venerdì 29 giugno 2018

FASCISTIZZAZIONE DELLA SOCIETA'. ESSERE EGOISTI VIENE NATURALE. M. COVACICH, Io ero il popolo, ora ho scoperto che sono solo, CORRIERE.IT, 29 giugno 2018

La gente con cui mangiavo la pizza a Roma o a Ventotene o a Trieste non è diventata più paurosa, né più povera o più ignorante. È solo orgogliosamente egoista. Al tempo dei comunisti e dei democristiani sarebbe stata una vergogna, ora è un diritto. Sono stati proprio gli altri a liberarci dall’altruismo. Essere altruisti richiede un passaggio mentale complicato che nessuno è più disposto a sostenere, essere egoisti invece viene naturale, è facile e non costa nulla. Per aiutare il prossimo occorre credere in un progetto comune, condividere un ideale. Ci era rimasta la nazionale, ma poi abbiamo visto com’è andata.

martedì 26 giugno 2018

BUONA SCUOLA. ELIMINATA LA CHIAMATA DIRETTA. C. ZUNINO, Eliminata la chiamata diretta dei docenti, firma Miur-sindacati, REPUBBLICA.IT, 26 giugno 2018

La prima promessa elettorale di Lega e Cinque Stelle sulla scuola è stata rispettata. Questo pomeriggio il ministero dell'Istruzione e i sindacati, dopo otto ore di trattative, hanno firmato l'accordo - un contratto transitorio - che prevede che il personale docente venga assegnato dall'Ufficio scolastico territoriale all'istituto scolastico scelto attraverso la graduatoria e utilizzando i punteggi delle domande di trasferimento. Dunque, per il passaggio dei docenti dall'ambito territoriale alla scuola non ci sarà più la cosiddetta chiamata direttadel dirigente, prevista dalla "Buona scuola" renziana (approvata nel luglio 2015).

DERIVE TECNOLOGICHE. TROPPO TEMPO SUL CELLULARE. REDAZIONE, Tim Cook: la gente sta troppo su iPhone, noi non volevamo questo, REPUBBLICA.IT, 26 giugno 2018

Gli studi che confermano come gli smartphone ci hanno cambiato le abitudini di vita, e non sempre in chiave positiva, si susseguono da qualche anno con una certa regolarità. Che il numero uno di una delle aziende che contribuisce a creare proprio l'ecosistema smartphone con i suoi prodotti sia critico su questo stato di cose non era mai accaduto. A riempire questo vuoti ha pensato Tim Cook, CEO di Apple, successore di Steve Jobsal comando dell'azienda di Cupertino: "Penso sia diventato chiaro a tutti che alcuni di noi spendano troppo tempo sui nostri dispositivi", ha detto alla Fortune Magazine Conference a San Francisco. "Abbiamo cercato di riflettere profondamente su come possiamo aiutarli. Onestamente, non abbiamo mai voluto che le persone esagerassero con l'utilizzo dei nostri prodotti". Insomma, Cook riconosce che la gente passa troppo tempo sugli iPhone e che non era questa l'intenzione della sua azienda. "Noi vogliamo - ha spiegato Cook - che le persone siano spinte dai loro telefoni a fare cose che non potrebbero fare altrimenti. Ma se passi tutto il tuo tempo sul telefono, vuol dire che stai spendendo troppo tempo al cellulare".

sabato 23 giugno 2018

EDUCAZIONE, SCUOLA E DISLESSIA. R. VIOLA, Dislessia: il metodo che cura il cervello, REPUBBLICA. IT, 22 giugno 2018

LA DISLESSIA, che consiste nel non riuscire a decodificare e a leggere un testo,  colpisce circa il 10-20% della popolazione ed è il più diffuso disturbo dell'apprendimento legato al linguaggio. In passato era poco riconosciuta e sottostimata, mentre oggi gli strumenti diagnostici e il trattamento sono molto più accurati, con approcci riabilitativi che possono migliorare le abilità di lettura. E questi miglioramenti, oggi, sono stati “visti” anche nel cervello, tramite la risonanza magnetica: una ricerca guidata dalla University of Washington mostra come un programma educativo mirato sia stato associato ad un potenziamento di specifiche aree cerebrali legate al linguaggio e all'elaborazione visiva delle informazioni. I risultati dello studio sono pubblicati su Nature Communications.

FILOSOFIA POLITICA. SUL POTERE. M. FILIPPI, Profanazioni del potere, ALFABETA, 17 giugno 2018; SINISTRAINRETE, 21 giugno 2018

Nel saggio Elogio della profanazione, Agamben sostiene che la profanazione «disattiva i dispositivi di potere e restituisce all’uso comune gli spazi che esso aveva confiscato». Uno degli spazi confiscati dal potere – forse lo spazio più importante da un punto di vista politico – è proprio quello del potere stesso. Da qui l’impegno profuso da molt* pensatori e pensatrici per erodere la sacralità del potere, per non pensarlo più come un’essenza che può essere detenuta o conquistata, ma come un rapporto di forze distribuito e in continua rimodulazione, a cui tutti, volenti o nolenti, partecipiamo. Il potere, insomma, non è qualcosa di separato dalla vita né si esercita su di questa esclusivamente secondo un vettore che va dall’alto al basso. Al contrario, esso si forma e va a formare insiemi di relazioni dinamiche senza le quali la vita semplicemente non esisterebbe. Il potere e la vita sono immanenti, tanto che chi continua a separare la vita dal potere compie, più o meno consapevolmente, un’operazione di spoliazione della vita, un’operazione che la rende nuda, ancor più disponibile alla presa di un potere che, spogliato della sua complessità, non può che (s)opprimerla.

venerdì 22 giugno 2018

ITALIA. IL PAESE DELLA PAURA INDOTTA. REDAZIONE, Istat: "Un italiano su tre pensa di vivere in zona ad alto rischio di criminalità", REPUBBLICA.IT, 22 giugno 2018

Siamo un Paese in cui un italiano su tre reputa la zona in cui abita ad alto rischio di criminalità. E per questo motivo non si ritiene per niente al sicuro quando di sera esce da solo. Un senso di insicurezza che peggiora decisamente se si guarda solo alla popolazione femminile: il 36,6% delle donne, addirittura, di notte non va mai in giro senza essere accompagnata. Sono alcuni dei dati più importanti del rapporto "Sicurezza dei cittadini", elaborato dall'Istat in relazione agli anni 2015 e 2016. 

sabato 16 giugno 2018

MOBILITA' SOCIALE IN ITALIA. REDAZIONE, La mobilità sociale che non funziona: servono cinque generazioni per salire, LA REPUBBLICA, 16 giugno 2018

Cantava in rima Totò che da morti si è tutti uguali e a vedere i dati Ocse sembra proprio che sia più facile aspettare la Livella naturale che affidarsi alla possibilità di "scalare" la società attraverso l'ascensore delle classi.

venerdì 15 giugno 2018

SCUOLA. PAROLE D'ORDINE CONTEMPORANEE. E. LOMBARDI VALLAURI, Valutazione, meritocrazia e premialità, MICROMEGA, 4 giugno 2018

Queste tre parole, usate insieme, sono diventate pericolose. Almeno, per il sistema nazionale dell'istruzione e della ricerca. Parlerò soprattutto dell'università, che conosco meglio. Il pericolo sta nel fatto che, da chi governa, questi termini vengono usati in modo magico, come possenti parole d'ordine per far credere a tutti che si stia operando nel migliore dei modi possibili; mentre purtroppo spesso si stanno facendo dei danni. 

SCUOLA. IL DOCENTE IDEALE SECONDO IL MIUR. C. SCOGNAMIGLIO, Il docente costruito a tavolino, MICROMEGA, 14 giugno 2018

In un recente documento del ministero dell'Istruzione si traccia il profilo dell'insegnante ideale. Ma ha senso stabilire uno standard per una professione che è (o dovrebbe essere) per definizione estremamente creativa e libera? 

di Carlo Scognamiglio
Lo scorso 16 aprile il MIUR ha pubblicato un lungo dossier contenente l’esito del lavoro svolto da alcune commissioni per lo Sviluppo professionale e qualità della formazione in servizio. Apparentemente l’intenzione si basa su un procedimento logico: definire il profilo dell’insegnante cui vogliamo aspirare, per poi programmare in coerenza con tale traguardo un’adeguata formazione professionale. Un po’ ingegneristico come approccio, ma in fondo si tratta di un documento interessante, poiché presenta elementi e idee orientate a un effettivo miglioramento della condizione professionale degli insegnanti, pur includendo delle criticità da non sottovalutare. Leggendone le prime pagine, ci si accorge con una certa sorpresa che gli estensori del documento non rinviino con la sufficiente precisione alle condizioni effettive di lavoro dei docenti, né alla loro condizione contrattuale. A pagina 4 infatti, troviamo che il lavoro a scuola “non è più” rappresentato dall’orario frontale di lezione. Questo è ovvio, salvo il fatto che non è mai stato così, né da un punto di vista normativo, né fattuale. Fanno parte infatti del carico di lavoro del docente le attività funzionali all’insegnamento, come le molte ore trascorse in riunioni, preparazione e correzione di elaborati e verifiche; programmazioni e predisposizioni delle unità d’apprendimento, pianificazione degli interventi individualizzati, nonché la sempre più intensa attività online, e molti altri oneri, spesso burocratici, non facilmente quantificabili. In questo senso, strutturare un monte ore preciso, come indicato dal documento, sarebbe possibile solo se le scuole fossero in grado di garantire degli spazi di lavoro ai docenti, che invece sono materialmente costretti a svolgere gran parte di queste attività nelle proprie abitazioni e con le proprie strumentazioni.

martedì 12 giugno 2018

ETOLOGIA E MATEMATICA. ANCHE LE API CONOSCONO LO ZERO. S. IANNACCONE, Sorpresa: anche le api conoscono lo zero, LA REPUBBLICA, 7 giugno 2018

HE COSA sono i numeri? Cosa significano? E, soprattutto, cosa è e cosa significa lo zero? È un concetto tutt'altro che banale, che la nostra specie, dall'alto dei suoi circa 86 miliardi di neuroni, ha impiegato migliaia di anni a padroneggiare e formalizzare. E che oggi, sorpresa delle sorprese, sappiamo essere compreso anche dalle api, il cui cervello, per confronto, contiene "appena" un milione di neuroni. A raccontarlo, sulle pagine di Science, è un'équipe internazionale di ricercatori, del Bio-Inspired Digital Sensing Lab alla University of Melbourne, in Australia, e di altri istituti di ricerca. 

(Credits foto: Scarlett Howard/Jair Garcia/Adrian Dyer) 

Gli scienziati, in particolare, hanno condotto una serie di esperimenti e scoperto che le api, così come gli esseri umani e poche altre specie animali (tra cui delfini, pappagalli e primati), sono in grado di comprendere sia i concetti di numerosità (e i loro correlati di "maggiore" e "minore") che quello, ben più astratto, di zero. Ovvero, in altre parole, che gli insetti sono in grado di collocare lo zero nel posto giusto all'interno di un'immaginaria scala dei numeri, comprendendo che si tratta di una quantità minore dell'uno e delle cifre successive.

NON IMITATE MODELLI PERICOLOSI. A. BORALEVI, Le belle delinquenti di Mugshawtys, LA STAMPA, 12 giugno 2018

Bonnie era Faye Dunaway. Clyde era Warren Beatty. Era il 1967 e il film (da una storia vera) lo girò Arthur Penn. 
Questo per dire che di criminali belli e affascinanti il cinema è pieno. Da Tarantino in su e in giù. 
La vita reale di meno.