giovedì 23 dicembre 2021

EPIDEMIE PANDEMIE ED INTERPRETAZIONI NELLA STORIA. E. GENTILE, Pandemiche superstizioni, IL SOLE 24 ORE, 7 aprile 2020

 Diventerà un’icona di questo periodo di pandemia l’immagine della bianca figura di papa Francesco, solitario sul sagrato della basilica di San Pietro, la sera del 27 marzo, mentre si reca a piedi sotto la pioggia verso un modesto baldacchino, dal quale ha pregato rivolto all’immensa piazza deserta. Il pontefice ha esortato i fedeli a rivolgersi a Cristo per «trovare il coraggio di abbracciare tutte le contrarietà del tempo presente, abbandonando per un momento il nostro affanno di onnipotenza e di possesso»:«Abbracciare il Signore per abbracciare la speranza: ecco la forza della fede, che libera dalla paura e dà speranza» ( Forti nella tribolazione. La comunione della Chiesa sostegno nel tempo della prova , a cura del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2020).


Nelle sue preghiere e omelie, il papa non ha evocato il Dio biblico che scatena le malattie sterminatrici per punire l’umanità peccatrice, né Gesù quando ammonisce: «Se non fate penitenza, voi perirete tutti nello stesso modo. Oppure, credete voi che quelle diciotto persone sulle quali cadde la torre di Siloe e le uccise, fossero colpevoli e non tutti gli abitanti di Gerusalemme? Noi, io vi dico, ma se voi non fate penitenza, perirete tutti nello stesso modo» (Luca, 13, 3-5)

Per oltre un millennio, la chiesa di Roma ha presentato le catastrofi naturali, le epidemie, le guerre come azioni punitive inflitte dalla volontà divina. Di questa interpretazione si avvalse nell’autunno del 1918 il vescovo di Zamora, quando in Spagna esplose l’influenza “spagnola”, la prima e la più micidiale pandemia della storia, che subito gli spagnoli, indignati per tale denominazione, chiamarono “il soldato napoletano”, dal nome di una canzonetta allora in voga a Madrid. Come narra la giornalista scientifica Laura Spinney nel libro 1918.L’influenza spagnola. La pandemia che cambiò il mondo , (Marsilio 2018), il vescovo disse ai suoi fedeli che l’epidemia era dovuta «ai nostri peccati e alla nostra ingratitudine, a causa dei quali si è abbattuto su di noi il braccio vendicatore della giustizia eterna». E per indurre il suo gregge al pentimento, sfidò le autorità sanitarie che gli si opponevano, e ordinò una novena in onore di San Rocco, il santo protettore contro le pestilenze, dichiarando che di fronte all’impotenza della scienza a frenare l’epidemia, «gli uomini si allontanano, disillusi, e volgono lo sguardo verso il cielo». E quando l’epidemia finì, il vescovo disse che erano state le preghiere a placare «la legittima rabbia di Dio».

Dopo il Concilio Vaticano II, l’idea della punizione è stata sostituita dall’idea dell’ammonizione. Di «ammonimento della Madonna» ha parlato nel febbraio scorso Radio Maria, un’emittente cattolica ascoltata da molti credenti. Nel commentare la comparsa in Cina del Covid-19, Radio Maria ha osservato che non è un caso se il virus ha avuto origine proprio nel Paese governato dal comunismo ateo, persecutore dei cristiani, così come la sua propagazione nel mondo è avvenuta perché l’umanità si è resa colpevole di fronte a Dio. La stessa denominazione del virus, “corona”, ha spiegato l’emittente cattolica, corrisponde a un messaggio della Madonna di Medjugorje, che esorta alla conversione, annunciando «tempi terribili» per l’uomo, che ha abbandonato Dio per idolatrare sé stesso.

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