mie letture matte e disperatissime (si parva licet) avevo sulla scrivania, nei giorni scorsi, ovvero nella seconda metà del gennaio 2014, tre libri di cui portavo avanti la lettura alternandone i capitoli. Seguo infatti nel lavoro intellettuale la dietetica del pensiero (diaetetic des Denkens) di Kant, che consigliava, in caso di saturazione dello spirito, di variare la vivanda mentale. Così, per resistere alla fatica e mantenere la concentrazione, anche io vario la dieta.


FESTIVAL DI SOCIOLOGIA E DI PSICOLOGIA IN UMBRIA. NESSUNO LO SA, SOPRATTUTTO LA SCUOLA. 6 ottobre 2016

http://kikukula5.blogspot.it/2016/10/festival-di-sociologia-e-di-psicologia.html

lunedì 3 ottobre 2016

MOSTRA FOTOGRAFICA SULLA FAMIGLIA. FOLIGNO. UMBRIAWORLDFEST.IT 2016

Dal “Ritratto di famiglia di una città” ne nascerà una mostra fotografica, nell’ambito di Umbria World Fest, che verrà esposta a Palazzo Trinci, insieme a mostre di fotografi internazionali.

INTEGRAZIONE MULTICULTURALE. ESPERIMENTI SOCIAL. FIRENZE. LA REPUBBLICA, "Sono cinese, sono italiano: ma abbracciami come essere umano": l'esperimento in piazza a Firenze, 3 ottobre 2016

In piedi, bendato, in piazza della Signoria a Firenze. Con un cartello in italiano e in inglese: "Sono cinese, sono italiano, ma abbracciami semplicemente come un essere umano". E' l'esperimento dell'Unione giovani italo-cinesi. Massimiliano, un ragazzo cinese cresciuto in Italia, con gli occhi bendati fa così un salto di fiducia verso il prossimo. Tende le braccia allo sconosciuto, indifferentemente dalle sue origini, dalla sua storia, dalla sua religione o cultura. "Il messaggio - spiega l'Ugic - è che in fondo siamo tutti semplicemente esseri umani e dovremmo abbracciarci per solidarietà e amicizia, sconfiggendo così i pregiudizi e gli stereotipi spesso generati dalla superficialità della società e dei mezzi di comunicazione di massa". Montaggio di Irene Saccenti




GUARDA IL VIDEO: http://video.repubblica.it/edizione/firenze/sono-cinese-sono-italiano-ma-abbracciami-come-essere-umano-l-esperimento-in-piazza-a-firenze/254012/254216?ref=HRESS-3

giovedì 29 settembre 2016

CRITICA DEI SOCIAL MEDIA. A. GUERRERA, Byung-Chul Han: "Io, apocalittico contro gli integrati di Internet", LA REPUBBLICA, 22 aprile 2015

Il passato oggi è soltanto uno sterile sciame. Il mondo virtuale ha perso ogni distanza e quindi rispetto. L'anonimato e la trasparenza sul web sono un male assoluto. La cultura della "condivisione" è la commercializzazione radicale della nostra vita. Internet non unisce, ma divide. Genera un venefico narcisismo digitale. La sua estrema personalizzazione restringe, paradossalmente, i nostri orizzonti. E divora le fondamenta stesse della democrazia rappresentativa.

mercoledì 28 settembre 2016

ETOLOGIA PRIMATOLOGIA. F. DE WAAL, Frans De Waal: anche gli orangotanghi, nel loro piccolo, fanno progetti, LA STAMPA, 28 settembre 2016

Frans de Waal è un primatologo e professore di psicologia all’università statunitense di Emory (Atlanta). Il testo che qui anticipiamo è uno stralcio della lectio che terrà sabato a Torino Spiritualità (ore 21, Aula magna della Cavallerizza Reale) sul tema Siamo così intelligenti da capire l’intelligenza degli animali?(titolo anche del suo nuovo libro, in uscita per Raffaello Cortina editore).  


lunedì 26 settembre 2016

PSICOLOGIA SOCIALE E SOCIETA' ITALIANA. DI FAZIO M., E' l'invidia il motore del Paese, L'ESPRESSO, 20 settembre 2016

(...)
“L’invidia è il vizio che blocca l’Italia. Una vera e propria “sindrome del Palio” la cui regola principale è quella di impedire all’avversario di vincere, prima ancora di impegnarsi a vincere in prima persona. E questo non ci permette di trasformare la nostra potenza in energia – si legge nelrapporto Eurispes 2016 -. L’invidia e la gelosia, se volte in positivo, diventano il propellente indispensabile alla crescita e allo sviluppo. Di fatto, nel nostro Paese ciò non accade. Invidia e gelosia si traducono in rancore e denigrazione. Odiamo e denigriamo il nostro vicino più bravo e, invece di impegnarci per raggiungere risultati migliori e superarlo in creatività, efficienza e capacità, spendiamo le nostre migliori energie per combatterlo, per mortificarne i successi, per ostacolarne o addirittura bloccarne il cammino”.

mercoledì 21 settembre 2016

PSICOLOGIA. ETA' DELLA VITA E ADULTESCENZA. S. MINARDI, Generazioni, che fine hanno fatto?, L'ESPRESSO, 24 febbraio 2016

Hanno la sindrome di MacGyver: aggiustano e riadattano i giocattoli, i propri e quelli dei figli, come se dovessero servirgli per sempre. Anzi, di certi giochi sono i veri titolari: come i trenini elettrici che, ormai si sa, sono il giocattolo preferito degli ultrasessantenni. E non si staccano mai dallo zainetto. Emblema universale di quell’adolescenza, contagiosa e inguaribile, che non prevede distinzioni: di età, di genere, di look, di ruoli.

PSICOLOGIA. TRASFORMAZIONI NEI CICLI DI VITA. L'ADULTESCENZA. V. ROMANO, Adolescenza e adultescenza. Riflessioni su nuove patologie e nuove normalità nel ciclo di vita e nelle relazioni familiari, FAMILY AND MEDIA, 28 gennaio 2012

A cura di Maria Giovanna Ruo e Maria Beatrice Toro. Adolescenza e adultescenza. Edizioni CISU, 2011, pp. 188.
Gli adultescenti? Li trovi ovunque. Nei luoghi di lavoro, in giro per le strade, al cinema e sugli autobus. E magari anche dentro casa. Sono quegli adulti così poco adulti per atteggiamenti e comportamenti da sembrare ragazzini. Quei genitori troppo simili per stili di vita e interessi a quei figli – fragili e assieme onnipotenti – non più bambini e non ancora adulti, alle prese con una identità tutta da definire. Quei giovani adulti che, difficoltà economiche a parte, non ne vogliono proprio sapere di separarsi da mamma e papà. Uomini e donne, insomma, per i quali l’adolescenza tende a prolungarsi in una terra di mezzo senza fine, definita per l'appunto «adultescenza». Neologismo che fonde in sé i termini adulto e adolescenza per individuare una dimensione esistenziale sospesa e indefinita, sconosciuta ai nostri nonni, divenuta cifra distintiva della società contemporanea.

martedì 20 settembre 2016

SOCIETA' E PAURA DEI MIGRANTI. ITALIA. F. GATTI, Quanta paura ci fanno i migranti, L'ESPRESSO, 19 settembre 2016

È il caos ad alimentare la paura dello straniero. Non i numeri reali, non la complessità della crisi sul Mediterraneo. È la mancanza di un modello da seguire, è lo sperpero di denaro pubblico, è l’impunità dei più furbi di casa nostra. Sono le strutture fuori controllo come il Centro per richiedenti asilo di Foggia,l’inferno che abbiamo raccontatonell’inchiesta di domenica scorsa, dopo la quale è intervenuto Eugenio Scalfari su “Repubblica”, portando finalmente la politica a muoversi.

domenica 18 settembre 2016

ANTROPOLOGIA. LA FUGA DALLA SOCIETA' CONTEMPORANEA. A. FAVOLE RECENSISCE D. LE BRETON, LA LETTURA, settembre 2016

«Nel prossimo numero de "la Lettura" mi occupo di un tema che mi piace molto: quello delle vie di fuga. Lo spunto è un libro appena uscito per Raffaello Cortina, Fuggire da sé. Una tentazione contemporanea di David Le Breton (traduzione di Maria Gregorio, pagine 195, euro 19). In che senso vie di fuga? In ogni società esistono modi per sottrarsi ai propri ruoli, per isolarsi, oppure vere e proprie brecce per saltar fuori da quella quotidianità, da quella normalità in cui siamo immersi. Le Breton propone questa riflessione per la nostra società contemporanea, una società che mi sembra sempre più vischiosa, piuttosto che liquida, come affermava Baumann. Siamo degli atomi isolati sempre più dal contesto sociale, che si muovono apparentemente liberi ma in realtà sono avvinghiati in maglie piuttosto strette, costretti all'efficienza, alla produttività, a ritmi frenetici». Il servizio completo sul nuovo numero de «la Lettura», il #250, in edicola da domenica 11 settembre a sabato 17 settembre: sul supplemento quattro pagine, con articoli di CARLO BORDONINICOLA CAMPOGRANDEADRIANO FAVOLE e PIERRE ZAOUIaffrontano il tema della fuga e dell'abbandono dal punto di vista antropologico, artistico, filosofico.


http://video.corriere.it/fuga-dall-umanita-un-antropologia-dell-altrove/114af3fa-7684-11e6-b673-b2cde5239b18

sabato 17 settembre 2016

I BAMBINI E LA TELEVISIONE. E. COEN, "Ai bambini il Tg fa più paura dei film horror" Intervista a M. Ammaniti, L'ESPRESSO, 16 settembre 2016

Conosce a fondo le immagini che affollano il mondo dei bambini, Massimo Ammaniti. Le luci e le ombre, la paura del buio, dei fantasmi e delle persone estranee, universo in cui la realtà si mescola alla fantasia suscitando angoscia e inquietudine. Psicoanalista esperto dello sviluppo infantile e professore onorario alla Sapienza, ha dedicato all’argomento ricerche e saggi.

domenica 11 settembre 2016

RIFLESSIONI SULLA CONDIZIONE SOCIO-POLITICA PRESENTE. E. VERZEGNASSI, Intervista a S. Lopez Petit, DOPPIOZERO, 22 aprile 2015

Intervista a Santiago López Petit

Voler vivere

Elia Verzegnassi Molti pensatori hanno provato a considerare la rivolta tanto come evento che sfida l'ordine sociale, quanto come tattica con cui lacerare le maglie di un potere rivelatosi nel tempo intoccabile rispetto ad altre operazioni politiche (rivoluzione, antagonismo, forme alternative di rappresentanza, ecc.). A essere posta in rilievo, in entrambi i casi, è la qualità irruenta della rivolta, la carica con cui essa irrompe nel reale perturbando le condizioni da cui pur essa è sorta. Si potrebbe avvicinare la rivolta, in favore di questo carattere, a ciò che, nel suo Lo Stato guerra. Terrorismo internazionale e fascismo postmoderno, viene definito come «gesto radicale»?

sabato 10 settembre 2016

CRITICA DELLE NUOVE TECNOLOGIE A SCUOLA. R. CASATI, L'abbaglio della fine della scuola, IL SOLE 24 ORE, 15 maggio 2016

La vulgata della scuola del ventunesimo secolo prevede: classi “agili”, con studenti che guardano contenuti online e ne discutono poi tra di loro. Insegnanti “leggeri”, con il ruolo di “facilitatori” delle suddette discussioni tra gli studenti. Scomparsa progressiva della lezione frontale, e quindi della preparazione della lezione da parte degli insegnanti. Rimpiazzo dello studio con una forma ludica di interazione con vari tipi di interfacce, alcune delle quali ancora umane, ma sempre di più di tipo digitale (queste ultime non hanno problemi caratteriali, non scioperano, ecc.). Verifiche continue sia dello studente ma soprattutto dell’insegnante su parametri “oggettivi”. Comunicazione aperta con la famiglia, grazie a webcam che permettono ai genitori in pausa caffè di vedere che cosa si sta facendo in classe in un momento a caso.

ANTROPOLOGIA. NATIVI USA DIFENDONO IL TERRITORIO. A. GRANDI, Stati Uniti, oleodotto in North Dakota I Sioux: «Profanata la terra dei nostri avi». E Obama ferma i lavori, CORRIERE DELLA SERA, 9 settembre 2016

Rischiava di trasformarsi in una vera e propria rivolta dei Sioux la protesta, iniziata settimane fa, contro la costruzione di un oleodotto in North Dakota, sulla terra considerata sacra dai nativi. Soprattutto dopo che un giudice federale aveva respinto la richiesta di fermare il progetto. Ma a decisione presa, è arrivato l’intervento dell’amministrazione Obama a sancire quella che almeno per il momento si è trasformata in una vittoria per Dave Achambault II e la sua tribù.

GUARDA IL VIDEO: http://www.corriere.it/reportages/esteri/2016/sioux/

martedì 6 settembre 2016

CRITICA DELLE NUOVE TECNOLOGIE. C. SEIFE E LE MENZOGNE DEL WEB. J. D'ALESSANDRO, "Ecco il lato oscuro della Rete". Al Festival della Comunicazione le tesi di Charles Seife, LA REPUBBLICA, 6 settembre 2016

ROMA - A Charles Seife la Rete non piace. E nel suo ultimo libroLe menzogne del web (Bollati Boringhieri), lo scrive chiaro e tondo. Poco meno di 240 pagine nelle quali questo professore della New York University fa a pezzi - con metodo - tanti luoghi comuni della cultura digitale. Poco importa che si tratti di Wikipedia o del motore di ricerca di Google. Non a caso il titolo originale in inglese è Virtual Unreality. Tesi forti, al centro del suo intervento al Festival della Comunicazione che si svolge a Camogli dall'8 all'11 settembre, fra incontri, concerti, laboratori e mostre. Abbiamo raggiunto Seife al telefono, per capire se davvero crede che in quest'epoca ci siano solo ombre.

lunedì 5 settembre 2016

sabato 3 settembre 2016

ANTROPOLOGIA E POLITICA. LA PRIMA ABORIGENA IN PARLAMENTO. AUSTRALIA. L'Australia festeggia la prima aborigena in Parlamento, LA REPUBBLICA, 3 settembre 2016

Preceduta da un canto di una donna della sua stessa tribù Linda Burney, prima donna aborigena ad essere eletta nella Camera dei Rappresentanti australiana, ha tenuto il suo primo, commosso discorso. "Sono arrivata in  un posto nuovo e potente. Io sono una persona", ha esordito l'ex insegnante e militante del Partito Laburista, che indossava simbolicamente una pelle di canguro. "Sono nata in un periodo in cui il governo australiano sapeva quante pecore c'erano nel paese, ma non quanti aborigeni. Avevo dieci anni prima del referendum  del '67", ha proseguito la Parlamentare, facendo riferimento al momento storico in cui agli aborigeni fu concessa la cittadinanza: "Il primo decennio della mia vita l'ho vissuto come un 'non-cittadino'"

GUARDA IL VIDEO: http://video.repubblica.it/mondo/l-australia-festeggia-la-prima-aborigena-in-parlamento/250675/250830?ref=HREC1-34

giovedì 1 settembre 2016

NEUROSCIENZE. ALZHEIMER E NUOVI FARMACI. C. MARRONE, Alzheimer, un farmaco riduce le placche nel cervello: nuove speranze per curare la malattia, CORRIERE DELLA SERA, 1 settembre 2016

La rivista Nature dedica la copertina a un nuovo farmaco che sarebbe in grado di ridurre in modo significativo l’accumulo di proteina beta-amiloide nel cervello, una proteina che è considerata causa delle demenze e dell’Alzheimer (che a oggi non hanno cure). Secondo lo studio appena pubblicato i pazienti trattati avrebbero mostrato segni di rallentamento del declino cognitivo.

mercoledì 31 agosto 2016

TERREMOTI SOCIAL MEDIA TERRORISMO MEDIATICO. E. MENTANA, Il veleno nel web, QUOTIDIANO.NET, 31 agosto 2016

NON erano ancora arrivati i primi soccorsi nei comuni colpiti dal terremoto, una settimana fa, e già il tam tam sui social network indicava drastiche scelte: “mandiamo gli sfollati negli hotel occupati dai profughi, e loro nelle tende”, stabiliva stringenti misurazioni: “la magnitudo è del 6.2 e non del 6.0 come dice l’istituto di geofisica, vogliono fregare i terremotati”, imponeva di riporre i portafogli: “non versiamo un euro per le sottoscrizioni, perché tutto finisce alle banche e non alle popolazioni”, suggeriva fondi alternativi: “si incameri il jackpot del superenalotto e lo si devolva alle vittime del sisma”. Orrori, assurdità, bufale assolutamente ininfluenti sulle scelte pratiche dell’emergenza, ma devastanti per il confronto non solo virtuale nell’opinione pubblica. 

ETOLOGIA. I CANI CAPISCONO LE PAROLE COME L'UOMO. REDAZIONE, I cani capiscono le parole, in modo simile a come fa l’uomo, LA STAMPA, 30 agosto 2016

I cani sanno riconoscere le parole e le distinguono, insieme alle intonazioni con cui vengono pronunciate, e lo fanno in modo molto simile a come l’uomo comprende quello che dicono i suoi simili. Utilizzano infatti le stesse regioni del cervello che l’uomo attiva quando usa il linguaggio: una capacità probabilmente acquisita nel corso dell’evoluzione, quando sono stati addomesticati. Lo dimostra sulla rivista Science lo studio coordinato da Attila Andics, dell’università ungherese Loránd Eötvös. 

domenica 28 agosto 2016

SOCIAL MEDIA E CONTENUTI DA LEGGERE COMPRENDERE CONDIVIDERE. MARIO FAGOTTO F. 28 agosto 2016

Sarebbe interessante sapere quanti navigatori, di fronte ad un articolo, leggano prima l'articolo comprendendone il senso per poi cominciare la sarabanda delle eventuali condivisioni sollecitate da quelle opzioni che, in forma iconica, ammiccano sulla sinistra dell'articolo stesso. Non avviene, forse, il contrario? Che si dia un'occhiata distratta al titolo oppure alle prime righe e poi si avvii la procedura di condivisione verso Facebook, Twitter, Linkedin, Pinterest, email, ecc. ecc.? A che cosa poi serva questa condivisione forzata lascio la risposta a chi abbia voglia di trovarne una sensata.

Personalmente credo, purtroppo, che in queste pratiche navigatorie prevalga il titillamento frenetico, la compulsione a pigiare tasti ed icone, la tendenza a creare collegamenti all'infinito perdendo tempo prezioso da un contenitore all'altro senza prestare attenzione ai contenuti che gli articoli dovrebbero veicolare (non mi soffermo sui documenti audio-visivi di cui si sa che la maggior parte risultano indecifrati da parte degli utenti).

venerdì 26 agosto 2016

LO STATO DELLA CULTURA OGGI. A. SANTAGATA, L’era dell’ignorante ipermoderno, IL MANIFESTO, 25 agosto 2016

Chiunque abbia avuto occasione di frequentare le facoltà umanistiche italiane non potrà che condividere il pessimismo di Davide Miccione nel suo Lumpen Italia. Il trionfo del proletariato cognitivo (Ipoc, pp. 2012, euro 16). In un saggio agile e spietato l’autore dà voce a un’insofferenza comune o, per meglio dire, a una comune perdita di senso. La definizione d’«ignorante ipermoderno», utilizzata per descrivere l’uomo nuovo dell’età digitale, non può che destare una certa ritrosia in chi crede nella diversità dei saperi.

TERREMOTO E RUMORE MEDIATICO INUTILE. I. DIAMANTI, Il dopo-terremoto sommerso di parole, LA REPUBBLICA, 26 agosto 2016

(...)
Un altro terremoto che ha travolto molte località, molti borghi, molte abitazioni e, insieme, molte vite. Era già avvenuto altre volte, non tanti anni fa, non lontano da qui. E purtroppo avverrà ancora. In qualche altro paese, in qualche altra città. D'altronde, come si sente dire spesso, in questi giorni, si tratta di un evento prevedibile. Anche se non proprio in quei luoghi e in quei giorni. Perché il nostro è uno "Stato di emergenza". Permanente. Noi, per abbassare il rischio, dovremmo praticare la prevenzione, in modo sistematico. Nella realizzazione del patrimonio immobiliare. Nella gestione del territorio.

mercoledì 24 agosto 2016

PSICOLOGIA SOCIALE. LA SOCIETA' PSICOTICA CONTEMPORANEA E IL CONFLITTO INDIVIDUALE. M. MAGATTI, La violenza individuale nella «società psicotica», CORRIERE DELLA SERA, 23 agosto 2016

Uno degli aspetti più sorprendenti del tempo che viviamo è che, nonostante condizioni economiche precarie e scarse prospettive per il futuro, il livello di conflitto sociale continua a essere alquanto limitato. Esiste, è vero, un diffuso malcontento che si incanala nei vari populismi. Ma, al di là di qualche fiammata (come la protesta contro la riforma del lavoro in Francia, Occupy wall street a New York o la «rivolta dei forconi» in Italia), non si ha traccia di un vero conflitto sociale. Al contrario, le cronache sono piene di episodi violenti legati al terrorismo di matrice islamica, al femminicidio, alle stragi di singoli uomini in «preda alla follia».

martedì 23 agosto 2016

CINEMA. I 100 FILM PIU' BELLI DAL 2000 AD OGGI. DA LA REPUBBLICA, 23 agosto 2016

A stabilire la classifica è stata una 'speciale giuria' composta da 177 critici cinematografici provenienti da 36 paesi: i giornalisti sono stati interpellati dalla BBC per stabilire quali fossero i film più memorabili dal 2000 a oggi. Una particolare (e molto parziale) classifica, basata esclusivamente sui gusti dei critici contattati. Ovviamente i gusti sono da cinefili e non troverete i grandi film da incasso, come le saghe alla Harry Potter o i blockbuster in stile fumetto, eccezion fatta per il 'Batman' di Nolan. E per il primo italiano bisogna aspettare addirittura la posizione numero..


DA BLOGGER AD INFLUENCER. MASS MEDIA E NUOVE TECNOLOGIE. A. LONGO, Un esercito di influencer: le aziende a caccia di chi ha più follower, LA REPUBBLICA, 22 agosto 2016

RACCONTANO come vivono, come si vestono. Cosa mangiano e in quali posti (meravigliosi) viaggiano. O, semplicemente, propagano come un sonar le proprie idee in fatto di politica, economia, società. Sono gli ''influencer'' su internet, divenuti ormai sono una categoria ben nutrita e diversificata, a quanto emerge da una nuova infografica pubblicata da Smart Insights, azienda americana specializzata in digital marketing.

lunedì 22 agosto 2016

DIPENDENZA E TECNOLOGIA. ADOLESCENTI A RISCHIO. L. CASTAGNERI, Drogati di follower e “mi piace”: la nuova dipendenza comincia a 11 anni, LA STAMPA, 22 agosto 2016

Capita anche di arrivare a litigare con le amiche. E non per un fidanzatino o un vestito più bello. Oggi a scatenare la gelosia tra i teenager è molto spesso qualche «mi piace» in più catturato da una fotografia pubblicata su Instagram. Una ricerca dell’Osservatorio nazionale adolescenza lo racconta bene: il numero dei like o dei commenti positivi ricevuti sui social influenza l’autostima del 55 per cento dei ragazzi tra i 13 e i 19 anni. Anche la quantità degli amici o dei follower li condiziona: più sono, più sei riconosciuto, sia in Rete sia nella vita reale. Ma chi si occupa da vicino di questi temi racconta i bambini sviluppano la “dipendenza da notifica” già a 11 anni, tra le scuole elementari e le medie. E se online sono poco considerati o ricevono commenti negativi si sminuiscono, tendono ad autoescludersi, vivono male.