Naomi Campbell, Lady D, Lagerfeld sono tra le icone di “Eighties”, libro dedicato da Taschen al mitico fotografo che ha ritratto la Swinging London e poi il decennio degli eccessi
Il Wembley Stadium di Londra gremito. Sul palco, Sting, U2, Queen, David Bowie e altri big. Nel prato e sugli spalti, circa 72mila persone (quasi due miliardi i telespettatori). Poi, le canzoni gridate a squarciagola, i boati a ogni esibizione, un misto di note, pelle sudata, birra a fare il resto. Intanto, in una pausa nel backstage, Freddie Mercury posa una mano sulla spalla di un fotografo e, appena questi si gira, lo bacia appassionatamente. Così, senza motivo. O meglio per tutti i motivi che bastavano all'epoca: la bellezza, l'occasione, l'euforia. L’anno era il 1985, l’evento il Live Aid. E quel fotografo era il britannico David Bailey, classe 1938, l'uomo che ha definito lo stile dei cosiddetti “Swinging Sixties”, ha ispirato Michelangelo Antonioni per il film Blow-Up, e all’epoca, stava “colorando” gli Anni Ottanta, tra edonismo ed eccessi.
LA STORIA
A ripercorrere il suo sguardo sul decennio ora è il libro David Bailey. Eighties, pubblicato da Taschen in formato extralarge, che riunisce ritratti di personalità che hanno segnato il periodo, perlopiù stilisti e modelle. Perché gli Anni Ottanta hanno visto il trionfo della moda e dei sogni patinati, la celebrazione del desiderio, anche come motore di consumo, l’ambizione di mettersi in mostra. E la sensualità come merce, senza condanne, solo con la voglia di piacere e piacersi. Bailey, o meglio King David come è stato ribattezzato nell'ambiente, ne è stato uno dei più efficaci cronisti. «Gli anni '80 si sono rivelati magici», afferma il fotografo, a distanza di anni. Pagina dopo pagina a rincorrersi sono immagini di Naomi Campbell, Cindy Crawford, Catherine Deneuve, seconda moglie del fotografo, e Catherine Bailey, appunto, nata Dyer, che invece è la quarta. Poi, Jerry Hall, Kelly LeBrock, Christy Turlington, bellezze iconiche che facevano innamorare e, soprattutto, si facevano desiderare. E la principessa Diana, giovane e forse felice, nonché Karl Lagerfeld, Grace Jones, Tina Turner e molti altri.
LO STILE
A susseguirsi sono capelli cotonati, make up dai colori accesi, modelle dai fisici scolpiti, completi da donna in carriera e abiti smaccatamente sensuali, come gli scatti d'altronde. «Giacche con spalle imbottite sopra minigonne cortissime e tacchi vertiginosamente alti», evidenzia Grace Coddington nella sua introduzione, sono la “divisa” del periodo. È così sulle pagine di Vogue Italia - con cui Bailey collabora dagli Anni Settanta al 1988 - e su Vogue Paris, Tatler e tante grandi riviste. E così, prima ancora, nelle collezione e sulle passerelle di Azzedine Alaïa, Comme des Garçons, Guy Laroche, Missoni, Stephen Jones, Valentino e Yves Saint Laurent e altri. Bailey è lì, nel backstage delle sfilate con la macchinetta, sulle pagine patinate con le sue foto. Osserva, parla, scatta, creando ritratti posati ma dando la sensazione di averli quasi rubati. «Parlo con loro, li faccio ridere, o arrabbiare, uso qualsiasi stato d'animo abbiano in quel momento», confida raccontando la tecnica sviluppata in quegli anni che, nel tempo, non è mai cambiata, per immortalare i suoi “modelli”. È l'emozione a rendere visibile la personalità, dunque a costruire il ritratto.
Foto su foto, Bailey porta Londra in primo piano, la rende “la” meta da raggiungere per tutti coloro che vogliono avere successo, seguire le nuove tendenze, trovare il proprio stile, anche di vita, e farsi fotografare da lui, il re della scena. Così, nel volume, Jerry Hall, sdraiata sulle valigie prima di un'ipotetica partenza, si fa monumento alle libertà, con il plurale delle molte possibili espressioni. Kelly LeBrock, in outfit da spiaggia total red, nel 1982 – appena due anni dopo sarebbe diventata La signora in rosso (The Woman in Red) per Gene Wilder - è colta in un momento di passione, recitato ad arte ma con sincero divertimento.
LA FILOSOFIA
L'immagine simbolo del decennio? «Sarebbe quella di Jerry Hall e Helmut Newton nel sud della Francia, gli abiti e le sensazioni erano quelli di quel tempo: rumorosi e colorati», sottolinea Bailey. E oggi? «Nella fotografia di moda, c'è più varietà». Gli Anni Ottanta, però, avevano la loro magia. «Avevamo imparato i problemi degli Anni Sessanta e Settanta – afferma nel volume - la magia degli Anni Ottanta è stata una sorpresa e forse si è rivelata il periodo più incredibile a Londra per guidare l’universo della moda». Il mondo ha guardato Londra e Bailey ha puntato il suo obiettivo sull’epoca, cogliendone allegria, intensità, fermento. E l’ha immortalata colorata, dinamica, emozionante. Per sempre fashion.
Nessun commento:
Posta un commento