martedì 18 dicembre 2018

ISTAT. INDAGINE SU BES BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE. REDAZIONE, Migliora il benessere degli italiani, ma la crisi ha lasciato ferite profonde nelle relazioni sociali, REPUBBLICA. IT, 18 dicembre 2018

MILANO - Il sesto Rapporto dell'Istat sul Benessere equo e sostenibile dice che migliora nel complesso il quadro in Italia, ma non la soddisfazione per la propria vita. L'Istituto di statistica stima progressi che vanno dal lavoro e la conciliazione dei tempi di vita, con il 67% degli indicatori con variazioni positive, al benessere economico (80%) e a innovazione, ricerca e creatività (86%). Al contrario, le relazioni sociali, con oltre un terzo degli indicatori in peggioramento, è l'ambito che "mostra le maggiori criticità nel breve periodo".



Il lavoro si basa sulla valutazione di 130 indicatori, raggruppati in dodici "domini": Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi.
 

Chi sale e chi scende

L'Istat riconosce dunque che "la situazione del complesso delle misure del Bes è in miglioramento: quasi il 40% degli indicatori per i quali è possibile il confronto mostrano una variazione positiva rispetto all'anno precedente, mentre risultano inferiori ma significative le percentuali di quelli che peggiorano (31,8%) o rimangono sostanzialmente stabili (29,1%)". In cima alla classifica dei miglioramenti si trovano Innovazione, ricerca e creatività (86% di indicatori con variazione positiva), Benessere economico (80%) e Lavoro e conciliazione dei tempi di vita (67%). Come accennato, invece, la voce Relazioni sociali, con oltre un terzo degli indicatori in peggioramento, è quello che mostra le maggiori criticità nel breve periodo.

Se si estende il confronto al 2010, le voci in miglioramneto sono ancora più chiare e "il 53,4% degli indicatori confrontabili presenta variazioni positive (62 su 116)". A spingere questo progresso di lungo periodo sono Salute (80% degli indicatori in miglioramento) e Ambiente (9 indicatori su 14 variano positivamente). "Tuttavia, nel complesso dei domini la quota di indicatori che peggiorano è significativa (36,2%), evidenziando un gap rispetto al pieno recupero delle condizioni di benessere sperimentate prima dell'ultima crisi economica, specialmente per i domini Relazioni sociali, Paesaggio e patrimonio culturale, Benessere economico".
Migliora il benessere degli italiani, ma la crisi ha lasciato ferite profonde nelle relazioni sociali
Non è tutto, perché il rapporto fornisce anche una lettura ulteriore dell’evoluzione del benessere, attraverso indici compositi che sono elaborati per tutti i 12 domini del Bes. Da questa analisi si "conferma il tono positivo" sulla "diffusione dei segnali di miglioramento. Nel 2017, 8 dei 13 indici compositi aggiornabili mostrano un miglioramento rispetto all’anno precedente". C'è però qualche eccezione: "In particolare si segnala un peggioramento per Salute e Istruzione, che interrompe il trend positivo degli ultimi anni. Per quanto riguarda la sicurezza si registra invece un miglioramento. Segnali positivi emergono nel Benessere economico, con riferimento alle condizioni economiche minime, nel Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, nel Paesaggio e patrimonio culturale, nell’Ambiente e nell’Innovazione, ricerca e creatività". D'altra parte, "gli indici compositi relativi alla soddisfazione per la vita, alle relazioni sociali e alla partecipazione politica mostrano un arretramento che, nel caso dei primi due, si estende anche al confronto con il 2010".
 

Redditi in recupero, ma cresce la povertà

Tra gli indicatori più prettamente economici, il Bes dice che nel 2017 torna ai livelli del 2010-2011 il reddito aggiustato lordo disponibile pro capite delle famiglie, che ammonta a 21.804 espresso in parità del potere d'acquisto, secondo il rapporto Bes-Benessere equo e sostenibile dell'Istat. Risultando inferiore dell'1,7% alla media europea e del 7,8% alla media dell'area euro. Ma peggiora l'incidenza di povertà assoluta, basata sulla spesa per consumi, che riguarda il 6,9% delle famiglie (da 6,3% nel 2016) e l'8,4% degli individui (da 7,9%). I livelli di occupazione dei 20-64enni (62,3%) aumentano, ma a un ritmo più lento rispetto a quelli medi europei (72,2%), con un divario più ampio per le donne. Le condizioni del Mezzogiorno rimangono comunque difficili: in Sicilia la quota di mancata partecipazione al mercato del lavoro raggiunge il 40,8%, un valore dieci volte maggiore rispetto a quello registrato nella provincia autonoma di Bolzano.
 

Cosa conta per stare bene

Migliora il benessere degli italiani, ma la crisi ha lasciato ferite profonde nelle relazioni sociali
Quest'anno l'Istat ha introdotto una nuova valutazione nella sua ricerca, interrogando le famiglie su quali siano gli ambiti più significativi per definire la qualità dell avita. Risulta che tutti i 12 'dominì compresi nel rapporto Bes sono considerati significativi, ma la salute sta al primo posto mentre "politica e istituzioni" raccolgono il punteggio più basso, "a indicare un certo distacco dei cittadini nei confronti delle diverse espressioni della cosa pubblica". Cambia la percezione, a seconda dell'età e del livello di istruzione. "I giovani di 18-29 anni attribuiscono più importanza alle relazioni sociali (con una distanza di 0,7 nel punteggio medio rispetto ai più anziani), alla capacità di ricerca e innovazione nonché al benessere inteso come soddisfazione per la propria vita (entrambi +0,6). Le persone di 65 anni e più, invece, sono più sensibili alla sicurezza personale (con una distanza di 0,4 rispetto ai più giovani)".

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