venerdì 26 ottobre 2018

COLONIALISMO DIGITALE. BASTA CON POWER POINT NELLE LEZIONI. PAUL RALPH, E’ ora di bandire PowerPoint dalle lezioni: rende gli studenti stupidi e i professori noiosi, HUFF POST, 25 ottobre 2018

Pensate davvero che una lezione nella quale il docente illustri centinaia di diapositive di PowerPoint vi renderà più intelligenti?
Lo scorso semestre ho fatto questa domanda a un corso di centocinque studenti in informatica e ingegneria.



In un articolo pubblicato su The Conversation si argomentava che le università dovrebbero bandire PowerPoint perché rende stupidi gli studenti e noiosi i professori.
Sono completamente d’accordo. Comunque, la maggior parte delle università ignorerà questo consiglio. La maggior parte delle università misurano il loro successo più che altro dai questionari sulla soddisfazione degli studenti, non da quanto questi ultimi imparano veramente.

Cosa c’è di così sbagliato in PowerPoint?

Sovrastimare l’efficacia delle diapositive ha contribuito a consolidare l’assurda convinzione che aspettarsi dagli studenti che leggano, siano attenti, prendano appunti e facciano i compiti sia illogico.
Di conseguenza, i corsi pianificati intorno alle diapositive diffondono la favola che gli studenti possano diventare istruiti e preparati senza aver assimilato dozzine di libri, centinaia di articoli e migliaia di problemi.
La recensione di una ricerca su PowerPoint ravvisa chese da una parte gli studenti mostrano di gradire PowerPoint più della lavagna luminosa, PowerPoint non migliora l’apprendimento o i voti.
Che qualcosa possa piacere non lo rende necessariamente efficace, e non c’è nulla che suggerisca che i lucidi della lavagna luminosa siano strumenti per l’apprendimento a loro volta particolarmente efficaci.
Una ricerca nella quale era messo a confrontol’insegnamento basato sulle diapositive con altri metodi, come quello basato sulla risoluzione di problemi – dove gli studenti sviluppano conoscenza e attitudini, paragonando tra loro problemi reali e impegnativi – si è prevalentemente trovata ad appoggiare i metodi alternativi.
Le slide di PowerPoint sono nocive per la formazione per tre principali ragioni:
  1. Le diapositive scoraggiano il pensiero complesso.Incoraggiano i docenti a presentare temi complessi usando elenchi puntati, slogan, immagini astratte o tavole molto semplificate, con contenuti ridotti al minimo. Scoraggiano l’analisi approfondita di situazioni complesse o ambigue perché è praticamente impossibile rappresentarle in una diapositiva. Gli studenti hanno ne ricavano un’impressione di chiarezza e consapevolezza.
  2. Leggere le valutazioni date dagli studenti mi ha convinto che, quando la maggior parte dei corsi sono basati su diapositive, gli studenti sono portati a pensare al corso in sé come a una sequenza di diapositive. I buoni insegnanti che espongono la complessità e l’ambiguità sono criticati per non essere chiari. Coloro i quali evitano di usare elenchi puntati nelle diapositive sono criticati per non aver fornito appunti utilizzabili.
  3. Le diapositive scoraggiano attese ragionevoli.Quando usavo PowerPoint, gli studenti si aspettavano che le diapositive contenessero ogni dettaglio necessario ai progetti, ai testi e ai compiti. Perché si sarebbe dovuto perdere tempo a leggere un libro o a frequentare, quando si sarebbe potuto prendere il massimo dei voti compulsando da casa e in pigiama una sequenza di diapositive?

Valutare in modo errato

Se le presentazioni con diapositive sono così sbagliate, perché sono così diffuse?
Le università valutano la soddisfazione dello studente ma non misurano l’apprendimento. Da che la dirigenza si concentra su questi parametri e agli studenti piace PowerPoint, l’efficacia educativa diventa relativa.
Gli ospedali misurano il tasso di patologia e la mortalità. Le aziende i redditi e i profitti. I governi la disoccupazione e il prodotto interno lordo. Anche i siti web misurano le visualizzazioni, sia per autore sia per articolo. L’università invece non misura l’apprendimento.
Esami, tesi e ricerche di gruppo possono misurare la conoscenza o l’abilità, pur se in modo apparente. L’apprendimento è l’accumulo delle conoscenze e delle abilità, e deve quindi essere misurato secondo il passare del tempo.

Quando si provi a misurare l’apprendimento, i risultati non sono gradevoli. Dei ricercatori americani hanno accertato che un terzo dei laureandi statunitensi non mostra significativi miglioramenti lungo i quattro anni di programma di corso.
Hanno sottoposto gli studenti a prove all’inizio, a metà e alla fine dei loro corsi usando il Collegiate Learning Assessment, uno strumento che misura le capacità che ogni corso di laurea dovrebbe migliorare – ragionamento analitico, pensiero critico, risoluzione dei problemi e capacità di scrittura.
Qualsiasi università potrebbe somministrare prove simili per misurare l’apprendimento degli studenti. In questo modo si facilita una rigorosa valutazione dei differenti metodi didattici. Saremmo in grado di quantificare la relazione tra l’uso di PowerPoint e l’apprendimento. Si potrebbero investigare molti degli aspetti connessi all’apprendimento, stabilendo alla fine cosa funziona e cosa no.
Sfortunatamente, molti elementi chiave dell’apprendimento sembrano ridurre la soddisfazione degli studenti, e viceversa. Finché le università continueranno a misurare la soddisfazione degli studenti e non l’apprendimento, la spirale discendente in direzione di minori attese, minore fatica e minore apprendimento non si fermerà.
Ralph Paul, University of Auckland.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato su The Conversation. Leggete l’articolo in originale.

Nessun commento:

Posta un commento